Coldenhoff vince il GP di Lettonia. Alle sue spalle Paulin e Febvre. Quinto posto nella classifica di giornata per Cairoli. Nella MX2 doppietta di Anstie davanti a Jonass e Kullas
Doveva essere uno dei più difficili GP della sua carriera, ed invece ancora una volta Antonio Cairoli ha scritto col cuore e con la manetta un’altra pagina di grande motocross con due quarti posti ottenuti dopo cinque settimane di assenza totale di allenamento e con un braccio plurifratturato che ogni buca gli trasmetteva le pene dell’inferno oltre a rendergli precaria la presa sul manubrio.
La sera prima era addirittura incerto se partire, visto com’era andata la desolante giornata d’apertura, ma poi grazie alle cure che il trainer del team De Carli, Giuseppe Chiodi ,ma soprattutto alla sua indistruttibile forza di volontà e al suo grado di sopportazione del dolore nettamente superiore ad una persona normale, ha risvoltato una gara che aveva tutta l’aria di dover essere incasellata nel dimenticatoio.
Due partenze tra i primi, malgrado la posizione totalmente esterna e sfavorevole al cancello, sono state il lancio per permettergli di combattere a denti stretti con gli avversari più “sani” di lui, cedendo in entrambe le manche solo agli attacchi di Gautier Paulin e tagliando il traguardo due volte 4° così da perdere nei confronti del leader Romain Febvre solo due punti.
L’ufficiale Yamaha si è visto sfuggire il GP tra le mani. Ha terminato solo 3° a causa della caduta nella prima manche al termine del rettilineo di partenza dopo essere stato tamponato involontariamente da Tommy Searle che stava finendo a terra. Il francese è ripartito con mezza pista di ritardo a causa della difficoltà nel riaccendere la moto, ma ha sfoderato un passo pazzesco con cui ha rimontato sino all’8ª posizione. Nell’altra invece ha scavalcato subito Glenn Coldenhoff e si è involato indisturbato verso la sua settima vittoria di manche.
L’olandese, a cui era arrivata proprio il venerdì dalla Suzuki la notizia che nel 2016 non sarebbe stato confermato nella squadra ufficiale, ha rotto il ghiaccio sfruttando la sua predisposizione per i terreni sabbiosi ed una accorta tattica di gara che lo ha portato sul gradino più alto del podio grazie alla vittoria della prova d’apertura ed il secondo in quella successiva.
Nell’assoluta alle sue spalle si è piazzato Gautier Paulin terminato due volte 3°, posizione che mantiene salda anche in campionato davanti a Max Nagl che è stato confermato essere di nuovo in gara nella prossima trasferta prevista sulla pista ceca di Loket. Giornata da dimenticare per David Philippaerts, il quale come se non bastasse la sua poca predilezione per la pista lettone è stato ulteriormente penalizzato dalla rottura della marmitta in entrambe le manche con la conseguenza di piazzarsi prima 17° e poi 16°.
Rientro difficile per Davide Guarneri, ritirato nella frazione iniziale per problemi ad una ruota e 15° in quella di chiusura nonostante i due mesi di stop dopo la caduta della Gran Bretagna, mentre Alex Lupino non ha corso per i postumi della caduta di sabato.
MX2
Assente Jeffrey Herlings, la MX2 ha registrato la doppia affermazione di Max Anstie, il consistente secondo posto della seconda guida KTM Pauls Jonass che ha fatto esaltare il pubblico di casa, e il terzo gradino del podio per il finlandese Harry Kullas al debutto con la Husqvarna ufficiale lasciata libera dall’infortunato Tonkov; solo 5° Tim Gajser, e ancora più deludente la giornata di Valentin Guillod caduto al via della seconda manche e solo 12° assoluto.
Si preannuncia un GP tra i più difficili della carriera quello in terra lettone per Antonio Cairoli. La sabbia di Kegums è resa ancora più impegnativa dal fondo duro presente al di sotto del primo strato di arenaria. Un dolore al limite della sopportazione quello che affligge il messinese, che nelle cronometrate lo ha costretto praticamente a mollare la presa e ad accontentarsi dell’ultimo posto. Nella manche di qualificazione lo ha reso protagonista di una caduta al primo giro causato dalla mancanza di forza nell’avambraccio, e poi lo ha relegato al 18° posto. Un risultato che va al di là dei semplici numeri, perché è Tony l’ha ottenuto col cuore e con la sua infinita forza di volontà, che neppure le condizioni peggiori riescono a scalfire.
«Sino ad oggi l’ho considerato un grande campione - ci ha detto il fuoriclasse Jean Michel Bayle, il fuoriclasse francese che negli anni ’90 ha svettato nel Mondiale e nel Supercross Usa - ma con quello che ha fatto oggi ho capito che è anche un grande uomo».
La situazione è effettivamente molto critica, anche perché la sua stoffa di campione lo porta a non voler mollare ma la frattura non ancora calcificata non gli permette di guidare la sua 450 come vorrebbe col rischio oltretutto che la situazione possa peggiorare.
La MXGP è quindi vissuta sulla perfetta prestazione di Gautier Paulin, che dopo essersi sbarazzato di Tommy Searle si è involato verso il traguardo con Romain Febvre che l’ha tallonato come un segugio sino alla fine. 3ª posizione per Evgeny Bobryshev, davanti a Searle, Glenn Coldenhoff e Kevin Strijbos; 11° David Philippaerts, 14° Davide Guarneri finalmente rientrato dopo la caduta di Matterley Basin.
MX2
Assente Jeffrey Herlings per la frattura del mignolo di una settimana fa, la MX2 ha registrato la consistente prestazione di Max Anstie che è rimasto per tutta la qualifica davanti a Tim Gajser e al pilota di casa Pauls Jonass; 4ª piazza per Valentin Guillod che ha guadagnato un paio di posizioni, mentre Jordi Tixier è caduto alla partenza ed ha rimontato sino a 20° chiudendo alle spalle di Ivo Monticelli. 15° Samuele Bernardini dopo aver segnato il 10° tempo nelle prove cronometrate.
Notizia curiosa: nell’Europeo 65 corre anche Liam Everts, incitato a bordo pista dal padre Stefan e dal nonno Harry, in totale 14 titoli iridati, che si è guadagnato un ottimo 4° posto nonostante una scivolata che gli ha fatto perdere una posizione.
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