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Le protezioni nelle gare MX sono utili?
«Certo, le protezioni sono molto importanti per il pilota. Ognuno però la vede un po’ a modo suo: c’è il pilota che vuole la massima libertà di movimento e quello che invece vuole tutte le protezioni possibili. Io credo che nel Motocross sia importantissimo proteggere il corpo, perché avvengono ogni genere di impatti quindi le ritengo davvero necessarie».
I tuoi piloti, Villopoto e Rattray, le usano?
«Sì, Ryan Villopoto usa sempre la pettorina, e naturalmente stivali e un buon casco. Tyla Rattray usa pettorina e ginocchiere. Villopoto inoltre ha sviluppato le protezioni che portano il suo marchio. Credo che tutti i piloti professionisti, come i nostri, dovrebbero impegnarsi in progetti di sviluppo delle protezioni per migliorare la sicurezza dello sport».
Cosa pensi dell'idea di renderle obbligatorie?
«Certo, credo che le protezioni approvate dai medici debbano essere rese obbligatorie. Ne abbiamo parlato qualche mese fa in una riunione con FIM e Youthstream, forse è il momento di fare qualcosa perché lavoriamo sulla sicurezza delle piste e di tanti altri dettagli, ma dovremmo per esempio rendere obbligatorie le pettorine. Per quanto riguarda le protezioni per il collo ce ne sono diversi modelli sul mercato, e anche da un punto di vista medico ci sono diverse opinioni – non sono un dottore, quindi non so dirvi se siano valide o no, ma come ho già detto, sono per rendere obbligatorie solo protezioni che non hanno ripercussioni negative, se solo bastano a salvare la vita al pilota. Le case produttrici devono impegnarsi nello sviluppo di protezioni che difendano il pilota restando comode, senza ostacolarlo in alcun modo».
Le protezioni nelle gare MX sono utili?
«Credo siano molto importanti. Il nostro sport è cambiato moltissimo dal lato tecnico – sono cambiate le moto, le velocità e quindi la tecnica di guida dei piloti, quindi credo che anche le protezioni debbano cambiare ed evolversi di pari passo. Credo che ripercorrendo gli ultimi 10 anni si possa notare l’arrivo sul mercato di cose piuttosto interessanti – il neck brace è una di queste, è arrivato esattamente quando mi sono ritirato. Quasi tutte però hanno pro e contro, quindi credo che sia importante che il pilota possa decidere sulla base di ciò che lo fa sentire sicuro.
Di recente anche il mercato dei caschi ha visto alcuni sviluppi – penso al casco 6D, che ha introdotto le sospensioni al suo interno con una doppia calotta. Credo che sia molto interessante, ma cose nuove arrivano ormai regolarmente sul mercato; le case che sviluppano i neck brace stanno iniziando a lavorare anche sulle pettorine e a scendere verso le protezioni ginocchio. Io non le ho mai usate quando correvo perché all’epoca non riuscivo a sentirmi libero, ma adesso hanno fatto molti passi avanti, e le uso sempre quando giro in moto».
I tuoi piloti le usano?
«Sì, usano le ginocchiere e le pettorine. Uno dei tre usa anche il neck brace; tutto il resto è praticamente obbligatorio. So che alcuni piloti non vogliono nemmeno indossare la pettorina, mentre credo invece che proteggere petto e schiena sia fondamentale».
Cosa pensi dell'idea di renderle obbligatorie?
«Sono d’accordo, soprattutto per quanto riguarda la schiena – il neck brace magari no, perché non è ancora del tutto sicuro che non abbia controindicazioni, ma il para schiena dovrebbe assolutamente esserlo».
Le protezioni nelle gare MX sono utili?
«Ai tempi che correvano noi avevamo anche le gomitiere. Poi la moto ha portato a rimpicciolire il tutto per rendere i piloti più stilosi e più fighi. Sono cose troppo importanti».
I tuoi piloti le usano?
«I nostri piloti usano le usano sempre».
Cosa pensi dell'idea di renderle obbligatorie?
«Si deve regolamentare, sono assolutamente d'accordo. Sulla sicurezza bisogna andare in una direzione precisa e qualunque miglioria anche piccola va adottata e anche resa obbligatoria».
Le protezioni nelle gare MX sono utili?
«Le protezioni sono necessarie e con il passare del tempo sono sempre andate migliorando, in pista e anche in strada ovviamente. Bisogna seguire le evoluzioni nella sicurezza, anni fa ad esempio si poteva correre con il casco openface, ora è vietato. L'evoluzione delle tecnologie e dei materiali».
I tuoi piloti le usano?
«Ogni pilota sceglie quali protezioni usare. Alcuni preferiscono indossarne molte, altri poche, se l'utilizzo venisse regolamentato sarebbe un bene per il nostro sport e tutti dovrebbero seguirle».
Cosa pensi dell'idea di renderle obbligatorie?
«Io non amo il collarino, e qualcuno mette anche in discussione se sia sicuro usarlo ed eventualmente prima di renderlo obbligatorio bisognerà accertarsi che sia al 100% sicuro».
Le protezioni nelle gare MX sono utili?
«Sono utili e assolutamente necessarie. Le moto sono più performanti e le gare sono più spettacolari, quindi è anche più facile che si verifichino incidenti».
I tuoi piloti le usano?
«Il livello di protezione è diverso da pilota a pilota. La generazione che sta crescendo oggi capisce l'importanza delle protezioni. Tornando ai nostri piloti, loro le usano il più possibile».
Cosa pensi se diventassero obbligatorie?
«Per ora il regolamento non scende abbastanza a fondo sulla questione ma so che ci stanno lavorando insieme al Medical Group per trovare la soluzione migliore. Bisogna creare delle linee guida».
Le protezioni nelle gare MX sono utili?
«Le protezioni sono sempre utili a meno che non possano rivelarsi pericolose. E' il caso ad esempio del collare. Credo che stia alla FIM investigare. Può essere consigliato, ma la decisione poi deve essere il pilota a prenderla».
I tuoi piloti le usano?
«I miei piloti usano molte protezioni; alcuni non le usano sempre però».
Cosa pensi dell'idea di renderle obbligatorie?
«Penso che prima di rendere obbligatorie certe protezioni uno studio serio vada fatto da più organi indipendenti, poi la FIM coordina, poi espone ai team e poi da lì si può arrivare a una decisione. Già dallo scorso anno la FIM si è detta pronta a fare questo tipo di ricerca».
Le protezioni nelle gare MX sono utili?
«Se dovessi renderne obbligatorio l’uso, opterei sicuramente per protezioni in plastica robusta, anteriori e posteriori, per il torace, ma anche per le spalle: penso che siano molto importanti per il nostro sport, e aggiungerei anche una fascia protettiva per la parte bassa della schiena. Se non le indossi, non parti! Esattamente come per il casco e la mascherina, è troppo importante…
Le ginocchiere sono una scelta personale, sono un’altra cosa, perfino i medici sono d’accordo: ho parlato di questo con molti di loro, e i loro pareri sono equamente suddivisi tra chi sostiene che devi utilizzarle per prevenire un infortunio, e chi invece suggerisce di non usarle se non ti sei già fatto male. Ma per quanto riguarda l’uso delle protezioni superiori, non ci sono dubbi: se cadi e vieni colpito dal manubrio o da una pedana, è chiaro che devi avere la schiena protetta, visto che è la parte più importante del corpo oltre la testa, per la quale ovviamente usi il casco.
Per quanto riguarda il neck brace vale il discorso delle ginocchiere: alcuni medici dicono “ok, è più sicuro perché evita al capo movimenti e sollecitazioni pericolose”, ed altri semplicemente “ok, è meglio”. Anche mio figlio corre, abbiamo un neck brace a casa, ma non lo sta usando, e anche a me non piace. Sul neck brace, insomma, i medici non sono vaghi; ma certamente concordano sul fatto che se ti colpisce una pedana e non hai nulla di robusto addosso, puoi avere problemi grossi; ma se sei protetto da una robusta corazza di plastica, di sicuro ti aiuterà parecchio: tutti della stessa opinione, quindi, ma non riguardo al neck brace».
I tuoi piloti usano le protezioni?
«Durante le prove, e ci sono anch’io, sì. Ho discusso sull’argomento cosa con Glenn (Coldenhoff, ndr), appena arrivò lo scorso anno in Suzuki, e gli ho detto: “ok Glenn, per oggi passi, ma la prossima volta che proviamo assieme non entrerai in pista senza protezioni. Quando girerai per contro tuo, farai ciò che vuoi, ma quando ci sono io voglio vedervi protetti, sia chiaro».
Cosa pensi di un’eventuale proposta di rendere obbligatorie le protezioni?
«Io sarei d’accordo. Per esempio, quando vidi Jeremy Van Horebeek correre senza alcuna protezione addosso, e poi incontrai i suoi genitori, dissi loro: “ragazzi, magari non saranno fatti miei, perché io sono in Suzuki, ma il nostro sport è pericolosetto, come fate a lasciar correre vostro figlio senza protezioni?” Mi risposero: “sai, ormai ha quasi 24 anni, non possiamo imporgli niente”…e io ho risposto “ok, ma se ve lo ritrovaste in ospedale con la schiena rotta, certamente non sareste felici, anzi, ve la prendereste con voi stessi… ”. Insomma, le protezioni ci vogliono, compresa una bella cintura protettiva lombare».