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Mi chiedo come anche il più insensibile di noi, quello per cui la moto è soltanto un pezzo di metallo, un mero oggetto di leisure cui non riservare altre attenzioni oltre il tagliando semestrale, possa rimanere impassibile di fronte a una buona storia che parli di motociclette.
Storia in senso lato, sia come racconto di costume, sia come narrazione di eventi che si intrecciano anche al di là del mero fatto motociclistico: spesso le vicende delle Case o di alcuni modelli sono legate a doppia mandata alla Storia vera e se gli anniversari possono sembrare talvolta esclusivamente delle celebrazioni nelle quali - giustamente e a buon diritto - le Case rivendicano il successo delle scelte e la profondità del proprio vissuto, spesso può sfuggire che ci permettono di conoscere meglio i percorsi che sono stati fatti per arrivare ai giorni nostri e mettono meglio a fuoco i motociclisti che siamo diventati, le scelte che abbiamo compiuto e in chi è debole di cuore parte immancabilmente il secondo inammoramento per una moto che - all'epoca del primo - non abbiamo posseduto per motivi che vanno dall'età immatura fino alle mode che cambiano.
Tutto questo per dirvi che Kawasaki festeggia nel 2022 i primi 50 anni della fortunatissima serie Z, quella inziata con la stupefacente Z1 900 che quando arrivò fu - con i suoi 82 cavalli - una formidabile moto ad alte prestazioni, il punto di partenza di un'iconica dinastia che troviamo ancora oggi viva nelle nuove Z650RS, Z900RS o nella ipertrofica Z H2 1000 solo per fare qualche esempio.
Parte di queste celebrazioni è il sito che Kawasaki ha voluto dedicare alla storia delle Z e a tutta la sua discendenza. Molto bello, pur senza scendere troppo nei dettagli: il sito regala una panoramica su tutti i modelli Z e ci permette di scoprire e di incuriosirci su alcune moto che, magari non importate in Europa, hanno avuto un loro rilievo ma, per esempio, rigira anche il coltello nella piaga di certi appassionati di quei modelli non più in produzione (sì, parliamo della ZRX1200R nei colori Lawson Replica) ma che hanno ancora un seguito non trascurabile.
È anche l'occasione per capire il perché della scelta proprio della "Z" come lettera distintiva di una stirpe che delle prestazioni e del legame con le corse aveva fatto un vessillo ma che dopo il 1984 ha leggermente virato verso target meno estremi.
Bello il materiale d'epoca presentato, stupenda la foto di uno dei prototipi della Z1 con già il caratteristico becco d'anatra e molto interessante vedere le evoluzioni del design nella raccolta delle Milestones della serie Z, quasi anno per anno dal 1972 fino al Sugomi di oggi. Insomma, un sito che anche se non siete maniaci di storia della moto o delle Kawasaki vi potrà fare piacere sfogliare e che immaginiamo prepari il terreno per ulteriori iniziative per i 50 anni delle "Zed heads".
Foto d'apertura: Kawasaki