L’11ª tappa iridata ha suonato un sonoro campanello d’allarme per gli avversari di Tim Gajser, che dopo aver centrato la sua terza doppia vittoria stagionale ha portato il suo margine a ben 74 punti da Romain Febvre. A dire il vero, con la trasferta d’oltremanica lo sloveno della Honda ha confermato di non averne, visto che il francese della Yamaha - anche se ovviamente bisognerà aspettare la fine - ha praticamente detto addio al campionato a causa del trauma cranico riportato nella caduta in qualifica, che lo ha costretto a disertare le due manche ufficiali e che non è escluso possa costringerlo a saltare anche il GP di Mantova.
Mentre Antonio Cairoli fatica a dare continuità ai suoi buoni risultati, che il più delle volte, per una ragione o per l’altra, arrivano solo in una manche su due. Proprio mentre Gajser viaggia come un razzo in perfetta tranquillità e soprattutto, a vederlo di fuori, con un ampio margine di sicurezza, tenendo a bada la tensione pensando più a divertirsi che al titolo.
I risultati gli vengono da soli, come ha ben dimostrato anche in Gran Bretagna sia in Gara 1, dove ha definitivamente rimediato poco dopo metà gara la sua partenza in quarta posizione, che in quella successiva, dove al 7° giro è passato saldamente al comando dopo aver scavalcato Max Nagl. Il tedesco si è aggiudicato il posto d’onore assoluto sommando la 7ª piazza della prima manche, terminando a pari punti con Gautier Paulin, che l’ha spuntata sul compagno di squadra Evgeny Bobryshev.
Tony Cairoli è stato protagonista della frazione d’apertura, che lo ha visto strappare il 2° posto a Valentin Guillod all’ultimo giro: ma nella seguente, dopo essere partito male per essersi toccato col russo della Honda all’atterraggio dal salto quadruplo, ha sentito un forte dolore al polso sinistro ed ha rallentato pensando ad una frattura, poi ha continuato, perché il dolore si era allentato ed ha tenuto duro sino alla fine tagliando il traguardo 10°.
Come ipotizzato da più parti, l’arrivo di Chad Reed non ha sconvolto l’andamento dei gran premi, perlomeno di questa tappa. L’australiano è sembrato infatti poco preparato e soprattutto disposto a stringere i denti per raggiungere posizioni che evidentemente non sono più alla sua portata, ottenendo un mesto 13° posto che ha centrato chiudendo prima 14°, dopo un avvio in 9ª posizione, e poi 17°, rinvenendo dalle retrovie dopo un avvio in ultima posizione.
Jeffrey Herlings si è presentato in Gran Bretagna con una leggera incrinatura di un piede, ma nonostante ciò si è vendicato alla sua maniera dell’affronto fattogli la scorsa edizione da Guillod, che gli soffiò il gradino più alto del podio, ovvero con una secca e indiscussa doppietta che ha costruito nella prima manche, dopo aver scavalcato il compagno di scuderia Pauls Jonass, e nell’altra ricoprendo il ruolo di mattatore sin dal primo passaggio.
In entrambe le batterie gli è terminato alle spalle Dylan Ferrandis, che si è assicurato la seconda piazza davanti a Jonass e Jeremy Seewer; 13° Samuele Bernardini, che non ha digerito la pista inglese, seguito dal bravo Nicholas Lapucci.
L’Europeo 125, vinto da Stephen Rubini, ha registrato la 5ª posizione del pilota del Team Revolution Andrea Zanotti, mentre Gianluca Facchetti ha chiuso solo la seconda manche chiudendo il GP 12°, sei posizioni davanti ad Alessandro Manucci.
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