[VIDEO] Giro d'Italia: l’incredibile tappa 20 preparata da Edi Orioli

Se avete seguito alla televisione, sabato, la cronoscalata del Giro al Monte Lussari, avete visto le bici trasportate in spalla dai meccanici, in moto, su una salita ripida e stretta. E’ vero che i motociclisti erano stati preparati da Edi Orioli? Eccolo al telefono
29 maggio 2023

C’è chi l’ha giudicata una tappa troppo estrema. La tappa 20 che sabato ha deciso il Giro a favore di Roglic era una cronometro individuale, anzi una cronoscalata, di 18,6 km con 1.050 metri di dislivello: prima un tratto pianeggiante di 11 km in sella alla bici da velocità, poi la salita, durissima, e il cambio bici “facoltativo”al km 9,4.

Immagini suggestive, alla tivù: la salita è tanto stretta che le auto non passano, solo le moto. Dietro ad ogni corridore, dopo la moto che trasporta l’operatore tv e la moto del d.s. (o del massaggiatore), una terza moto con un passeggero particolare: un meccanico con la bici di scorta in spalla. Quella strada era una mulattiera fino a pochi mesi fa, tornanti stretti in cemento, pendenze fino al 22%. E’ vero, come si è sentito in telecronaca, che a preparare i motociclisti è stato Edi Orioli?

“Non esageriamo - si schernisce Edi al telefono domenica sera - è meglio dire che ho fatto una serie di sopralluoghi per capire se si poteva fare. I motociclisti del Giro sono bravissimi, ma ma un conto è la pianura o fare il Falzarego a 60 all’ora, un conto è essere capaci di salire a 8-10 kmh, ripartire da fermo, carichi, in quella salita e con la bici di scorta, perché quella ci vuole sempre. Io ho dato soltanto l’ok per la fattibilità”.

Qualcuno, come Lefevere, general manager di Evenepoel, ha criticato: si è esagerato, il Giro è diventato un Circo...

“Macchè, una volta andavano sù per i passi con la camera d’aria attorcigliata al collo e non rompevano. E’ la solita polemica, un po’ come la Dakar di oggi contro quella di ieri…

Edi racconta: in Friuli, da anni, a organizzare le tappe del Giro che passano in regione era Enzo Cainero un appassionato commercialista che è scomparso a gennaio ed era grande amico di Orioli. Da almeno dieci anni i sopralluoghi e la definizione dei percorsi hanno sempre coinvolto il quattro volte vincitore della Dakar.

Quest’anno, per l’edizione numero 106 del Giro, il sogno di Cainero era molto ambizioso: portare appunto i corridori sul Monte Lussari che è un posto mitico delle Alpi Giulie, con il santuario del XVI secolo, un simbolo spirituale delle genti alpine friulane, comune di Tarvisio.

Ora, con il Giro e grazie a Enzo Cainero che tutti amavano, il luogo è diventato mitico anche per il ciclismo, professionale e amatoriale.

Ultima curiosità: le moto che trasportavano il meccanico con la bici in spalla erano tutte diverse, non c’era solo il brand ufficiale del Giro. Erano le moto personali di quei motociclisti “speciali”: tutti locali, tutti con la loro moto personale, molti amici di Edi Orioli. Dallo scorso ottobre spesso impegnati, su e giù, a provare quella salita...

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