Ryan Villopoto si ritira!

Ryan Villopoto si ritira!
Lo statunitense della Kawasaki getta la spugna per i problemi fisici conseguenti alla caduta in Trentino. Chiude la carriera in modo mesto e non consono a un pilota della sua fama
9 luglio 2015

Alla fine la conferma è arrivata: Ryan Villopoto si ritira. E lo fa sapere con un mieloso comunicato della Kawasaki che decanta tutti gli anni felici e ricchi di vittorie passati assieme al 27enne campione supercross e motocross e con la dichiarazione dello statunitense in cui dopo aver a lungo latitato non solo nei confronti dei media ma persino del suo team, anche nella sua ultima occasione è stato capace di dire… niente.

«E' con gratitudine, umiltà, un po' di tristezza, ma senza rimpianto, che oggi annuncio il mio ritiro dalle corse - ha scritto il vincitore del GP di Thailandia - come molti di voi sanno ho vissuto un incidente piuttosto orrendo ad aprile che mi ha lasciato con fratture multiple al coccige e con danni ai tessuti molli. Inizialmente pensavo che avrei potuto essere in sella dopo poche settimane dopo un po’ di riposo, ma non è stato così perché i successivi raggi X hanno chiarito che ho anche sofferto una grave compressione dei dischi della colonna vertebrale. Mi trovo ancora in una condizione di notevole disagio, e mi rendo conto che anche se cominciassi il mio programma di allenamento non sarei in grado di trovare la competitività per correre ai massimi livelli prima della fine stagione. 
Sono grato per aver avuto l'opportunità di fare qualcosa che ho amato sin da quando ero un ragazzino e trasformarlo nella mia professione. Sono grato per il sostegno della mia famiglia per tutti i sacrifici che hanno fatto e gli anni trascorsi vicino a me alle gare.
 

Inizialmente pensavo che avrei potuto essere in sella dopo poche settimane dopo un po’ di riposo, ma non è stato così perché i successivi raggi X hanno chiarito che ho anche sofferto una grave compressione dei dischi della colonna vertebrale

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«Sono grato per il sostegno dei miei tanti sponsor nel corso degli anni. Quello che la gente spesso non pensa, è che quando si pratica sport di azione individuali come il motocross ci affidiamo agli sponsor per poter competere. Nel motocross, gli sponsor non sono solo un nome sulla maglia - sono parte della tua squadra corse. Se sono buoni, sono sponsor nel vero senso della parola. Essi sono coinvolti nella costruzione del miglior moto, nel mettere insieme la squadra migliore, sostenendo l'allenamento, e molto altro ancora. Così, con questo in mente, prima di tutto voglio ringraziare la Kawasaki, che è stata la moto che ho scelto fin dall’inizio e che è stata con me attraverso alti e bassi, gravi lesioni e grandi successi, si sono sempre curati di me e ho avuto successo in gran parte grazie anche a loro. Così come THOR / Parts Unlimited e Monster Energy Company, e voglio ringraziare anche a DC, GoPro, Oakley, Alpinestars, Atlas e Mobius Bretelle, ognuno di loro è stato parte integrante per rendere la mia carriera straordinaria.
Voglio ringraziare il mio agente di lunga data e mio amico Bobby Nichols, la sua agenzia The Syndicate Sports per la forte guida e sostegno che mi hanno offerto tutta la mia carriera.


 

Il poster del ritiro
Il poster del ritiro

«Ma più di tutto, sto scrivendo questa nota di commiato per i miei fans. Sono grato per le centinaia di migliaia di appassionati, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. E’ sorprendente che mi abbiano supportato così a lungo. E ciò mi dona tristezza nel prendere ora questa decisione. Ero così entusiasta di prendere parte alla MXGP, perché è sempre stato importante per me guidare al meglio e dare il massimo per voi tifosi. E mi dispiace che quest'anno non sia andata come speravo, volevo essere al mio meglio per competere con questi piloti, che sono tra i migliori al mondo e dare il meglio di me stesso, purtroppo ho potuto farlo solo in alcune gare.
Sono grato di aver avuto la possibilità di correre con i migliori nel mondo, i miei concorrenti in Supercross e Motocross negli Stati Uniti così come quelli che della MXGP. Sono grato di sapere che la nostra competitività ha contribuito a far crescere il nostro sport. Lascio senza rimpianti. E’ una benedizione che abbia potuto godere così tanto nella vita attraverso le corse. Non ho mai voluto deludere i miei fans, né i miei sostenitori e la mia speranza è di esserci riuscito. Ancora una volta, grazie a tutti coloro che hanno fatto parte della mia squadra.»

La decisione di appendere il casco al chiodo è quindi da imputare all’incidente di Trento che gli procurò la fattura del coccige, e quella di una vertebra il cui danno fu trovato inspiegabilmente una ventina di giorni dopo la caduta, ancora a detta sua in corso di guarigione. Nessuno può sapere se sia così o meno, di certo è che la sua è stata una stagione strampalata, come abbiamo avuto già modo di sottolineare, iniziata male probabilmente per avere preso sottogamba il mondiale e, a parte l’acuto tailandese, prolungatasi dopo il GP del Trentino in modo sconcertante visto la sua latitanza persino nei confronti della sua squadra che ad un certo punto per un paio di settimane non ha avuto più notizie di lui.

Ora si dice che troverà una sistemazione all’interno della Kawasaki come PR o uomo immagine, chissà. Di sicuro quando lo si rivedrà nel paddock difficilmente si farà a meno di pensare come un campione del suo rango abbia potuto disputare la sua ultima annata con così tanti errori e un atteggiamento che di professionale sembra aver avuto ben poco.

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