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Non ha perso l’occasione di presenziare alla gara del Regno Unito, e questo fine settimana sarà anche nei box di Lierop. Buon segno, per David Philippaerts, che dopo l'operazione ai polsi subita all'inizio di luglio, resa necessaria per ridurre i due avambracci fratturati in Svezia, ora si trova in buona forma e dovrebbe avere presto il via libera dagli specialisti per ricominciare a guidare la sua YZ450FM.
«Mi sento meglio, ma sono frustrato perché non mi è ancora possibile tornare in pista – ha commentato l’ex iridato toscano – per fortuna non ho male, mi sento forte e il dottore è contento del lavoro che è stato fatto. Ha detto che l'operazione ha sistemato i polsi e li ha resi ancora più forti rispetto all’intervento che ho subito l'anno scorso all’incirca nella stessa posizione, e ovviamente questo per il mio lavoro è importante».
Quale sarà il prossimo passo?
«A breve avrò un controllo, e spero che poi i medici mi diano la data in cui potrò tornare in sella, che farò con calma fino a tornare alla mia velocità normale. Non sono andato in bici e non ho fatto molto esercizio perché la stagione per me è finita, e non ha senso iniziare ad allenarsi adesso. Il mio obiettivo al momento è il 2013, faccio dell'esercizio leggero per mantenermi in forma, e quando tornerò ad allenarmi intensificherò il lavoro sia fisico che sulla moto. Per ora sto facendo fisioterapia ogni giorno».
Come hai passato il tempo dopo l’incidente?
«Ho fatto dei lavoretti a casa perché prima non ho mai avuto tanto tempo libero! Metto a posto le piccole cose e mi vedo con gli amici, cammino ogni giorno fino al bar per chiacchierare. E' una vita diversa».
Il motocross è la mia vita e voglio continuare a correre
Non ti ha mai preoccupato il fatto che l'infortunio fosse una ripetizione di quello dell'estate scorsa?
«Sono contento dell'operazione dell'anno scorso, le persone in Germania mi hanno seguito con cura, anche se nell'insieme non era certo come essere a casa. Stavolta sapevo di quale medico avevo bisogno e l'ho chiamato direttamente dalla Svezia subito dopo l'incidente, mi ha spiegato che l'operazione sarebbe stata difficile perché avrebbe dovuto rimuovere le vecchie placche e inserirne altre in un nuovo materiale. C'erano due possibilità: un'operazione più semplice con un periodo di recupero di sei lunghi mesi, oppure un'operazione più seria con un recupero più breve, e il dottore mi ha consigliato quella più seria perché era migliore. E' durata molto tempo, ma per me significava poter tornare in moto dopo solo due mesi. Il medico è rimasto soddisfatto del suo lavoro e di come sono andate le cose dopo l'operazione. l'anno scorso ho potuto muovere le mani dopo venti giorni, stavolta dopo appena un paio, è stato tutto decisamente più veloce».
Le tue prospettive?
«Quest’anno ho fatto lo stesso allenamento e ho guidato forte in molte gare, ad esempio Messico e Brasile, quindi mi dico: perché non potrei fare lo stesso per la prossima stagione? L'operazione non è stata a posti delicati come un ginocchio, una spalla o ai legamenti, era solo un osso e ho consultato il miglior specialista. L'altra volta avevo due tipi diversi di placche, adesso sono passato ad un materiale più resistente per entrambi i polsi. Il motocross è la mia vita e voglio continuare a correre».