125 Stradali: il trentennale di Reggiani e Aprilia

125 Stradali: il trentennale di Reggiani e Aprilia
1985-2015, una ricorrenza importante per l'inizio dell'avventura Aprilia nel Motomondiale. Da festeggiare assieme a tutti gli uomini che l'hanno resa grande. Ce lo raccontano gli amici di 125Stradali.com
25 marzo 2015

Sono passati ben trent'anni da quel 1985 in cui prese il via l'avventura di Aprilia nel motomondiale con l'AF1 250 portata in pista dal team CR1 di Michele Verrini e guidata da Loris Reggiani. Un'avventura che, passando per la prima, storica vittoria a Misano nel 1987 ha portato la Casa di Noale a dominare 125 e 250 negli anni 90, e che ha consacrato Aprilia fra i grandi costruttori mondiali.

Una ricorrenza da festeggiare adeguatamente, e che non poteva essere trascurata dai nostri amici di 125Stradali.com, che ce la raccontano avendola vissuta in prima persona.

 

Il 125 Club Italia ringrazia sentitamente Michele Verrini del CR1 Racing Team, senza il quale nulla di quanto andremo a raccontarvi sarebbe stato possibile, ed il mitico Loris Reggiani, un ragazzo come noi con una passione infinita per le moto.

Tutto nasce qualche mese fa quando sulla nostra pagina Facebook Michele Verrini mi contatta in privato dicendomi che avrebbe avuto piacere ad avere il 125 Club Italia con lui in occasione del trentennale della discesa in campo di Aprilia con la AF1 250 guidata da Loris Reggiani. Conosco Michele Verrini da qualche anno e avevo avuto il piacere di incontrarlo a Firenze con sua moglie, dove ero rimasto letteralmente affascinato dalle storie che raccontava: la sua esperienza di pilota di cross ed enduro, di giornalista professionista, di responsabile per l’Italia della divisione moto BMW, di direttore commerciale della Aspes dove fu l’inventore del Trofeo Criterium che regalerà al motociclismo mondiale piloti del calibro di Loris Reggiani, Fausto Gresini, Maurizio Vitali, Stefano Caracchi e tanti altri.

Le Aprilia 250 di Loris Reggiani
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Michele è anche stato il direttore sportivo del team Minarelli campione del mondo nel 1979-80-81, team manager della Garelli Corse campione del mondo 1982-1983 nonché “inventore”- insieme all’amico Loris Reggiani – nel 1985 della Aprilia GP250. A lui si deve infatti l’ingresso della Casa di Noale nel mondo del motomondiale e la gestione dell’attività agonistica negli anni dal 1985 al 1988 attuata tramite la struttura del CR1 Racing Team.

Sono molti gli aggettivi con i quali potrei descrivere Michele Verrini, ma uno solo credo che sia il più appropriato: appassionato. Un uomo appassionato del suo lavoro, un uomo innamorato del suo lavoro, che con la semplicità che contraddistingue i grandi uomini, ti racconta della sua vita e delle persone che ha incontrato come se si trattasse di un qualcosa di assolutamente normale. Senza ombra di dubbio ritengo che Michele sia una delle figure chiave del motociclismo nazionale degli anni 70 e 80. Ritengo che sia un vero onore poterlo conoscere e trovo doverosa questa piccola presentazione per metter bene in luce chi è l’anfitrione del bellissimo evento che vado a raccontarvi in due separati articoli: uno dedicato alla visita della storica sede CR1 Racing Team ed un secondo dedicato al 30°della discesa in campo di Aprilia con la 250 da GP che uscirà successivamente.

L'Aprilia AF1 250 del 1989
L'Aprilia AF1 250 del 1989

L’occasione è quindi fantastica: Michele mi prospetta una possibile partecipazione alla manifestazione dei vertici Aprilia di allora, dove con la presenza di Loris Reggiani verrà messa in moto la sua AF1 250 Gp del 1985, proprio lo stesso telaio che scese in pista quel mitico giorno di 30 anni fa. Ma c’è di più: il giorno prima dell’evento, Michele ci prospetta la possibilità di visitare la storica sede del CR1 Racing Team dove sono presenti tutte le moto da corsa che hanno accompagnato Loris Reggiani nella sua carriera di pilota dal 1979 al 1995. Come se nulla fosse, Michele ci comunica che anche Loris sarà presente di persona, felici di guidarci nel suo museo. Personalmente, credo di aver dormito molto poco i giorni prima dell’evento, ma non tanto perché avrei conosciuto Loris Reggiani e altri personaggi importanti. Piuttosto, temevo che incontrando uno dei miei miti di ragazzo, con un’idea in testa ben precisa di come potesse essere di persona, ne sarei potuto rimanere deluso. Basta poco, a volte: certi personaggi, di persona, sono antipatici a pelle. Oppure, basta sentirli parlare liberamente, fuori da un “copione” creato dai media, che la delusione si fa cocente.

Con Loris Reggiani, invece, credo dal vivo di averne tratto un’impressione anche più positiva di quella che mi ero fatto “mitizzandolo” da ragazzo, quando leggevo sulle riviste specializzate delle sua gesta di pilota. Una persona semplice, appassionata, felice di condividere le sue moto con dei perfetti sconosciuti, che dopo un momento d’imbarazzo collettivo, dove credo che quando ce lo siamo trovati davanti tutti quanti abbiamo pensato un qualcosa del tipo “c…o, Loris Reggiani!”, ci ha messo tutti a nostro agio parlando con chi gli capitava come se stesse discutendo con dei vecchi amici. Un perfetto padrone di casa e, scusate se mi ripeto, un grandissimo appassionato. Un uomo che ha dato l’anima (oltre che ad un certo numero di ossa rotte!) per la sua squadra e per le sue moto, che vedere lì come gioielli, amorevolmente messe in ordine cronologico, è esperienza più unica che rara.

Vi racconto un aneddoto: personalmente, mi ritengo un collezionista dinamico, cioè che ama usare le moto che colleziona. Fin da piccolo, non ho mai digerito troppo i musei. Ho sempre preferito vedere i mezzi meccanici nel loro ambiente naturale e quindi sentirli, odorarli, vedermeli sfrecciare davanti a 13,000 giri. Pertanto, quando ho chiesto a Loris se le sue ex moto erano tenute in condizioni d’uso, le sue parole “sono state rimesse a nuovo a fine stagione e poi private dei liquidi e mai più accese”, mi hanno fatto un po’ dispiacere. Quando però gli ho chiesto se tutte le sue moto fossero state operative pronte e via e se avesse avuto casco e guanti in mano, quale avrebbe scelto, ebbene mi ha subito risposto l’Aprilia RSV 400 del 1995 che considera una moto fantastica. In quel momento nei suoi occhi, che appena poco prima mi avevano trasmesso la sensazione di chi le ha viste tutte nella vita ed è in pace così, ho visto un lampo, un guizzo che significa passione sfrenata per il “mutor” e che mi ha confermato che il Loris pilota è ben vivo in lui e sempre pronto ad aprire il gas.

Infine, vi allego qualche altra foto dei “piani bassi” del CR1 Racing Team, dove era stata posizionata la AF1 250 del 1985 con il numero 14 (rimessa in condizioni di funzionamento e partita dopo 30 anni di fermo con liquidi e carburatori puliti, magari fossero così anche le mie moto!!), la mitica AF1 250 del 1987 con il numero 32 che vinse a Misano quel magico 30 Agosto del 1987 (questa moto venne usata e guidata da Reggiani per un giro d’onore nel 2007 a Misano e qualcosa mi dice che la rivedremo a Misano nel 2017) oltre alla AF1 250 del 1989 (la prima con motore a V) che poi è la mamma della AF1 125 Sintesi del 1989 e la RS 250 del 1992 al quale è direttamente ispirata la RS 125 Extrema del 1992.

Da collezionista Aprilia devo dire che la tonalità dei colori delle moto ufficiali Aprilia e le Replica 125 sembra veramente essere la stessa! Se mai avrò un’altra occasione di visitare il CR1 Racing Team, mi piacerebbe fotografare una delle mie Reggiani Replica al fianco della moto dalla quale si ispira. A presto l’articolo sul trentennale con Ivano Beggio!

Passione. Non trovo altro aggettivo che meglio sintetizzi il meraviglioso weekend passato.

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