MXGP d’Europa: Villopoto in forse

MXGP d’Europa: Villopoto in forse
La caduta nel GP del Trentino che gli ha procurato la frattura del coccige mette a rischio la partecipazione dello statunitense alla quinta prova iridata
24 aprile 2015

Nella terribile sabbia di Valkenswaard non correranno Kevin Strijbos e Jeremy Van Horebeek, quest’ultimo infortunato alla caviglia nella caduta di Arco, ma è l’incerta presenza di Ryan Villopoto a tenere sulle spine le cronache della MXGP. Oggi l’ufficiale Kawasaki proverà a girare su di un circuito di allenamento, per vedere quanti problemi gli crea l’infortunio nella parte più bassa della schiena, e a quel punto deciderà se è il caso o meno di schierarsi dietro al cancello di partenza del GP d’Europa.

Per quella che si è confermata come da previsione una delle più emozionanti stagioni iridate, che ha già segnato record di audience TV, è arrivato il momento di tracciare un primo bilancio specie nei riguardi di Villopoto la cui presenza al campionato ha saputo dare ulteriore interesse e visibilità (sia in Europa che a livello internazionale) ad iniziare dagli Stati Uniti dove il Mondiale è sempre stato piuttosto snobbato o perlomeno considerato di secondo livello rispetto al National o al Supercross.

La spettacolare caduta nella seconda manche della quarta tappa (lui stesso non ha saputo spiegare come sia potuto succedere che la moto lo abbia letteralmente rovesciato all’indietro) ha suonato un campanello d’allarme per lui che era partito con l’obiettivo di dominare le scene iridate.

Al contrario, a parte la vittoria tailandese, Ryan ha commesso una serie di errori decisamente sconcertanti per un campione del suo calibro. Il primo, aver approcciato un campionato per lui tutto nuovo e molto diverso a quello a cui era abituato, direttamente nel GP d’apertura senza aver almeno corso una prova internazionale per verificare il passo di gara e la messa a punto della moto come qualsiasi altro pilota fa prima del Mondiale.

Risultato: la moto spenta all’abbassarsi del cancello nella prima manche e conseguenza rincorsa dall’ultima posizione, e un weekend da incubo a causa di un setting delle sospensioni completamente fuori dal mondo. E’ andata bene in Tailandia, dove nella prima manche grazie anche ad un circuito stile supercross si è visto il vero Villopoto “americano”, ma già nella seconda si è dovuto accontentare di guardare da dietro la maglia di Cairoli e Desalle a detta sua in quanto rimasto a corto di energie a causa del regolamento che prevede due giorni di gara.

Una giustificazione che ha continuato ad avere anche nei gran premi successivi, davvero inspiegabile. Va bene che negli Stati Uniti si corre tutto in un giorno, con soli 10 minuti di prove e il resto gara, ma due domande vengono spontanee: come è possibile che un fuoriclasse del genere che in quanto ad allenamento non dovrebbe essere secondo a nessuno possa vedere limitata la propria prestanza per una manche di una ventina di minuti che si corre il sabato? A nostra memoria, nessun atleta ha mai avuto problemi del genere. E soprattutto, la sua senza dubbio ben ponderata decisione di prendere parte al campionato, non lo aveva fatto pensare che il Mondiale ha un regolamento del genere e che in ogni modo bisognava prepararsi fisicamente per far fronte a due giornate di gara?

Le piste, decisamente più compatte e meno veloci rispetto ai tracciati statunitensi, sono un altro punto che a detta sua hanno condizionato negativamente i suoi risultati. E’ senz’altro vero che non è abituato a fondi così diversi da quelli di casa sua, lo si è visto e sarà così nella maggior parte dei circuiti, ma d’altronde questo è, quando ha accettato lo scontro per il trono Mondiale ne era consapevole e non può certo pretendere che Youthstream & C. possa fare dei circuiti apposta per lui.

In ogni modo massimo rispetto per lui, la cui scelta di confrontarsi col Gotha iridato non deve essere stata facile, ma ora paga anche lo scotto del peso di uno scontro che va aldilà del semplice confronto con Cairoli e compagnia bella, ma che riprende quello decennale che separa la scuola Usa da quella d’Europa. Finora ha tenuto duro, è stato molto veloce, ed è indiscusso protagonista del 2015 assieme agli altri mattatori del campionato.

Speriamo però che il responso di oggi sia positivo, perché con una cinquantina di punti di ritardo che ha accumulato nei confronti di Desalle, Nagl e Cairoli, perderne altrettanti in caso non riuscisse a correre a Valkenswaard lo porterebbe ad una situazione piuttosto difficile da raddrizzare. Speriamo bene, tutti ce lo auguriamo, anche perché i suoi avversari più forti non vedono l’ora di sfidarlo sulla terribile sabbia olandese e lo spettacolo continuerà a toccare picchi da delirio.

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Da Automoto.it