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Le moto a manubrio alte sono quelle che negli ultimi anni stanno vendendo molto bene. Probabilmente perché hanno saputo mediare meglio delle altre tipologie le esigenze d'uso con le emozioni di guida rispondendo a una domanda di qualità arrivata sempre più spesso da motociclisti di lunga data ed esigenti.
Se guardiamo alla classifica dei modelli più venduti quest'anno scopriamo che cinque delle prime sei posizioni sono occupate proprio da questi modelli: BMW R1200GS, Honda Africa Twin e NC 750X, Yamaha Tracer 900, c'è poi l'intrusa Ducati Scrambler 800 e quindi un'altra maxi enduro, la GS Adventure. Se poi scendiamo alla sedicesima posizione in classifica, di maxi enduro e crossover ovvero i due segmenti che nell'ultimo anno sono cresciuti del 30%, ne troviamo altre cinque. Sono Ducati Multistrada 950 e 1.200, Yamaha Tracer 700, Kawasaki Versys 650 e Suzuki V-Strom 650.
La storia di Moto.it nei suoi primi 20 anni, dal 1997 a oggi, ci dà lo spunto per vedere come il fenomeno maxi enduro si è formato, è cresciuto e come si sono evolute le moto a manubrio alto dalla metà degli anni Novanta a oggi.
Il 1997 fu il primo anno di ripresa delle vendite di nuove moto dopo un periodo negativo iniziato cinque anni prima e con il minimo storico registrato nel 1996 quando le immatricolazioni furono appena 52.700.
Nel '97 ci fu infatti una prima accelerata del 25% (furono immatricolate 66.700 moto) e se guardiamo a cosa si era venduto quell'anno troviamo ai primi posti, a sorpresa diremmo oggi, due custom (Yamaha Drag Star 650 e Honda Shadow 600) seguite dalle sportive Honda CBR 600F, Suzuki GSX-R 600 e Honda CBR 900RR. All'opposto di oggi insomma.
Nel 1997, fra le enduro, si metteva in luce la Honda Transalp 600 - quarta assoluta - mentre un po' più arretrate c'erano l'Aprilia Pegaso 650, Yamaha TDM850 (che si può definire una crossover della prima ora) e BMW R 1100GS che era arrivata con il nuovo boxer e la nuova ciclistica improntata sul Telelever nel 1994.
Tuttavia il grosso delle vendite era costituito da monocilindriche attorno ai 600 cc e quasi tutte avevano radici negli anni Ottanta, quando le figlie delle moto dakariane erano in assoluto le più vendute. Parliamo di modelli che si chiamavano Honda Dominator 650, BMW F650, Yamaha TT600 e XT 600, Suzuki Freewind 650 e DR 650.
Peraltro anche la citata Transalp e l'altra bicilindrica a V Africa Twin 750, nona nella classifica di categoria, erano modelli concepiti almeno una decina di anni prima, mentre la 750 Super Ténéré era appena uscita di produzione e otteneva numeri di vendita bassi la Triumph Tiger 900.
Insomma se si escludeva la GS 1100 (che aveva venduto un migliaio di esemplari ed era la prima a superare il litro di cilindrata) l'offerta era ancora legata a schemi precedenti. Peraltro gli appassionati erano ancora attratti dai modelli sportivi e, come abbiamo visto, dalle più tranquille e allora di tendenza custom.
Le cose cominciarono a cambiare poco dopo, quando fu chiaro che la strada tracciata dalla BMW GS era quella più promettente. Quella moto offriva non soltanto maggiore potenza (80 cavalli), ma soprattutto tanta coppia (9,9 kgm) già ai medi regimi, una tecnologia moderna, comodità per due, l'affidabilità del cardano, spazio per i bagagli e attitudine a viaggiare sui percorsi sterrati grazie alla ruota anteriore da 19 pollici.
La prima concorrente a sposare quei principi, cardano a parte, fu la Honda con la Varadero 1000 del 1999, modello con motore V-twin che si aggiungeva a Transalp e Africa Twin 750.
A fine dell'anno 2000 le moto vendute in Italia furono poco meno di 125.000, quasi raddoppiate in quattro anni. Era il momento delle stradali di media cilindrata: Honda Hornet 600 (7.740 esemplari), Yamaha R6 (5.750) e Ducati Monster 600 (5.300) guidavano la classifica delle vendite.
La Honda Transalp si piazzava al quinto posto assoluto (4.270 moto) e nel gruppo delle enduro stradali precedeva la Yamaha TDM 850 e la novità BMW R 1150 GS (2.100 unità), seguivano Aprilia Pegaso 650, BMW F 650GS e Honda Varadero 1000 (1.470 esemplari). Numericamente più staccate c'erano le monocilindriche 600-650 di Yamaha, Honda e Suzuki. Interessante notare come il segmento delle enduro (esclusi i modelli prettamente da fuoristrada) valeva il 14% dell'intero mercato contro il 33% delle più vendute stradali di media cilindrata e il 31% delle maxi.
Il 2000 è anche l'utimo anno di produzione della Cagiva Gran Canyon 900 (disegnata da Massimo Tamburini dopo la Ducati 916) arrivata due anni prima, moto che sarà subito sostituita dalla versione Navigator con motore Suzuki 1.000 in luogo del V2 Ducati ad aria.
L'introduzione di nuovi modelli seguiva, e segue, logiche internazionali. Per cui se il mercato italiano era all'epoca moderatamente vivace sul fronte delle maxi enduro, fra il 2001 e il 2003 iniziarono comunque ad arrivare parecchie proposte che piaceranno anche ai motociclisti nostrani.
Aprilia lancia la Caponord 1000, del resto ha già in casa il motore bicilindrico Rotax a V di 60° della sportiva RSV, con l'esclusivo telaio in lega d'alluminio, una ciclistica efficace specie su asfalto (dove supera i 220 orari) e la potenza di 98 cavalli.
Suzuki risponde con la prima V-Strom 1000, il suo è l'ottimo V2 della serie TL in configurazione da 98 cv, telaio d'alluminio e – come GS e Varadero – ha ruota anteriore da 19 pollici. BMW, sempre nel 2002, “inventa” il genere Adventure con una speciale versione della R 1150 GS: ha serbatoio da 30 litri (invece di 22), sospensioni allungate, tubi paramotore, cupolino ampio. Il boxer è il 1130 cc da 85 cavalli.
Fermento anche nel mondo crossover con le nuove Yamaha TDM900 e Triumph Tiger 955i, che anticipano di poco l'arrivo della prima Ducati Multistrada 1000 (con il Desmodue da 92 cavalli) disegnata da Terblanche e della KTM 950 Adventure di chiaro richiamo rally africano.
Siamo così arrivati alla fine del 2003, chiuso in Italia con la cifra di 131.000 nuove moto targate. Crescono ancora le medie cilindrate stradali che conquistano ben il 38% della quota di mercato.
Ed è per questo che le prime sei moto in classifica appartengono a questa categoria: leader è la Honda Hornet 600 (con ben 11.800 unità). A infilarsi al quinto posto è sempre la Transalp 650, ancora una volta la prima enduro in classifica con circa 3.600 esemplari venduti, e piace la rinnovata Yamaha TDM 900 che si piazza al settimo posto con quasi tremila immatricolazioni. Il bicilindrico parallelo e dieci valvole Yamaha ha guadagnato l'iniziezione, è salito a 897 cc e 86 cavalli di potenza, ci sono una ciclistica nuova dominata dall'inedito telaio d'alluminio di foggia Deltabox, la ruota davanti da 18 pollici, una protettiva mezza carenatura e il portapacchi di serie: pesa 190 kg a secco e arriva a 215 orari.
Nel 2003 al tredicesimo posto ritroviamo la 1150 GS (2.500 esemplari), più staccate le altre novità bicilindriche: la Varadero vende la metà della GS, mentre Caponord e V-Strom 1000 faticano a raggiungere le 700 moto vendute. D'altra parte il segmento enduro stradale fatica ancora a superare il 12% di incidenza sul totale.
Non si tratta di carenze funzionali o prestazionali delle maxi enduro, perché certe qualità sono già ben presenti sulle ultime novità di grossa cilindrata. Queste moto vanno veloce in autostrada, sono comode per chi guida e per chi siede dietro e si lasciano caricare di bagagli senza problemi. Insomma rispondo già molto bene alle esigenze, sono tecnicamente moderne e attraenti anche esteticamente con il loro aspetto avventuroso. Se non si vendono ancora tanto (almeno in termini percentuali rispetto al mercato e non tanto in cifre assolute) è per una serie di buone ragioni. Soprattutto ci sono tanti appassionati giovani, e infatti le 600 sono ai massimi mentre ora sono quasi scomparse, mentre le sportive sono di gran moda (Fireblade e R1 vendono meglio della BMW GS) in carenza di severi controlli di velocità.
Con le sue 161.000 immatricolazioni il 2006 è l'anno record per la vendita di moto in Italia. Svettano le naked 600, ma la nuova R 1200GS, rivoluzionata nuovamente nel 2004, totalizza 5.500 vendite
Con le sue 161.000 immatricolazioni il 2006 è l'anno record per la vendita di moto in Italia. Svettano le naked 600, ma la nuova R 1200GS (rivoluzionata nuovamente nel 2004) totalizza 5.500 vendite e ottiene il sesto posto in classifica generale, quasi quadruplicando il risultato della seconda bavarese in classifica.
Il fenomeno GS esplode grazie alla nuova versione, non solo perché è stata potenziata a 98 cavalli, ma a maggior ragione per la ricchezza di equipaggiamento e accessori. Diventa la moto da turismo totale, oltre che di moda, contro la quale possono poco le concorrenti. Perché dopo la GS fra le enduro stradali vendono bene le più piccole Transalp 650 e V-Strom 650 (3.300 e 3.150 esemplari rispettivamente), mentre la rivale KTM Adventure 990 arriva appena a quota 520 e le altre maxi enduro sono ancora più arretrate.
Mentre arriva anche la 1200 GS Adventure e la Tiger cresce a 1.050 cc, gli anni successivi vedono il debutto di importanti modelli. Nel 2010 sono in vendita anche l'inedita Yamaha XTZ 1200 – con tanto di trasmissione ad albero per il nuovo motore a due cilindri paralleli – e la nuova Ducati Multistrada 1200 che si segnala per il motore 1.198 cc raffreddato a liquido da ben 150 cavalli, una dotazione elettronica di riferimento e le ruote da 17 pollici diventando la crossover di riferimento. E' il via alle sportive a manubrio alto, perché se la posizione di guida ha un richiamo vagamente enduro, le prestazioni meccaniche e di guida iniziano ad attrarre anche gli ex smanettoni da manubrio basso.
Alla fine del 2010 la crisi economica innescata nel 2007 si è fatta già sentire anche nel mercato motociclistico con le immatricolazioni scese a quota 93.600 unità. Un calo che ha penalizzato soprattutto le medie cilindrate. La R 1200 GS è quell'anno la moto più venduta e assieme alla versione Adventure, seconda maxi enduro in classifica e quarta nell'assoluta, supera le 6.200 unità. Da lì a poco sarà anche la numero uno in Europa e all'interno del listino BMW. Nel 2010 la Transalp, diventata nel frattempo 700, si conferma terza fra le enduro stradali precedendo la nuova Multistrada (1.910 moto) BMW F800 GS, V-Strom 650 e Versys 650.
Molto arretrate rispetto alla GS sono KTM 990 Adventure (485), Yamaha 1200 Super Ténéré (440) e Moto Guzzi Stelvio (330).
La categoria sale al 18% della quota di mercato, un aumento che promette di crescere bene in futuro considerate le tante novità che arriveranno da lì a poco.
Il 2011 vede nuovi modelli interessanti come Triumph Tiger 800, Guzzi Stelvio 1200 e Honda Crossrunner, mentre entro il 2014 arriveranno Honda Crosstourer (con il motore V4 da 129 cavalli della VFR, la trasmissione finale ad albero e un peso di 253 kg a secco), Triumph Tiger Explorer (con l'inedito tre cilindri a cardano da 137 cavalli), Honda NC 750X (che prende il posto della Transalp), Kawasaki Versys 1000, BMW 1200 GS con il nuovo motore raffreddato a liquido, Triumph Tiger Sport 1050 e KTM 1190 Adventure R.
L'offerta spazia ormai dai 650 ai 1.200 cc, con potenze che oscillano dai 60 ai 160 cavalli, ciclistiche differenziate e caratterizzate dalla ruota anteriore da 17, 19 oppure 21 pollici. Tanto che nel 2012 le cinque moto più vendute sono enduro o crossover. Sempre con la GS 1200 al primo posto: da quando è passata al motore 1.170, nel 2004, è la BMW più diffusa a livello mondiale con una produzione che ha superato le 170.00 unità. Normale che un po' tutti i costruttori continuino a guardare a quell'esempio, ma ormai hanno compreso che è fondamentale offrire un'alternativa piuttosto che una concorrente ispirata.
Il 2014, in Italia, è il primo che riguadagna terreno nelle vendite dopo il secondo minimo storico raggiunto nel 2013 con meno di 53.000 moto targate. BMW 1200 GS e Honda NC 750X sono in assoluto le più vendute (GS e Adventure totalizzano 5.400 moto immatricolate). Nella tipologia che stiamo considerando seguono: Multistrada 1200 (855 esemplari), V-Strom 1000 (840) e KTM 1190 Adventure (810). Poi vengono le medie cilindrate F 800GS, Tiger 800, V-Strom 650. La Honda Crosstourer piazza 355 moto e la Yamaha Super Ténéré è subito dietro con 315. Ormai la tipologia enduro stradale è la più venduta, accade dal 2010, e soprattutto facendo meglio dell'intero mercato.
L'evoluzione non si ferma anche perché il fenomeno è diventato importante un ovunque, Germania e Francia comprese.
Ducati rilancia la Mutistrada 1200 con il motore a fasatura variabile e poi con la variante Enduro, Honda si decide finalmente a varare la nuova Africa Twin 1000, con motore bicilindrico parallelo ma con la chicca della trasmissione DCT, Yamaha e Suzuki aggiornano le proprie maxi e KTM amplia la serie Adventure e R con cilindrate da 1.050 a 1.301 cc e differenti allestimenti.
In tutti i casi l'idea vincente di questa formula, che nel corso del tempo si è molto diversificata, è stata quella di offrire estetiche accattivanti che fanno sognare l'avventura, ma anche versatilità spinta, guidabilità efficace oltre che piacevole e mai stancante. Sono moto che possono affrontare un lungo viaggio a pieno carico, così come divertire su un percorso guidato e il gas spalancato. Si va dal percorrere sicurezza le strade sterrate al muoversi agilmente nel traffico.
Le maxi hanno inoltre fatto da traino a modelli di cilindrata a volte inferiore che sono subito piaciuti, vedi le Yamaha Tracer 900 e 700, la Multistrada 950, e persino la piccola Benelli TRK 502. Un esempio anche per cilindrate piccole dedicate a neofiti e mercati emergenti. Vedi BMW G310 GS, la Kawasaki Versys 300 o Suzuki V-Strom 250.
Un successo che, come ricordavamo all'inizio, si ritrova nelle vendite dei primi sette mesi di quest'anno con cinque delle prime sei moto più vendute appartenenti alla categoria enduro/crossover; BMW R 1200GS, Honda Africa Twin e NC 750X, Yamaha Tracer 900 e BMW R 1200 GS Adventure totalizzano da sole il 18% delle vendite complessive. Questa categoria vale ormai un terzo del mercato moto e con un valore economico importante considerato che si tratta spesso di modelli di cilindrata medio alta e con dotazioni complete di accessori.
Il futuro ci riserverà molto probabilmente una ulteriore segmentazione tanto in direzione stradale che off-road, com'è normale che sia quando si allarga il bacino di appassionati, portando magari a qualche eccesso inseguendo le prestazioni a ogni costo come già sta avvenendo. Se non altro avremo un'offerta ancora più ampia nella quale sognare e infine scegliere.