"Ride or Die": la BBC racconta il lato umano e spirituale delle corse motociclistiche su strada

"Ride or Die": la BBC racconta il lato umano e spirituale delle corse motociclistiche su strada
Attraverso lo sguardo di tre protagonisti, il film entra nel mondo delle Road Races, disciplina affascinante quanto letale, capace di regalare emozioni forti ma anche tragedie. Al centro del racconto c’è la preparazione per la North West 200
15 aprile 2025

Cosa spinge un essere umano a rischiare la vita per pochi minuti di gloria e adrenalina su due ruote? A questa domanda cerca di rispondere Ride or Die, il nuovo documentario firmato BBC disponibile su BBC iPlayer.

Al centro del racconto c’è la preparazione per la North West 200, una delle competizioni più celebri e pericolose al mondo, che si disputa lungo la spettacolare costa settentrionale dell’Irlanda del Nord. Qui i piloti raggiungono velocità fino a 320 km/h su strade che durante il resto dell'anno sono aperte al pubblico. Quindi niente vie di fuga. Niente "jolly" ammessi.

Tra i volti principali c’è Lee Johnston, cinque volte vincitore e uno dei più rispettati nel paddock. Sopravvissuto a un gravissimo incidente nel 2023, Johnston è in piena riabilitazione fisica e psicologica, con l’obiettivo di tornare in pista per l’edizione 2024. “È una corsa personale contro il tempo e contro la paura,” racconta.

Il documentario dà spazio anche a Maria Costello, pioniera femminile nel motociclismo su strada, una delle pochissime donne a cimentarsi in questo sport. Dopo trent’anni di carriera, Maria si ritrova a confrontarsi con un nuovo dolore: la perdita della madre, che da sempre aveva temuto per la sua incolumità. “Tornare a correre – confessa – mi dà qualcosa di cui ho bisogno per affrontare il lutto.”

Completa il trio Kevin Keyes, pilota della Repubblica d’Irlanda, veterano dei circuiti chiusi ma al debutto nelle road races. Il docufilm mette in mostra tutti gli accorgimenti, gli allenamenti e cerca di far risaltare le differenze tra queste corse "cittadine" e quelle "normali" in circuito.

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Il documentario non si limita al profilo sportivo ma dà voce anche a chi vive le corse da bordo pista, come i familiari, spesso invisibili protagonisti di un dramma collettivo. Significativa la testimonianza della famiglia di Jamie Hodson, pilota morto nel 2017 durante l’Ulster Grand Prix. Suo fratello Rob, presente in pista quel giorno, offre un racconto toccante e profondo.

Al centro del racconto c’è anche il reverendo John Kirkpatrick, cappellano di gara da oltre trent’anni, che con la sua presenza nei paddock unisce spiritualità, ascolto e sostegno. Ha celebrato i funerali di numerosi piloti caduti in gara e continua a interrogarsi sul conflitto tra l'importanza della vita e la ricerca di senso e identità in uno sport ad alto rischio.

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