Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Un po’ l’avvento della patente A2, un po’ la crisi economica e la crescente importanza dei mercati asiatici – dove i modelli fra i 250 e i 400 sono considerate grosse cilindrate – fatto sta che l’offerta delle Case giapponesi nel segmento delle under 400 cc sta fiorendo con tante proposte che offrono un ottimo compromesso fra prestazioni e prezzo.
La YZF-R3 sembra, almeno sulla carta, una proposta più sofisticata tecnicamente della media delle concorrenti, pur mantenendo un prezzo più che accessibile. La linea – a metà fra la R125 e la R6, sempre contraddistinta da masse tutte cariche sull’avantreno e un codone quasi etereo – la identifica inequivocabilmente come una di famiglia, con un’aria sicuramente più adulta, ricca e curata rispetto alla ottavo di litro.
La discendenza dalle ultime novità Yamaha appare evidente analizzando il motore – un bicilindrico parallelo frontemarcia da 321 cc, naturalmente a quattro tempi e con distribuzione bialbero plurivalvole. Particolarmente contenuto l’angolo fra le valvole, rispettivamente di 26 e 22,5 mm di diametro per aspirazione e scarico, e come da tradizione Yamaha è stata curata la collocazione del corpo farfallato in verticale per sfruttare al meglio la forza di gravità per ottimizzare l’alimentazione. Contraddistinto da misure marcatamente superquadre (68 x 44,1) e da un rapporto di compressione 11,2:1 è capace di 42 cavalli a 10.750 giri e di una coppia di 29,6 Nm a 9.000.
Il comando della distribuzione limita al massimo le componenti del treno come su YZF-R1 (le uniche componenti che separano la camma dallo stelo della valvola sono bicchierino e piattello) limitando al massimo le masse in moto alterno e definendo così un motore più reattivo ed efficiente agli alti regimi. Stessa filosofia alla base dell’adozione di pistoni forgiati e bielle in acciaio al carburo, che riducono il peso delle componenti interne al motore e girano all’interno di cilindri DiaSil, processo di pressofusione al debutto su un bicilindrico Yamaha. E parlando di cilindri, il loro posizionamento disassato (offset) richiama immediatamente alla memoria le moderne unità montate sulle MT-09 ed MT-07. La fasatura regolare (a 180°) dell’albero motore privilegia evidentemente la potenza agli alti regimi; le vibrazioni vengono tenute a bada da un contralbero che prende il moto dalla trasmissione primaria.
La ciclistica si incentra su una struttura tubolare in acciaio a diamante di nuovo design, con motore che svolge funzione portante. L’interasse è piuttosto contenuto – 1.380 mm – e il cannotto dello sterzo lontano da eccessi (25°) per definire una guida efficace ma non impegnativa per i neofiti. La distribuzione dei pesi (con un valore complessivo contenuto in 169 kg con il pieno) sfiora il valore neutro di 50/50 anche grazie al forcellone asimmetrico in acciaio particolarmente lungo (soluzione introdotta sulla prima YZF-R1) per migliorare la trazione.
Il comparto sospensioni fa affidamento su una forcella con steli da ben 41 mm di diametro stretta da piastre in alluminio; al posteriore troviamo un tradizionale monoammortizzatore; i cerchi a cinque razze da 17” calzano pneumatici nelle misure 110/70 e 140/70 rispettivamente all’anteriore e al posteriore. L’impianto frenante annovera un freno a disco da 298 mm e pinza a due pistoncini all’avantreno, coadiuvato da un’unità da 220 mm al retrotreno. Degna di una cilindrata superiore la strumentazione, con contagiri analogico e tachimetro digitale, completo di indicatore di cambio marcia e la solita serie di spie.
La Yamaha YZF-R3 sarà disponibile nelle due colorazioni Race Blu e nera a partire da Aprile 2015 a 5.390 euro franco concessionario, e sarà ovviamente guidabile con la patente A2.