Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
«Io il mio dovere di team manager l'ho fatto portando le moto al parco chiuso - ha commentato Eric Geboers, patron della squadra Suzuki ufficiale - i miei piloti non mi hanno interpellato e quindi mi sono sentito in obbligo di preparare le moto come abbiamo sempre fatto».
Le parole del cinque volte iridato suonano sibilline, e chiariscono una situazione che nata con buone ragioni ma proseguita male probabilmente per una mancanza di comunicazione tra
organizzatori e piloti buona parte dei quali ha disertato la manche di qualificazione. Il motivo è dovuto alle discutibili condizioni del circuito messicano completamente rifatto per ospitare il quarto GP della stagione che in alcuni punti era effettivamente un po' polveroso e quindi ritenuto pericoloso dalla maggioranza.
Sarebbe bastato rimandare di una mezz'ora l'inizio delle manche per permettere di innaffiare più efficacemente l'impianto, come è poi stato fatto, per renderlo se non ideale almeno agibile per l'effettuazione
della manche selettiva, ma entrambe le parti si sono impuntate e le due batterie si sono svolte con una decina di piloti in ogni categoria. «Abbiamo corso in piste decisamente più pericolose - ha proseguito Geboers piuttosto sconcertato della scelta di non prendere il via da parte dei big - ma oggi le cose non sembrano più come una volta».
Tutto è rimandato quindi al giorno successivo, dove si presume che con la pista sistemata al meglio non dovrebbero insorgere altri problemi. La batteria MX1 ha visto al cancello di partenza solo piloti del continente sudamericano ed è andata in favore di Rodolfo Fernandez, mentre la MX2 è andata in favore di Mickael Leib che si è lasciato alle spalle Max Anstie.