Quando mi hanno chiesto di partecipare al Raid stradale 20.000 Pieghe, ho subito accettato di buon grado la proposta, conscio del fatto che sarebbe stata una esperienza “speciale”. Certo non mi aspettavo però un’accoglienza così calorosa ed un’organizzazione così preparata, affiatata e capace di farti sentire da subito tra amici appassionati. La moto con cui abbiamo partecipato all’evento è stata senza dubbio parte attiva nella buona riuscita di questa tre giorni: una fiammante Yamaha FZ8 Fazer ABS dotata di kit sport, che prevede, tra l’ altro, un bel terminale omologato della Akrapovic che ha contribuito a rendere ancora più piacevoli le tante ore passate in sella.
La 20.000 pieghe è una manifestazione motociclistica non agonistica nata tre anni fa e che quest’anno ha raggiunto i 140 iscritti. Va da sé che in un evento di queste dimensioni, l’organizzazione nel suo complesso risulta essere fondamentale per la buona riuscita dell’evento stesso: gestire in sicurezza una carovana di 140 moto che attraversa in lungo e in largo 4 regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte) e sconfina un paio di volte in territorio francese, non è cosa semplice. Lo staff, composto da una quindicina di persone, prevedeva , oltre alle staffette dedicate ai controlli orari ed al personale impegnato nell’assistenza tecnica, ben quattro medici in moto pronti ad intervenire in qualsiasi momento.
L’assistenza tecnica invece poteva contare su tre furgoni ed un paio di vetture di appoggio, in modo da garantire la copertura del tragitto previsto dall’inizio alla fine. Insomma, gli aspetti che riguardano la sicurezza e l’integrità dei partecipanti rappresentano indubbiamente il punto focale nell’organizzazione dell’evento. Organizzazione complessa e minuziosa, volta a fornire ai partecipanti la garanzia della buona riuscita dell’evento.
Ma qual’è il requisito base per chi si iscrive alla 20.000 Pieghe?
Fondamentalmente uno: una grande passione per le due ruote e per la scoperta di posti nuovi. I partecipanti di quest anno (ma senza dubbio vale anche per le precedenti edizioni) hanno dimostrato una passione ed una resistenza alla fatica veramente encomiabile: mattina/sera in moto con pochissime e brevi soste, cena, brief per verifiche varie ed eventuali sul tracciato del giorno dopo e poi dopo qualche ora di sonno (poche…..) sveglia molto presto e di nuovo in sella. Così per quattro giorni: un tour de force che fiaccherebbe il miglior passista, incluso il sottoscritto (rinomato macina km). Ogni sera i partecipanti ricevono il dettaglio del percorso della giornata seguente, una sorta di road-book. Ma si tratta di un road-book “speciale”, nel quale, oltre agli elementi descrittivi del tracciato, si trovano una serie di domande la cui risposta è nei luoghi stessi che saranno attraversati. Queste domande rendono il viaggio ancor più interessante ed il percorso una sorta di caccia al tesoro. Per ogni risposta corretta si guadagnano quindi dei punti, che avranno il loro peso nella valutazione finale e nella proclamazione del “Magnifico piegatore”. Oltre a ciò sono previsti nel road-book dei punti di sosta con degustazione di prodotti tipici: un’ottima occasione per entrare in profondità nel territorio che si sta attraversando. A tal proposito c’è da sottolineare che i percorsi studiati dall’organizzazione sono molto interessanti e particolari.
Il percorso
Il tracciato si sviluppa infatti su passi appenninici ed alpini secondari, che attraversano parchi naturali incontaminati e pressoché sconosciuti alla grande massa. Ma anche su piccole stradine (tutte comunque asfaltate) che portano a borghi e frazioni in cui si incrociano gli sguardi incuriositi degli abitanti. Stradine in cui capita di fare 20 o 30 kilometri senza incrociare anima viva! Strade bellissime, che attraversano luoghi ancora selvaggi e dal fascino unico, percorsi che, proprio per questi motivi, sono però anche ricchi di “tranelli”: brecciolino dietro le curve, tratti umidi improvvisi, buche, e ……mucche! Ebbene sì, nel nostro viaggio ci è anche capitato di fare una breve sosta a causa di una mandria di mucche che si spostavano dalla stalla al pascolo sull’unica strada percorribile… la nostra! Perciò è molto importante che la condotta di guida dei partecipanti sia sempre prudente e rispettosa del codice della strada: viene premiata la regolarità. Gli organizzatori non perdono occasione per ricordarlo al gruppo e se qualcuno, preso dallo spirito di competizione, esagera, viene prontamente redarguito. Il regolamento del Raid prevede il rispetto di una media oraria ed una serie di controlli: alcuni prestabiliti ed esplicitati nel road-book ed altri “a sorpresa”. I controlli di timbro hanno lo scopo di verificare che non vengano fatti tagli al percorso previsto, mentre i controlli orari verificano che le medie tenute dai partecipanti siano comprese tra i 30 ed i 35 km/h, cosa non semplice data la complessità del tracciato. A rendere tutto ancora più complicato ci si mette anche la stanchezza che, con il trascorrere delle giornate in sella, si fa decisamente sentire.
La sera, dopo aver ricevuto il programma del giorno dopo, i partecipanti si riuniscono in gruppetti e si studiano minuziosamente il percorso. Lo staff invece si riunisce dopo cena per ore (!), fino a quando tutti i possibili dubbi sulla giornata che li aspetta sono stati chiariti. Non importa, nonostante la stanchezza, fino a che ora può andare avanti la riunione: l’unica cosa che conta è che il giorno dopo l’organizzazione e l’assistenza siano ineccepibili. Non c’è che dire, veramente un esempio di grande professionalità e passione per l’iniziativa intrapresa. Questo è senza dubbio uno degli aspetti che mi ha più colpito.
La mattina la sveglia è sempre molto presto
Basta considerare che il regolamento prevede la partenza di due moto alla volta, ad un intervallo di 60” tra ogni coppia e la prima partenza è prevista alle 07.30. A partire da questo orario e circa per un’ oretta, si svolge sotto il gazebo rosso dell’ organizzazione la partenza di tutti i componenti della carovana. In sintesi le prime coppie, verso le 6 di mattina sono già indaffarate nei preparativi, e poi …..12/14 ore continuative di moto! Così per tre giorni consecutivi (il prologo del primo giorno non lo conteggio in quanto poco impegnativo).
Insomma, la 20.000 Pieghe è sì una manifestazione motociclistica non agonistica di Gran Fondo basata sulla regolarità turistica, ma anche un raid decisamente impegnativo! Una buona resistenza psico/fisica è quindi un requisito necessario per chi volesse cimentarsi in questa esperienza. E la formula piace, al punto che in soli tre anni il numero dei partecipanti è triplicato. Qualche giorno prima di partire ho trovato sul sito dell’organizzazione (
www.adventuriders.com) un video di presentazione della manifestazione in cui si racconta dello spirito dell’evento e si sottolinea l’importanza di concetti come amicizia e reciproco sostegno nei momenti di difficoltà. Tutti elementi che ho trovato e vissuto in prima persona partecipando a questa bella manifestazione sportiva.
Marco Stoppini