MXoN 2015. Team italiano, è polemica sulla scelta dei piloti

MXoN 2015. Team italiano, è polemica sulla scelta dei piloti
Vista la difficoltà nel creare una formazione da podio a causa delle condizioni fisiche dei tre moschettieri del motocross azzurro la FMI punta sui giovani creando però perplessità a molti tifosi
26 agosto 2015

Quella che deve ancora finire è senza dubbio una delle stagioni del cross iridato più massacranti che si ricordi. Un anno che non ha risparmiato neppure i piloti italiani, visto che tutti e quattro i partenti della MXGP, Cairoli, Philippaerts, Guarneri e Lupino, si sono dovuti leccare le ferite provocate da pesanti cadute che ha minato la loro annata. Ad iniziare dal Tonino nazionale che dalle qualifiche di Maggiora è stato protagonista di un lungo calvario al quale è poi dovuto sottostare gettando mestamente la spugna per via del braccio che per ritornare a posto necessitava di una lungo periodo di riposo.

 

E’ partita da questa considerazione la scelta della Federmoto quando ha cercato la migliore combinazione per allestire il team che il 27 settembre ci rappresenterà in Francia nella tradizionale gara a squadre di fine stagione. Avendo un grosso punto interrogativo sulla effettiva presenza ed eventuale competitività di Cairoli, e trovandosi nell’impossibilità quindi di affiancare a Philippaerts e Guarneri un elemento che potesse permettere alla formazione di aspirare al podio, perché a questo punto non puntare direttamente su di un gruppo di giovani senza pretese? Così è stato fatto, scegliendo Michele Cervellin (MX2), Ivo Monticelli (MXGP) e Samuele Bernardini (Open), creando però tra gli appassionati numerosi polemiche.

 

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Thomas Traversini

«E’ stata una scelta non facile e molto ponderata - ha commentato a Moto.it il CT della Nazionale Thomas Traversini - senza un Cairoli al 100% avremmo lottato almeno dal quinto posto in giù per cui perché non cogliere già l’occasione per far fare esperienza a tre giovani da crescere che in questa occasione partono senza alcuna pressione e obbligo di risultato? Un conto è infatti partire a fianco di due tuoi colleghi di alto livello che mirano a fare bene, un altro è essere tutti allo stesso livello e partire senza nessun peso per capire anche come funziona questa gara che va interpretata bene anche a livello di strategia e regolamento. Una volta rotto il ghiaccio, se nell’edizione successiva ci saranno le condizioni per fare bene a fianco di Cairoli, Philippaerts o Guarneri, vorrà dire che hanno fatto già la loro esperienza e che perciò saranno pronti a dare il meglio».
 


David Philippaerts

«Prima o poi sarebbe dovuto succedere - è la considerazione che ci ha espresso David Philippaerts - visto che io, Davide e Tony non è che potremo andare avanti per tanti anni. Però visto che non siamo impossibilitati a correre e che non siamo affatto infortunati, almeno per quanto riguarda me e Guarneri ma pare che anche Tony corra l’ultimo GP, si poteva trovare almeno un’altra scusa, non certo che non siamo stati scelti perché non siamo in forma. Io ci sarei stato, e credo anche Guarneri, mi spiace per i miei fans e gli sponsor che mi hanno seguito per tutta la stagione e che si aspettavano la mia presenza al Nazioni».
 


Davide Guarneri

«Innanzi tutto voglio dire che non è affatto vera la voce che per fare la Sei Giorni non ci sarei stato al Nazioni, io avevo dato la disponibilità piena per far parte della Nazionale, ma la FMI ha deciso di percorrere una strada differente che comunque rispetto. Evidentemente avranno avuto i loro buoni motivi per puntare su una squadra di giovani, spero che facciano bene ed eventualmente ne riparleremo per la prossima edizione».

 

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