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Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, in rappresentanza dei distributori di carburante in autostrada hanno comunicato lo stato di agitazione e che la categoria è pronta a uno sciopero generale in programma il 28 febbraio.
E' tutto nero su bianco, scritto in una lettera indirizzata ai ministri delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla Transizione ecologica Roberto Cingolani. Le sigle chiedono "una riforma sostanziale al settore attraverso lo strumento proprio del Decreto Interministeriale".
Non bastavano infatti gli aumenti di benzina e diesel, a infiammare gli animi sono "gli sviluppi che hanno preso e ancor più rischiano di prendere le vicende collegate alle concessioni dei servizi presso le aree autostradali". Chiedono quindi "un intervento in grado di ripristinare un quadro regolatorio certo, capace almeno di contenere il più sfrenato sfruttamento privatistico ventennale, arbitrario e discriminatorio, di cui è stato fatto oggetto un bene di proprietà pubblica che, 'messo a (significativo) reddito dai concessionari' senza alcun controllo, lascia che allo Stato rimangano le molte responsabilità e i notevoli costi necessari a sanare i danni causati".
A gettare ulteriore benzina sul fuoco sono state probabilmente anche le dichiarazioni dei giorni scorsi dell'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, durante l'audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera. Si è infatti parlato anche dell'installazione di colonnine di ricarica nelle aree di servizio. Entro la fine del 2022 ci saranno 50 punti di ricarica e entro metà 2023 il numero raddoppierà.