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Il panorama delle Crossover di media cilindrata è ricco di proposte interessanti e attira verso di sé il baricentro del mercato. Linea evocativa, sostanza, prezzo d'attacco sembrano i punti chiave per avere successo, ma il segmento è in fermento e molte altre motociclette sgomitano per la supremazia. Due di queste le abbiamo provate da poco, sono la Kawasaki Versys 650 e la CFMOTO MT 650 ADV e a questi test vi rimandiamo per l'analisi più approfondita di queste Crossover di 650 cc con cerchi di 17 pollici.
Tra i vostri commenti, però, abbiamo colto la curiosità di sapere se la somiglianza del layout di questi due progetti è tale da renderle in qualche modo sovrapponibili o no e, visto che vogliamo sempre accontentarvi, le abbiamo portate in strada e in pista dove abbiamo pure effettuato dei rilevamenti strumentali. Per metterle alla pari sul piano della dotazione, alla MT 650 ADV - cioè alla versione con borse e roll bar - abbiamo affiancato la Versys 650 dotata di kit Tourer Plus.
Parliamo di prezzi: la Kawasaki Versys 650 costa 7840 euro f.c. (7990 la versione nei colori Moondust Grey) ma fino al 30 settembre 2020 è in omaggio il kit Tourer Plus composto da valigie laterali in tinta da 28 litri complete di borse interne, paramani, protezione serbatoio adesiva, faretti LED fendinebbia. La CFMOTO 650 ADV costa invece 6890 euro f.c., così come la vedete in questa comparativa, ma spogliata di borse e roll bar il prezzo scende a 6500 euro f.c.
Cosa manca? Gli pneumatici: per rendere ancora più comparabili i risultati, grazie al prezioso supporto di Metzeler e del suo centro di Sperimentazione di Giarre, abbiamo uniformato la gommatura montando sui cerchi le nuovissime Roadtec 01SE che, grazie a questa comparativa, siamo stati tra i primi a provare nel fitment 120 ant.-160 post. Curiosi di sapere com'è andata? Pure noi!
Esteticamente non potrebbero essere più differenti: la Versys 650 segue l'impronta stilistica Kawasaki fatta di spigoli e citazioni al mondo Tsugumi, la MT 650 ADV è disegnata da Kiska, e si vede: personalissima nelle linee del cupolino che resta la zona più distintiva della 650 cinese.
Sul lato delle finiture Kawasaki vanta le borse laterali in tinta, a differenza della CFMOTO che monta delle efficentissime SHAD 36 ma non personalizzate per la MT che tra l'altro, a nostro avviso, soffre esteticamente dell'ingombrante roll bar: indubbiamente protettivo per pilota e moto ma poco elegante nelle giunzioni di montaggio. Per il resto, entrambe le moto vantano finiture più che adeguate alla loro classe e al loro prezzo, senza imperdonabili cadute di stile.
Andando ad approfondire l'esame sul lato della dotazione, notiamo che l'architettura delle due contendenti ha alcuni punti di contatto, a partire dai due motori entrambi bicilindrici frontemarcia otto valvole dalle medesime misure caratteristiche di 83 mm di alesaggio per 60 di corsa, ma i cavalli sono 69 per Versys, 61 per MT (quest'ultima con valore riportato a libretto di 45 kW, a differenza della scheda tecnica che riporta 71 Cv).
Si continua nelle similitudini con lo schema telaistico a diamante, l'altezza della sella da terra (840 mm), lo schema dell'impianto frenante (J Juan per CFMOTO e Nissin per Kawasaki) e quello delle sospensioni con il mono disassato sul lato destro (con il notevole plus per Kawasaki della regolazione remota del precarico del mono posteriore). Identici alcuni particolari come manopole, contrappesi manubrio, specchietti, blocchetti elettrici, ma questa è pura accessoristica, mentre sono diverse le strumentazioni, con la Versys che sfoggia un contagiri analogico e un display LCD quando la MT racchiude tutte le informazioni in uno strumento LCD.
Ovviamente identiche le misure di cerchi e pneumatici: 17" con 120/70 all'avantreno e 160/60 posteriormente.
Le caratteristiche a confronto (tra parentesi i dati della CFMOTO 650 ADV)
Metzeler Roadtec 01SE è stata la nostra scelta per uniformare i risultati del test: le gomme dell'elefantino sono state già oggetto di un nostro approfondito test declinato sopratutto in chiave maxi; qui, invece, le montiamo nelle misure per le Crossover medie, quella coppia 120/70 e 160/60 che non avevamo ancora messo alla frusta in circuito.
Le Roadtec 01SE ci hanno strappato ben più di largo sorriso: l'anteriore ci ha lasciato quasi stupiti dalla capacità di uniformare il comportamento dinamico tra le due ciclistiche in pista e, su strada, di trasmettere al pilota fiducia e prevedibilità elevatissime. Stabilità, comunicatività fin da subito (ma il warm-up è stato favorito dalle temperature estive) e un sostegno alla guida - anche sportiva - che non viene mai meno, regalato dalla progressività di ingresso in curva unita alla sensazione di manegevolezza che consente di danzare tra una svolta e l'altra restando tuttavia insensibili alle righe bianche e mostrando una praticamente nulla tendenza a rialzarsi se si usano i freni in piega.
In pista non siamo stati sorpresi dell'ottimo grip, ma del resto con meno di 70 cavalli la Roadtec posteriore ha avuto vita facile, quanto della capacità di poter girare immediatamente al massimo delle possibilità nostre e delle due 650; la prova in circuito si è articolata in più sessioni variabili da 5 a 10 giri consecutivi, con temperature dell'asfalto elevate ma il rendimento rimasto costante e le Roadtec 01SE anche in strada hanno mantenuto le stesse elevate prestazioni sia in termini assoluti che di feeling.
Grazie a Metzeler che ci ha messo a disposizione il suo circuito di Acireale per i test sul bagnato, abbiamo messo anche le ruote sull'umido in condizioni di sicurezza. Giro dopo giro, con le Roadtec 01SE è stato semplice avvicinare i limiti di moto e - sopratutto - ABS: la qualità del feeling e della tenuta sul bagnato della gomma anteriore full silica è notevole, con un po' di pratica si stacca da circa 100 km/h quasi come sull'asciutto, la moto resta direzionale e sicura negli ingressi, il posteriore - ricordiamoci che queste due moto non hanno il Traction Control - perde aderenza soltanto se lo si cerca perfidamente per capire fino a che punto si può arrivare. Tradotto in soldoni, nell'impiego di tutti i giorni le Roadtec 01SE garantiscono grande sicurezza.
Andiamo subito al dunque: per puro dovere professionale abbiamo spremuto senza pietà le due Crossover a Pergusa dove, alla fine di una giornata caldissima, abbiamo apprezzato come la CFMOTO e la Kawasaki abbiano tenuto il punto senza un singolo accenno di fatica nonostante freni, sospensioni e motore abbiano dovuto subire un trattamento severo e assolutamente fuori luogo rispetto alla categoria di utilizzo: un tracciato velocissimo come Pergusa nel quale si sta a gas spalancato e a regimi altissimi per buona parte del giro non è il teatro elettivo per queste motociclette che, come già detto, hanno marciato senza lamentarsi per tutta la prova.
Ovviamente, non era nostra intenzione stilare una classifica né spaccare il cronometro, quanto effettuare un confronto oggettivo possibile soltanto in circuito, giro dopo giro: grazie alla guida dell'Ingegner Giuseppe Vitale che per il Centro Sperimentazione Metzeler cura l'acquisizione dati e la telemetria, abbiamo estrapolato alcuni dati significativi e effettuato alcuni lanci a parità di pilota da cui ricavare il best lap. Premettiamo che questi rilevamenti non vogliono dare valori assoluti, sono soltanto le risultanze di test fatti a parità di condizioni e di pilota e, ovviamente, possono mutare in presenza di variabili ambientali, pneumatici installati, circuito e pilota differenti.
Pronti per scendere in pista? Già dalla posizione di guida emergono sostanziali peculiarità. La Kawasaki Versys 650 ha un'ergonomia leggermente più turistica, più ampia nel manubrio e più accogliente per i più alti rispetto alla CFMOTO che ha un manubrio più stretto e vicino: sulla MT ci si sente più all'interno della moto che seduti sopra e questo ha immediati riflessi nella guida che consente di caricare più facilmente la ruota anteriore.
Tuttavia la Kawasaki restituisce un grande feeling con l'avantreno e i suoi trasferimenti di carico sono ottimamente controllati dalle sospensioni che gestiscono lodevolmente le staccate e le accelerazioni. In percorrenza a gas spalancato non si avverte la minima incertezza: la Versys resta su un binario in attesa dell'uscita dove può far valere una curva di coppia più sostenuta che la proietta verso la prossima staccata dove resta in vantaggio, rispetto alla MT 650, grazie a una frenata con più mordente e ugualmente modulabile.
Per quanto possano avere un senso i tempi sul giro, la Kawasaki segna un 2'13"76 con una velocità massima in fondo al rettilineo di 180,4 Km/h, quando ancora il motore ha molto da dire. Il suo crono in accelerazione da 0 a 350 metri di 12"43', unito al tempo di ripresa in sesta marcia tra i 50 e i 130 km/h di 11"82', ci racconta di un motore non soltanto con più potenza ma anche con una curva di coppia più favorevole rispetto all'unità CFMOTO. Per passare da 130 a 0 Km/ la Versys ha impiegato 73,2 metri, un risultato ottenuto senza fatica e senza far entrare in funzione l'ABS,
Passiamo alla concorrente cinese: a Pergusa la CFMOTO MT 650 ADV ha mostrato un ingresso in curva eccellente, omogeneo e solido, e il suo avantreno trasmette grande sicurezza fino ai limiti di inclinazione (rappresentati dai piolini delle pedane, non dal roll bar). Il motore da 61 cavalli distende quasi fino all'ultima stilla di potenza e porta la MT a superare il dato dichiarato di velocità massima toccando i 176 km/h effettivi. Il tempo sul giro è di 2'17"97, oltre quattro secondi più lento di quello fatto registrare dalla Versys, mentre ci vogliono 13"8 per passare da fermo i 350 metri e 15"46 per passare da 60 a 130 Km/h; tutti i rilevamenti mostrano un ritardo rispetto alla Kawasaki imputabile principalmente alla minore potenza e al minor tiro in basso del bicilindrico della MT.
La MT si è però distinta in frenata: 74 metri per passare da 130 Km/h a 0, sono un risultato quasi sovrapponibile a quello della sfidante giapponese cui la posizione di guida che aiuta il feeling in frenata e i trasferimenti di carico controllati hanno certamente contribuito.
Per entrambe la stabilità è irreprensibile, mentre nei cambi di direzione la Kawasaki ci è sembrata più pronta ad invertire la piega senza però alcun nervosismo d'assetto. Promosse entrambe!
Quello che sarebbe potuto sembrare un elemento di vantaggio sopratutto in pista e la cui influenza sull'utilizzo stradale presupponevamo fosse limitata, si è invece rivelato un carattere ancora più distintivo nell'utilizzo stradale: il motore della Versys su strada spinge di più in ogni marcia e asseconda meglio anche la guida disimpegnata.
Non stiamo assolutamente parlando di differenze siderali: ma scendendo e salendo dalle due moto si avverte una certa carenza di coppia ai bassi regimi del propulsore della CFMOTO che rende più frequente l'uso del cambio. Sul piano del piacere di guida, ognuna delle due ha un comportamento facile da interpretare, permettono di togliersi qualche soddisfazione nelle curve, non stancano e offrono rigore e sicurezza ad ogni chilometro. Difficile dire se sia preferibile la maggiore abitabilità della Versys unita alla maggiore capacità di assorbimento delle sue sospensioni o l'impressione di essere su una moto più stradale della MT, è soltanto una questione di gusti.
Ultima nota, i consumi: praticamente coincidenti per Kawasaki e CFMOTO durante il nostro test ma - ci teniamo a sottolinearlo - elevati perché i ritmi in pista sono stati letteralmente infernali e sempre molto esigenti nei confronti delle due moto (che probabilmente non sapevano cosa le attendeva...), se consideriamo anche i rilevamenti strumentali e gli shooting fotografici il dato di 14,8 Km/litro non deve spaventare ma anzi far riflettere sul fatto che nel loro utilizzo normale tutte e due le moto consumeranno molto, molto, meno.
Alla fine della nostra comparativa possiamo tranquillamente affermare che ognuna delle due motociclette ha una sua forte personalità distinta; i punti di contatto tra la Kawasaki Versys 650 e la CFMOTO MT 650 ADV si limitano al layout e a parte delle componentistica: nonostante lo schema del propulsore sia identico sono molto diverse l'erogazione e le prestazioni di punta, così come le caratteristiche funzionali delle sospensioni e il feeling di guida.
Restano due moto adatte sia al turismo che al commuting, con la Kawasaki più abitabile e turistica nell'ergonomia e punto di arrivo di un progetto maturo e consolidato, mentre la CFMOTO strizza l'occhio ad un comportamento dinamico appena più sportivo ma sia la giapponese che la cinese sono adatte alla città, comode, capaci di portarvi in capo al mondo con consumi ridotti e facilità di gestione. I prezzi di entrambe restano interessanti per la qualità e le prestazioni: se volete soddisfare senza svenarvi la vostra voglia di moto, adesso non avete scuse!
Video: Daniele Onorato
Foto: Fabio Grasso