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Sarà un GP per piloti forti quello che si corre in questo fine settimana alla periferia di Guadalajara, la seconda città più popolata del Messico. Parola di Sebastien Tortelli, l'ex pilota transalpino che dopo essere stato protagonista delle scene iridate della fine degli anni '90 fregiandosi del titolo 125 nel '96 e di quello della classe 250 due stagioni dopo aver spezzato l'egemonia di Stefan Everts, ebbe un ruolo primario anche nei campionati USA.
Perché è stata scelta la località di Guadalajara?
«La città è molto grande, piuttosto sicura, e lo spazio a disposizione per realizzare il circuito è notevole. Per Nico poi si tratta dell'ambiente di casa e ciò ha aiutato nel gestire gli innumerevoli aspetti tecnici e logistici che ci sono quando crea eventi di questa portata».
Quali sono stati i problemi più grossi a cui siete andati incontro?
«Quando sei un pilota non ti rendi conto di quanto complesso sia l'organizzazione di un gran premio, quando arrivi vedi le tende montate, le moto sono pronte e non fai altro che salire in sella e dare gas. Ma quando sei tu a creare la gara devi costruire tutto tu, la lista delle cose da fare è lunghissima e qui in Messico le cose non vanno proprio come in Europa perché qui la siesta è di rigore e i lavori vanno per le lunghe. Per fortuna ci abbiamo messo tanto duro lavoro e tutto sarà pronto come si deve».
La pista è stata completamente stravolta.
«Da tanti anni ci fanno una prova del campionato nazionale, ma non era all'altezza di una del Mondiale per cui con l'aiuto dei tecnici della YS Greg Atkins e Justin Barclay l'abbiamo ridisegnata per renderla più tecnica e adatta ad ospitare le strutture richieste per un gran premio. Ora è lunga 1700 metri ed è molto più spettacolare».
La consistenza del terreno è molto dura, ma ci sono zone molto morbide dove c'è una specie di sabbia grossa e consistente che cambia continuamente la conformazione delle linee di percorrenza
Come si può definire il fondo di gara?
«La consistenza del terreno è molto dura, ma ci sono zone molto morbide dove c'è una specie di sabbia ma più grossa e consistente che cambia continuamente la conformazione delle linee di percorrenza. Si formeranno molte buche e essendo ancora estate sarà molto caldo, inoltre qui siamo a circa 1700 metri di altitudine e quindi per i piloti sarà una prova molto dura dal punto di vista atletico».