Al debutto stagionale con la 450 Tony stravince la manche di qualificazione MXGP al Gran Premio di Spagna, imitato da Herlings che si impone di prepotenza nella MX2
La nuova fiammante e soprattutto competitiva KTM 450 è stata la medicina giusta per far dimenticare ad Antonio Cairoli l’infortunio alla mano del GP d’Europa e per dargli la carica per ritornare ad essere protagonista della MXGP. Chi aveva pensato che la caduta in Olanda e la mancata vittoria nelle prime cinque tappe della stagione aveva fatto male i conti probabilmente dimenticato quella forte scorza del siciliano che più di una volta lo ha aiutato a venire fuori anche dalle situazioni più difficili. E’ vero che forse è ancora presto per cantare vittoria, ma intanto quella delle qualifiche spagnole è stata un’affermazione schiacciante resa ancora più pesante dal miglior tempo ottenuto in mattinata nella prima sessione di prove.
«Era arrivato il momento di avere una nuova motivazione - ha spiegato l’ufficiale KTM al termine della prima giornata iberica - in più quest’inverno ho fatto molti allenamenti in sella alla 450 perché la KTM aveva fatto per quest’anno una moto eccezionale. Poco prima che iniziasse la stagione ero addirittura quasi convinto a sceglierla, ma poi ho preferito tenere la 350 in quanto l’infortunio che ho avuto al Nazioni ha reso necessario un recupero molto lungo e ho deciso di andare sul sicuro e puntare sulla moto con cui avevo già vinto tanto e che conoscevo molto bene. Già prima di Valkenswaard però avevo di nuovo preso in mano la 450, perché ho visto che le piste sono sempre meno bucate e più veloci, per cui abbiamo ritenuto che un po’ di potenza in più potesse aiutare specie alla partenza perché poi vista la facilità dei circuito è difficile con una 350 guadagnare su di una 450.
Nonostante questo primo risultato devo ancora imparare molto su come guidarla al meglio, e anche come tenerla a bada
Nonostante questo primo risultato devo ancora imparare molto su come guidarla al meglio, e anche come tenerla a bada perché già dopo cinque o sei giri ho iniziato a sentire la stanchezza, vista la sua notevole schiena ha bisogno di essere guidata in modo diverso coinvolgendo anche muscoli diversi. L’importante comunque è continuare a correrci, perché solo in gara riesci a dare il massimo, a capirla e a tirarne fuori la personalità».
Alle sue spalle per tutta la gara lo hanno seguito nella stessa posizione, senza comunque mettere in pericolo la sua posizione di battistrada, Clement Desalle, Evgeny Bobryshev e Max Nagl; solo sesto Gautier Paulin, mentre David Philippaerts ha tagliato il traguardo 10°.
Decisamente più contesa la MX2, che ha visto lo statunitense Covington rimanere al comando sino a due giri dalla fine quando è stato scavalcato prima da Jeffrey Herlings e poi da Max Anstie; 13° Ivo Monticelli. Bravo Marco Maddii, 3° della EMX300 vinta da Yentel Martens, e anche Davide Cislaghi 4° dell’Europeo 125 che ha visto Andrea Zanotti piazzarsi 6°.
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