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Di 125 anni 80 e 90 in giro non se ne vedono quasi più. Personalmente, nell’ultimo anno ne ho viste tre: una Mito e una NSR a Firenze e una NS discreta a Empoli. Poi basta. Eppure ho anche un occhio abbastanza attento e sulla strada ci passo parecchie ore al giorno. Niente, le 125 si sono quasi estinte.
Girovagando sulla rete, capito sul sito 125stradali.com e vengo a conoscenza della seconda edizione di un motoraduno con tema esclusivo la moto 125 anni 80 e 90: la 125 miglia.
Alla prima edizione della 125miglia, tenutasi lo scorso anno più o meno in questo periodo, non ho partecipato per un problema importante: non avevo la 125! Ma alla seconda edizione non potevo davvero mancare, sarebbe stato un oltraggio alla mia passione. E non ci sono più scuse che reggono: la 125 adesso c’è, è in perfetta forma e completamente in ordine, il meteo promette tempo favoloso… ho deciso: non devo mancare, non me lo perdonerei mai! Per evitare di farmi il viaggio in solitaria, provo a contattare qualcuno tra i toscani che conosco e che hanno una 125, per vedere se è interessato a partecipare all’evento, ma niente: nessuno tra i contattati è disponibile a salire a Parma. Pace, ci voglio andare e ci andrò! Anche da solo!
Contatto il numero di cellulare indicato sul comunicato del raduno e mi risponde Riccardo, un ragazzo che con tono gentilissimo ed entusiasta mi fornisce tutte le indicazioni di cui ho bisogno e si rende disponibile a trovarmi una sistemazione per la notte tra il venerdì e il sabato. Essendo stata fissata come ora del ritrovo le 8:30 del mattino di sabato 4 ottobre e tenuto conto della distanza da casa mia al punto di raccolta, preferisco partire il giorno prima per avere un po’ più di respiro.
La sera di giovedì preparo la moto per il viaggio: pieno di benzina sino all’orlo, rabbocco dell’olio, pressione gomme e tiraggio catena. Le do anche una lucidatina alla carena, per farle fare una bella figura. Azzero il parziale.
Potendo partire al mattino del venerdì, sarebbe stato bello attraversare gli Appennini percorrendo qualche bella strada tipo la Futa o magari la Cisa, ma essendomi messo in marcia circa alle 15, non mi rimane altra soluzione che prendere una via a scorrimento veloce. La strada è in salita, piena di camion e di rallentamenti, con alcuni tratti di fermo totale. Per fortuna in moto riesco a divincolarmi abbastanza bene, anche se tra limiti di velocità, rallentamenti continui e la moto che in salita fatica a tenere la sesta anche a strada libera, il viaggio è abbastanza impegnativo, senza mai superare i 100 km/h di strumento.
A Bologna la situazione cambia: la strada si allarga diventa enorme, è in pianura e c’è molto meno traffico. Cerco di sentire il regime in cui il motore gira bene e lo individuo ad 8000 giri, che mi permettono di andare a circa 120 km/h in sesta con un filo di gas. A orecchio sento che il motore ronza bene, sforza poco e mi dà ancora abbastanza margine per qualche sorpasso necessario. Mantengo il regime per tutto il tragitto sino a Modena, quando, avendo ormai percorso 150 km dalla partenza, decido di fare un’altra sosta rifornimento. Il serbatoio della NSR ha una capacità di 10 litri di cui 2 di riserva, per cui ipotizzando un consumo di circa 20 km con un litro, sarei dovuto entrare in riserva di lì a poco. Invece, sorpresa: faccio il pieno sino all’orlo con 5,21 litri di benzina (V-power). Quindi, con la calcolatrice del telefonino faccio un calcolo che mi dà come risultato una percorrenza di oltre 28 km ogni litro di benzina. Niente male davvero, pensavo peggio.
Riparto alla volta di Parma con la stessa andatura tenuta sino a Modena. La stazione F.S. (alta velocità) di Reggio Emilia, edificio che mi è piaciuto a tal punto da fermarmi per fotografarlo. Mi dirigo quindi verso l’agriturismo Ciato, nella campagna parmense, dove Riccardo mi ha trovato una sistemazione per la notte. Non avendo con me il navigatore, sbaglio strada un paio di volte, ma riesco a trovare l’agriturismo grazie anche alle ottime indicazioni datemi dalle persone a cui via via ho chiesto informazioni strada facendo.
Giunto all’agriturismo, prendo subito possesso della mia stanza. La camera è molto carina, semplice, pulita, con bagno. L’azienda agrituristica è in una bella struttura con un’atmosfera davvero molto suggestiva; la terrò presente per eventuali gite future. Appena mi sono sistemato, telefono a Riccardo che dopo cinque minuti mi viene a prendere alla guida di una favolosa Yamaha TZR bianco/rossa; ci presentiamo e assieme andiamo all’agriturismo Cancabaia distante 4/5 km dove si svolge il moto raduno.Giunto sul posto, parcheggio la mia NSR vicino ad una schiera di 125 già sistemate in modo ordinatissimo sotto ad un ampio pergolato e sono stato accolto da un calorosissimo gruppo di amici che mi ha fatto subito sentire uno di loro. Tra questi cito i nomi di coloro che in questo momento mi sono rimasti più impressi (non me ne vogliano gli altri) iniziando da J, un ragazzo educatissimo e molto attento ad illustrarmi con una passione indiscutibile lo svolgimento dell’evento e facendo a pieno merito gli onori della manifestazione; Antonio da Bruxelles, divenuto sin da subito un sicuro punto di riferimento per entrambi i giorni in cui mi sono intrattenuto in loro compagnia; Felice da Lecce pieno di energia e simpatia; Stefano da Viterbo (NSR-R colore RC30), allegro e spensierato; Mauro da Pavia (TZR nero), energico, simpatico e coinvolgente; Paolo da Genova, tranquillo e compagnone; Massimo da Milano, una vera potenza di divertimento, molto allegro e di compagnia… e tanti altri. Insomma, un gruppo davvero molto variegato, unito e pieno di sana positività.
Si avvicina l’ora di cena e quindi si parte con le moto in direzione di una osteria distante una manciata di chilometri. La cena si svolge bene, con una compagnia appassionatissima di 125: da ogni discorso o dettaglio si denota una passione pura e infinità di questo gruppo di amici per le 125 anni 80 e 90, un gruppo di amici davvero piacevole e unico. Dopo cena viene fatta una sosta ad un distributore di benzina per presentarsi ben riforniti alla partenza del giorno dopo.. Quindi, si rientra all’agriturismo Cancabaia, luogo del raduno. Qualcuno prosegue la serata con una birretta, ma io preferisco ritornare al Ciato a dormire essendo un po’ stanco, ma soprattutto per non essere troppo provato all’indomani.
Sabato mattina sveglia ore 7, mi preparo e raggiungo nuovamente il Cancabaia dove ci attende una colazione luculliana, proprio quello che ci vuole per affrontare al meglio la giornata che ci aspetta. Mentre qualcuno fa colazione e qualcun’altro scambia due chiacchiere o abbraccia qualche amico appena giunto, vengono disposti i veicoli in modo molto ordinato, raggruppati per marca, lungo due lati del perimetro dell’ampia aia della struttura agricola.
Dalle 8 alle 9 è un continuo arrivare di 125 anni 80 e 90, una più bella e ben tenuta dell’altra e tutte in perfetta forma, ben preparate per la giornata di festa che le aspetta. Tra i partecipanti più caratteristici giunti il sabato mattina menziono un ragazzo di Milano, soprannominato “il Moka70”, che si presenta con una TZR (prima versione) blu e gialla, conservata perfettamente, arrivato in compagnia di Fabio, un ragazzo simpaticissimo e sempre sorridente con una bella NSR – R in colorazione HRC (che ricorda i colori della RC30).
Il Moka ha con sé un altoparlante autoalimentato e amplificato che spara della piacevolissima musica anni 80 (Boys di Sabrina Salerno, Tarzan Boy, Easy Lady, ecc) facendo un baccano di una gioiosità dirompente; l’altoparlante è tra l’altro collegato ad un microfono wireless che ha dato al Moka uno stile da animatore del raduno; per di più è abbigliato in tenuta splendida, con un cappello stile cow boy.
Easy Lady…
Citazione particolare anche per Alessandro, giunto al motoraduno con una NSR con oltre 95.000!! km; credo sia un record assoluto per una 125 due tempi anni ‘80 (se Atessa lo viene a sapere gli consegna un premio).
Le 125 intervenute, ne ho contate 31, rappresentano la quasi totalità della produzione del settore 125 stradali sfornate a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, con presenti praticamente di tutti i marchi più significativi del periodo, con più di un modello per ogni marca. Comunque, la parte del leone la fa Aprilia, essendo quasi la metà dei modelli totali presenti al raduno. Tra questi cito una rara AS-R con meno di mille km all’attivo, realmente pari al nuovo.
Poi c’era una Honda NS-F tenuta in modo impeccabile con poco più di 5000 km all’attivo, moto che a me è piaciuta in modo particolare ricordandomi la mia prima 125. Inoltre, durante il tour ha mostrato a rombo pieno tutto il suo carattere pepato, con prestazioni sul misto per niente da meno rispetto a 125 nate da progetti ben più moderni.
Una splendida NS-F con nemmeno 5.000km!
Alle 10 circa, dopo una miriade di fotografie scattate da tutti i partecipanti allo schieramento delle 125 come mai ne avevo visto uno così, si parte in gran parata per il giro programmato dall’organizzazione a spasso sull’appennino parmense. Percorriamo un anello sviluppato su circa 180 km di strade che si sono inerpicate per campagne e boschi appenninici sino a superare, in alcuni punti, i mille metri di altitudine con lunghi passaggi molto tortuosi e assai divertenti ma con altri parecchio sconnessi dove abbiamo dovuto prestare un po’ più di attenzione. Un circuito molto ben studiato, con notevoli tratti misto/lenti davvero adatti al nostro tipo di moto, tracciato che con tutte le sue curve di tutti i raggi e continui cambi di direzione, mi ha fatto assaporare appieno la guidabilità e l’affidabilità della mia NSR.
Il tutto si svolge con un gran divertimento ampiamente percepibile sui volti di tutti i partecipanti, con questo serpentone di 125 roboanti che si snodava per un centinaio abbondante di metri con grande stupore e meraviglia di tutti coloro che incontravano lungo il percorso. Davvero un avvenimento sensazionale, molto divertente e giocoso senza mai entrare in alcun momento e per nessuna ragione nel pericoloso per noi driver o/e per gli altri utenti della strada.
Il sound era di quelli che non sentivo da qualche lustro, con tutte queste moto peperine che aprivano all’unisono e motori che si distendevano a 10000 giri e oltre con un’armonia sinfonica unica e impareggiabile. E poi, l’odore dell’olio combusto è stata la ciliegina sulla torta per ricreare la vecchia atmosfera che dava il profumino del mitico TTS.
Il 2T a pieni polmoni. Meraviglia!!
Durante una sosta, Maurizio, la cui moglie ci ha seguiti per tutto il percorso alla guida di un furgone attrezzato a fronteggiare eventuali avarie di qualche moto partecipante, ha eseguito una rimessa a punto di una Aprilia RS con una velocità ed una abilità che a me ha letteralmente lasciato a bocca aperta, andando a spostare di una tacca lo spillo del carburatore; una padronanza della situazione, messa in atto ai lati della strada con in mano un cacciavite e una pinza e palesando tutta la grande perizia di colui che ha smontato e rimontato chissà quante e quante volte i motori delle nostre moto.
Alle 14:30 circa, con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia, arriviamo al ristorante prescelto per il pranzo, collocato in un luogo di una suggestività naturalistica unica, proprio ai piedi della Pietra di Bismantova, montagna di una bellezza ineguagliabile. Lo scenario creato davanti al ristorante è da poster, con tutte le nostre 125 ordinatamente parcheggiate su un lungo spiazzo posto proprio di fronte all’ingresso, che sembrava fosse stato lasciato libero apposta per noi.
Il tempo al ristorante trascorre come un lampo, tra battute e racconti di esperienze e vita vissuta; in particolare io ero seduto accanto a Ceppa, un motociclista che della passione per le moto ha fatta la sua ragione di vita, il quale ci ha raccontato diverse storie ed aneddoti, in particolare su Cagiva Mito, la moto con la quale organizza (mi pare di aver capito così) delle gare in salita.Il tempo è volato e rispetto alla tabella di marcia, che prevede un rientro al punto di partenza per le 17, abbiamo fatto tardi di un paio di orette, circostanza che ha fatto sì che i saluti finali si siano svolti molto velocemente sotto gli ultimi riflessi di un sole che ci ha coccolati per tutta la giornata.
Alla Foresteria San Benedetto. Un pranzo divino!
Dopo le ultime fotografie di gruppo e dopo aver salutato gli Amici conosciuti in questa giornata indimenticabile, con un po’ di fretta giustificata dal viaggio che spettava ad ognuno di noi per il proprio rientro alle rispettive basi, ho fissato la borsa da sella alla mia NSR e mi sono rimesso in marcia direzione casa.
Per il ritorno avevo programmato di fare la Cisa ed il mitico Ale con la sua NSR con 95000 km mi scorta per un bel tratto, dove sotto un cielo ormai scuro e con la notte scesa giù a nascondere tutta la bellezza delle zone che ci hanno ospitato, fino ad immetermi sulla strada di casa che non posso sbagliare.Al rientro, la temperatura esterna è notevolmente più bassa: per fortuna il giusto abbigliamento tecnico mi permette di viaggiare ad una temperatura sopportabile. La strada, poi, non è delle migliori e il buio, le tante curve ed i numerosi cantieri mi hanno consigliato di non superare un’andatura di 100 km/h.Procedendo la situazione cambia in meglio e, vista l’ora che nel frattempo si era fatta davvero tarda, preferisco accelerare un attimino il ritmo piazzando la lancetta del tachimetro sui 140 (credo meno di 130 effettivi) ad un regime di 9500 giri scarsi. Poco prima dell’area di servizio, la NSR entra in riserva in modo inaspettato, nel senso che pensavo di avere più benzina nel serbatoio; quindi, mi fermo, faccio l’ultimo pieno di benzina e mi sgranchisco un po’ le gambe che ne avevano davvero bisogno. Risalgo in sella e corro via veloce verso casa, dove arrivo poco prima delle 22, molto stanco, ma non distrutto. Sia il casco che il frontale della moto sono pieni di moscerini, il tutto condito da uno strato velato di spruzzatine d’olio nerastro, ovviamente procurate durante il tour con tutte le 2 tempi.
L’ultima foto della giornata l’ho scattata al contachilometri che ha segnato ben 708 km percorsi in un giorno e mezzo!
In questo viaggio ho avuto modo di apprezzare e conoscere bene la Honda NSR, con tutti i suoi grandi pregi, ma anche con qualche fastidioso difettuccio.Elenco alcuni tra i suoi pregi più salienti: al primo posto metto la comodità: 700 km su una 125 in poco più di 24 ore non sono uno scherzo, ma devo dire che la NSR non me li ha fatti sentire, arrivando alla conclusione senza sfinimenti o dolori particolari. Altro grande pregio è la sincerità della moto in ogni condizione: sensibilità e piena aderenza nelle curve strette (complici sicuramente gli ottimi pneumatici) e stabilità nei curvoni veloci autostradali. Poi, mi è piaciuta la protezione della carena in velocità, davvero molto efficiente e ben studiata e l’ottimo l’impianto frenante. Da primato l’impianto luci con una illuminazione ampia e profonda e una strumentazione molto ben retroilluminata, in modo chiaro e uniforme. Riguardo al motore niente da lamentare, sicuramente molto affidabile, anche parco nei consumi, calcolando una percorrenza media finale attestatasi sui 23 km/litro.Tra i difetti ai quali Honda poteva e doveva dare soluzione metto in primis la mancanza della spia della riserva (non è per niente simpatico entrare in riserva a 140 all’ora!) e la noiosità dello sportellino in plastica sul serbatoio che non rimane aperto da solo nel momento in cui si deve rifornire la moto: una seccatura non da poco, considerata anche la scarsa capacità del serbatoio e il fatto che basta niente per spezzarlo con eventuali movimenti errati.
Concludo questo mio racconto, probabilmente molto (troppo!) lungo, esprimendo alcune considerazioni del tutto personali.
Mentre percorrevo l’ultimo tratto di strada prima di arrivare a casa, quando i km mancanti erano rimasti pochi e ho avuto una sensazione di leggerezza di chi si sente ormai arrivato, ho avuto anche la netta percezione di aver appena terminato di completare un puzzle al quale mancava un ultimo pezzo fondamentale, come aver raggiunto un punto di arrivo, un apice, una sorta di chiusura del cerchio di un percorso che è iniziato molti anni addietro.
In sintesi, considero la mia partecipazione a questo raduno un ulteriore coronamento e rafforzamento di una passione smisurata per le 125 anni 80 e 90, passione che mi porto dietro da molto prima dei miei sedici anni.
Ma come per un verso ho avuto questa sensazione di pieno appagamento per la giornata appena trascorsa, dall’altra ho avuto come una sorta di amara nostalgia per un qualcosa di molto bello che stava terminando, una malinconia sottile che mi ha accompagnato a sprazzi per tutto il giorno dopo. Dovendo attribuire una colonna sonora a questa sensazione sceglierei “Wind of change”, degli Scorpions.
Senza alcuna ombra di dubbio, la cosa che mi è piaciuta più di ogni altra della 125miglia è l’avere incontrato e conosciuto delle persone davvero splendide e con una passione senza fine per le 125 anni 80 e 90.
W la moto, W il 125.
Mirco
In collaborazione con 125stradali.com