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Il terzo round del Campionato Mondiale Endurance è stato vinto dal Team Honda HRC di fronte a 42.000 spettatori totali dell'evento: la moto numero 33 condotta da Takumi Takahashi (che ha eguagliato così il record di 5 vittorie alla 8 ore di Suzuka detenuto daToru Ukawa), Tetsuta Nagashima e Xavi Vierge prelevato direttamente dal mondiale SBK dove è pilota ufficiale (Iker Leucona, team mate di Vierge, nel frattempo è andato in MotoGP in sostituzione di Alex Rins per il GP di Silverstone) e proiettato alla sua prima vittoria nell'EWC.
Come spesso accade, all'iconica 8 ore di Suzuka partecipano team giapponesi dedicati, assenti per il resto del campionato, in cerca di una prestigiosissima vittoria facendo anche ricorso a piloti presi in prestito da altri campionati come già accaduto con Wayne Rainey nel 1988, Eddie Lawson nel 1990, Mick Doohan nel 1991 e Valentino Rossi insieme a Colin Edwards 2001, tutti vincitori nelle rispettive edizioni.
Non stupisce quindi la riconferma del Team HRC che, quest'anno con il nuovo sponsor Japan Post, dopo aver vinto nel 2022 ha fortemente cercato la vittoria con una condotta di gara pressochè perfetta e priva di sbavature, mentre i team permanenti in lizza per il titolo EWC (F.C.C. TSR Honda France, Yoshimura SERT Motul, BMW Mottorad EWC e Yamaha YART) hanno raccolto poco, rispettivamente un quarto posto, un dodicesimo, un settimo e addirittura un 23esimo posto per la compagine austriaca dove milita il nostro Canepa. Ciononostante, gli equilibri di campionato non sono stati totalmente stravolti e il titolo appare una faccenda tra TSR Honda France e Yamaha YART, separati dopo la 44esima edizone della gara di Suzuka da un solo punto.
Al via delle 11:30 è la Suzuki numero 12 di Gregg Black a scattare in testa, subito seguita dalla CBR-RRR Fireblade del Team HRC guidata da Takahashi, Kunimine con la Honda di Toho Racing terzo e Di Meglio di TSR Honda France inseguono mentre la Yamaha di Canepa impiega poco per mettere temporaneamente le ruote davanti a tutti.
Per vincere alla 8 ore di Suzuka è fondamentale condurre una gara priva di incertezze, non avere inconvenienti ed... essere fortunati. Forse quello che è mancato a due dei team più attesi in Giappone. Partiamo dalla Yamaha YART, in corsa per il titolo e titolare del migior tempo nelle prove (ricordiamo che il tempo di qualifica è la media dei due migliori crono di piloti diversi): un problema elettrico costringe Hanika a rientrare ai box spingendo la moto - siamo al secondo turno di guida - e successivamente la carenatura di destra fa i capricci. Notevoli perdite di tempo ai box, che portano soltanto un 23esimo posto finale nonostante la velocità della moto.
Sfortuna forse ancora più grande per il Team Suzuki SERT: la compagine guidata da Damien Saulnier è stata seconda fino all'inzio della settima ora, poi la pioggia ha fatta capolino e Gregg Black si è steso sull'asfalto, insidioso a causa della pioggia caduta fino a mezzora prima della bandiera a scacchi, nonostante avesse appena montato le coperture Rain. Il pilota ha poi dichiarato di non essersi accorto di avere messo le ruote sulla viscida striscia bianca a causa della visiera scura.
Un vero e proprio disastro, visto che la circostanze che avevano relegato la Yamaha in fondo alla classifica avrebbero potuto favorire la risalita in campionato del team francese. La moto viene rimessa in sesto, ma il risultato, come già detto, è soltanto un dodicesimo posto. Peccato davvero, visto che la velocità non manca alla GSX-R1000R, considerato il suo terzo tempo nelle qualifiche.
Meno rocambolesca la gara di F.C.C. TSR Honda, che raccoglie un quarto posto a tre giri dai vincitori nonostante una caduta di Di Meglio nelle battute iniziali: un risultato ottimo per il campionato che vede anche BMW Motorrad raccogliere una settima piazza che tiene aperta la possibilità di giocarsi la vittoria nel mondiale, seppure piuttosto remota.
Se i team permanenti, pur in corsa per la vittoria, sono stati esclusi dal podio, quet'ultimo è stato monopolizzato da Honda e dai piloti giapponesi, per un vero e proprio trionfo della Casa di Tokio che ha piazzato ben 7 Fireblade nei primi 10 posti: secondi infatti sono arrivati Kiyonari, Kunimine ed EnokidoTOHO Racing, seguiti da SDG Honda Racing con i giapponesi Uramoto, Nagoe e Noguchi.
Da sottolineare il risultato di Akira Yanagawa, a 51 anni alla guida della Kawasaki del Team KRP e 29esimo al traguardo, e il debutto dell'Aprilia RSV4 del team giapponese Tatara che con l'equipaggio Shinjo/Wada, Cavalieri ha conquistato il terzo posto nella categoria NSTK (Nippon Susperstock, una moto in configurazione praticamente molto legata alla modello stradale), oltre al ventesimo posto assoluto.
Adesso non resta altro che attendere il Bol D'or al Paul Ricard: atto conclusivo del campionato EWC 2023, dal 14 al 17 settembre.
Photo credit: Yamaha, Honda, Suzuki Yoshimura Motul SERT, GPAgency (Aprilia)