100 moto al corteo funebre, è reato di blocco stradale, ecco come è andata…

100 moto al corteo funebre, è reato di blocco stradale, ecco come è andata…
Alberto Raverdino
Sono 11 gli avvisi di fine indagine per quanto accaduto a giugno a Bari; per loro anche l’aggravante mafiosa, già sottoposti a misure cautelari, avevano partecipato e contribuito al blocco stradale
24 gennaio 2024

In seguito alla morte del 21 giugno scorso di Christian Di Gioia, avvenuta in sella alla sua moto quando era inseguito da una pattuglia dei Carabinieri, il funerale si svolge nella città di Bari. Terminata la funzione religiosa parte il corteo verso il cimitero. Attorno al feretro un centinaio di moto accompagnano Di Gioia in questo ultimo viaggio, ma il percorso e le modalità per raggiungere il cimitero non sono le più convenzionali.

La viabilità è bloccata e il corteo passa contromano proprio sotto al carcere di Bari; in diversi punti il traffico risulta bloccato tanto che molti sono costretti ad effettuare inversione di marcia per liberarsi da un vero e proprio blocco stradale. Il DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), ovvero l’organo della Procura della Repubblica che ha la competenza sui procedimenti relativi ai reati di stampo mafioso, contesta agli 11 indagati l’imposizione e l’intimidazione tipica delle compagini mafiose e la volontà di dimostrare il potere e il controllo sul territorio violando pubblicamente le leggi dello Stato. A distanza di circa sei mesi ecco quindi 11 avvisi di fine indagine ai soggetti che già si trovavano con l’obbligo di dimora nel Comune di Bari.

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