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C’è chi l’ha giudicata una tappa troppo estrema. La tappa 20 che sabato ha deciso il Giro a favore di Roglic era una cronometro individuale, anzi una cronoscalata, di 18,6 km con 1.050 metri di dislivello: prima un tratto pianeggiante di 11 km in sella alla bici da velocità, poi la salita, durissima, e il cambio bici “facoltativo”al km 9,4.
Immagini suggestive, alla tivù: la salita è tanto stretta che le auto non passano, solo le moto. Dietro ad ogni corridore, dopo la moto che trasporta l’operatore tv e la moto del d.s. (o del massaggiatore), una terza moto con un passeggero particolare: un meccanico con la bici di scorta in spalla. Quella strada era una mulattiera fino a pochi mesi fa, tornanti stretti in cemento, pendenze fino al 22%. E’ vero, come si è sentito in telecronaca, che a preparare i motociclisti è stato Edi Orioli?
“Non esageriamo - si schernisce Edi al telefono domenica sera - è meglio dire che ho fatto una serie di sopralluoghi per capire se si poteva fare. I motociclisti del Giro sono bravissimi, ma ma un conto è la pianura o fare il Falzarego a 60 all’ora, un conto è essere capaci di salire a 8-10 kmh, ripartire da fermo, carichi, in quella salita e con la bici di scorta, perché quella ci vuole sempre. Io ho dato soltanto l’ok per la fattibilità”.
Qualcuno, come Lefevere, general manager di Evenepoel, ha criticato: si è esagerato, il Giro è diventato un Circo...
“Macchè, una volta andavano sù per i passi con la camera d’aria attorcigliata al collo e non rompevano. E’ la solita polemica, un po’ come la Dakar di oggi contro quella di ieri…
Edi racconta: in Friuli, da anni, a organizzare le tappe del Giro che passano in regione era Enzo Cainero un appassionato commercialista che è scomparso a gennaio ed era grande amico di Orioli. Da almeno dieci anni i sopralluoghi e la definizione dei percorsi hanno sempre coinvolto il quattro volte vincitore della Dakar.
Quest’anno, per l’edizione numero 106 del Giro, il sogno di Cainero era molto ambizioso: portare appunto i corridori sul Monte Lussari che è un posto mitico delle Alpi Giulie, con il santuario del XVI secolo, un simbolo spirituale delle genti alpine friulane, comune di Tarvisio.
Ora, con il Giro e grazie a Enzo Cainero che tutti amavano, il luogo è diventato mitico anche per il ciclismo, professionale e amatoriale.
Ultima curiosità: le moto che trasportavano il meccanico con la bici in spalla erano tutte diverse, non c’era solo il brand ufficiale del Giro. Erano le moto personali di quei motociclisti “speciali”: tutti locali, tutti con la loro moto personale, molti amici di Edi Orioli. Dallo scorso ottobre spesso impegnati, su e giù, a provare quella salita...