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Era giunto a un passo dal sogno di una vita, ma il Covid-19 è arrivato prima. Lauro Micozzi, punto di riferimento per intere generazioni di appassionati di corse in moto, è morto a 82 anni, nella sua Macerata. E’ lì, tra le curvilinee colline marchigiane che il suo cuore si era accordato per la prima volta con i giri del motore delle moto da corsa. Come pilota, come meccanico, come tecnico e, soprattutto, come restauratore e collezionista.
Nel suo garage c’era di tutto, ma in particolare c’erano pezzi pregiatissimi di Ducati. Moto uniche, spesso prestate alla stessa casa di Borgo Panigale per esposizioni in giro per il mondo.
Ha sognato per tutta la vita che quelle moto potessero diventare un richiamo per appassionati nella sua Macerata, in un museo dedicato a storie di uomini e moto veloci: Nonostante l’età non aveva abbandonato quel sogno e ultimamente era riuscito ad aprirsi una significativa opportunità, di cui parlava in continuazione. Con chiunque. Con tutti quelli, compresi i campioni conosciuti in anni e anni di vita nel motociclismo, che andavano continuamente a trovarlo. Ieri, tra i primi ad annunciare la morte di Lauro Micozzi sono stati gli amici del motoclub Franco Uncini. Con il campione del mondo marchigiano, Lauro aveva condiviso, oltre che la terra d'origine e l'amicizia, anche un grande amore: la Laverda SFC 750.
Ciao Lauro R.I.P 😢
Pubblicato da Franco Uncini su Venerdì 29 gennaio 2021
“Dopo di lei - aveva scritto Micozzi sul sito che presenta la sua collezione - solo Ducati”. La rossa di Borgo Panigale è stato il suo vero amore, trovato dopo aver corso con qualunque cosa avesse un motore e due ruote: prima una Metchless 350, poi un Cardellino 65, le Moto Guzzi e quella Laverda. Fino alla prima Ducati, una 750, e al giuramento di fedeltà eterna al marchio italiano (raccontato anche nel video che pubblichiamo qui sotto e che è stato girato poco più di un mese fa). Ha corso fino a pochi anni fa nelle manifestazioni storiche, mettendo sull’asfalto gioielli che altri, invece, avrebbero esposto come reliquie. “Certe moto sono fatte per correre, soprattutto se si chiamano Ducati” – diceva a chi gli faceva notare che si stava lanciando tra le balle di paglia con preziosi pezzi da museo.
Ai tempi del Team Pileri, insieme all’amico Mario Ciamberlini, aveva avuto una esperienza (non come pilota) anche nel motomondiale. I suoi piloti, in quell’avventura, furono Lucio Cecchinello e Fausto Gresini. Proprio quel Fausto Gresini che sta combattendo la stessa battaglia che Lauro Micozzi, fiaccato dall’età e da qualche acciacco fisico, non è riuscito a vincere. Ha dovuto arrendersi prima di veder coronato il suo sogno, prima di vedere le moto della sua collezione privata diventare un richiamo per turisti e appassionati nella sua terra. Una terra che nel 2016 ha subito la violenza del sisma e che sta cercando di risollevarsi.