MX Nazioni. Traversini: "Cairoli, se fosse un calciatore lo farebbero re d'Italia"

MX Nazioni. Traversini: "Cairoli, se fosse un calciatore lo farebbero re d'Italia"
Il team manager della squadra azzurra commenta la gara della compagine italiana tra soddifazioni e sfortune che hanno negato loro il podio per una manciata di punti | M. Zanzani
1 ottobre 2012

Punti chiave


Thomas Traversini, un Motocross delle Nazioni che non è andato come ci si aspettava.

«Già dal venerdì abbiamo avuto qualche problema con Lupino che si è fatto male a un pollice, niente di grave però aveva dolore e dentro a una pista così se non sei al 100% si fa fatica. Abbiamo scelto di non fargli fare antidolorifico il sabato perché la domenica il farmaco avesse il massimo della sua efficacia. La prima manche è caduto e ha sbattuto anche una spalla… una sfortuna doppia. In finale è riuscito a partire e l’ha portata a termine in 23esima posizione.
Cairoli niente da dire. Se era un calciatore lo facevano re d’Italia. Lo paragono a Maradona e a Pelé, peccato che fa solo Motocross. Guarneri ha fatto una bellissima gara. Ha pagato che c’è poco riposo tra una manche e l’altra. Prima della seconda l’ha dichiarato e tanto di cappello a Cairoli che l’ha fatto schierare per primo al cancelletto. Poi Guarneri ha avuto un piccolo contrattempo con un avversario che si è intraversato e gli ha fatto spegnere la moto quando era nono ed è ripartito oltre la ventesima posizione. Lì ha accusato un po’ la

Cairoli niente da dire. Se era un calciatore lo facevano re d’Italia. Lo paragono a Maradona e a Pelé, peccato che fa solo Motocross

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fatica e ha chiuso 13esimo. Se mi avessero detto che l’Italia finiva quinta ci avrei messo una firma a sangue».


La prima manche Davide se l’è cavata bene. Un quinto posto più che onorevole.
«Lo scorso anno, e anche questo, Davide è sempre stato impeccabile in tutte le manche che ha fatto al Nazioni. Sia nelle qualifiche che in gara, sia in Francia l’anno scorso che quest’anno. Un piccolo incidente ci sta, comunque ha portato un 13 alla squadra che non è certo uno zero o un 40, ma ha corso bene».


Abbiamo salvato l’onore, con un po’ di sfortuna.
«La gara singola è particolare. Dico che quinti è meglio che quarti perché quarti avrebbe bruciato di più così vicini al podio. Un’altra lettura però è che per soli cinque punti… il podio era alla nostra portata».


Sarà per il prossimo anno.
«Speriamo!».

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