24 ore da solo, su una minimoto, alla caccia del record

Il progetto è uscito dalla fantasia creativa del collega Valerio Boni, che vuole entrare nel Guinness World Record. La distanza da battere non pare impossibile, 250 chilometri, ma si punta almeno al doppio
7 maggio 2021

Valerio Boni ha sessantadue anni e un fisico da ragazzino, non è nuovo a questo tipo di imprese e ha l’obiettivo minimo di raddoppiare la distanza, percorrere cioè almeno 500 chilometri. La pista prescelta è Castelletto di Branduzzo, provincia di Pavia, kartodromo 7 laghi; il via alle 17 di martedì prossimo 11 maggio.

La moto? Una Polini 910 con raffreddamento a liquido, in una configurazione più tranquilla rispetto a quelle ufficiali utilizzate nei miniGP per contare su una maggiore affidabilità e su consumi più contenuti. Dopo i test si è deciso di allungare il rapporto finale del setup originale, quattro denti in meno alla corona.

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In Polini hanno preparato due minimoto; Boni ha chiesto di modificare la carena per aggiungere due gruppi ottici esterni, per ottenere un risultato il più possibile vicino a quello delle moto da endurance degli anni Settanta.

Ventiquattr’ore in sella a una moto in miniatura, che è costrittiva e faticosa per chiunque abbia più di sette anni, non sono uno scherzo. Valerio Boni è ben preparato e sa soffrire: a suo tempo fece una 24 Ore in solitario con una Vespa senza fermarsi mai, nemmeno per i rifornimenti e le necessità corporali, tutte espletate a bordo con soluzioni innovative. Ma sa che il circuito deve essere poco tortuoso, servono rettilinei più lunghi e curve ampie: ha scelto così il circuito “breve” di Castelletto.

“Punto focale - dice - è l’autonomia: con il serbatoio da 1,6 litri si possono percorrere oltre 90 giri del tracciato individuato, equivalenti a una distanza compresa tra i 55 e i 60 chilometri. Attendo per oggi la certificazione precisa della lunghezza del percorso”.

L’obiettivo, come detto, è raddoppiare la distanza record iscritta al momento nel Guinness dei primati. E le difficoltà non sono soltanto tecniche e fisiche.

“L'aspetto più complesso della 24 ore - dice Valerio - è il rispetto dei protocolli fissati dal Guinness World Records per ottenere l'omologazione del primato. Servono registrazioni senza tagli delle 24 ore, testimoni indipendenti, cronometristi, e un libro sul quale annotare tutti gli eventi. Punto a coprire almeno 500 chilometri, ma staremo a vedere”.