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Ci sono campagne pubblicitarie che sono vere opere d'arte di comunicazione. Idee originali, grafiche che impressionano e copy che rimangono impressi. Vespa, in più di mezzo secolo, ha avuto diverse vette pubblicitarie: indimenticabile "Chi vespa mangia le mele", ma prima ci fu quella denominata: "Vespizzatevi".
Un imperativo che accompagnò l’Italia e l’Europa nella ricostruzione post bellica e nelle prime fasi del boom economico, quando Vespa fu il mezzo di tutti per il recupero della mobilità, e quindi della libertà.
Rispolverare quello slogan oggi, nelle intenzioni di Piaggio, è "un'esortazione a riappropriarsi della nostra libertà di muoverci in autonomia e sicurezza, gestendo noi le distanze, scegliendo se evitare le file e sfuggire all’affollamento e al traffico. E Vespa lo fa come ha sempre fatto, con lo stile, la classe e l’eleganza che da sempre la contraddistinguono".
La campagna, realizzata da BBH London, vede il contributo di grandi grafici internazionali, quattro artisti: l’inglese Paul Thurlby, il francese Quentin Monge, l’argentino Sebastian Curi e l’italiano Agostino Iacurci. L'idea alla base è quella di celebrare la Vespa come simbolo di libertà.
La prima versione del “Vespizzatevi” arriva nel 1950 su grafiche di Nino Ferenzi (in origine Ferencich): il grafico triestino fu il primo a illustrare la campagna che poi vide anche le firme di grandi nomi della réclame, quali i francese Bernard Villemot e l’italiano Zambelli.