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Sterrare è Umano e anche perseverare, forse, non è poi così diabolico. Simone Romano è riuscito, anche in questo 2023, a dare vita a uno dei più importanti eventi "adventoruing" del panorama italiano, offrendo a un nutrito gruppo di partecipanti la possibilità di cimentarsi con tracce sfidanti, ma al contempo accuratamente selezionate, e di godere dei paesaggi che solo una regione come l'Abruzzo è in grado di regalare nel nostro Paese. Anche noi eravamo al via di questa seconda edizione, in sella a una nuovissima Honda Transalp 750, gommata Dunlop D908 RR. Ecco com'è andata.
Come noto, la parola adventouring è un neologismo derivante dalla crasi di adventure e touring. Ma come direbbe un Garibaldi delle due ruote: fatta la categoria, bisogna fare i motociclisti. Già perché nei pur numerosi eventi che si sono susseguiti in questi anni, a emergere, fra le altre, è stata anche e soprattutto una certa divisione tra gli utenti tipo di queste moto e di queste esperienze. Da una parte gli enduristi, l'equivalente tassellato degli smanettoni da pista. Dall'altro chi viene dai viaggi, talvolta un po' spaesato davanti alle prime esperienze in off-road vero. Come mettere d'accordo entrambi? Il metodo migliore è quello seguito dagli organizzatori di questa nuova edizione di Sterrare è Umano: fornendo loro una traccia adatta ad ogni livello di esperienza.
È così che quest'anno Simone Romano e i suoi uomini hanno deciso di offrire ai partecipanti la possibilità di percorrere in lungo e in largo l'Abruzzo anche selezionando una traccia che è stata indicata come Soft. Un percorso suddivisio indicativamente in un 70% asfalto e 30% sterrato, ideale per prendere confidenza con questo tipo di esperienze e, perché no, per portare con sé anche un passeggero.
Ed è proprio questo il percorso che abbiamo scelto di scoprire in sella alla nostra Transalp, nel corso del primo giorno, dopo le sparate a cannone del Perfetto, dello scorso anno.
Quello che ci siamo trovati a percorrere è stato un tragitto ottimamente congeniato che ha permesso tanto a chi guidava, quanto a chi era seduto sulla sella posteriore di divertirsi, guardarsi intorno e saggiare cosa voglia dire mettere le ruote lontano dal traffico e dalle strade comuni, nel bel mezzo della natura.
Esperienza approvata e consigliatissima, dunque, per quanti vogliano approcciare questo ambiente ma non siano sicuri delle proprie capacità di guida o, più semplicemente, vogliano condividere la propria passione anche con chi di solito aspetta a casa un po' annoiato.
Le condizioni ambientali sono notevolemente cambiate nel corso della manifestazione. La nottata che ha separato il primo dal secondo giorno, infatti, ha portato con sé vaste precipitazioni. Tanta acqua che ha trasformato, in molti frangenti, i sentieri individuati dagli organizzatori, in percorsi sfortunatamente impraticabili, tanto da costringerli - in alcune tratte - a rendere obbligatorio l'utilizzo della traccia Soft, per tutti i partecipanti.
A proposito di tracce: per navigare abbiamo utilizzato l'app Whip, su di un iPhone 12. L'app - su iOS - si è dimostrata super friendly e ha svolto alla grande il suo dovere, aggiungendo alle funzioni di navigazione, la capacità di comprendere dove ci trovassimo e quale fosse l'evento più vicino a noi, oltre alle funzioni legate alla dimensione "social", grazie alle quali era possibile monitorare l'andamento degli altri partecipanti sulla mappa. Qualche problema, ci è parso di capire, l'hanno avuto gli utenti Android. Come è noto, sul sistema operativo di Google, è più complesso ottenere un'omogeneità di funzionamento e la relativa giovinezza dell'app dovrebbe giustificare queste problematiche, di sicuro in via di risoluzione.
A partire dal secondo giorno, in ogni caso, ci siamo mossi senza passeggero, potendo saggiare la tracciatura Medium e le doti della Transalp in ambito fuoristradistico, anche in mano a chi, in off-road, ci va piuttosto saltuariamente.
La moto si è dimostrata notevolmente a suo agio anche nei tratti più impegnativi, pur mostrando qualche aspetto in cui sarebbe stato utile poter intervenire con una maggiore personalizzazione. Ci riferiamo in primis alla posizione di guida, con pedane un filo troppo avanzate e un manubrio un pelo troppo arretrato, per le salite più impervie, oltre a un controllo di trazione con il quale avremmo voluto giocare ancora un po' per comprendere effettivamente quale sia l'impostazione più adatta per un più efficace utilizzo in off-road. Si tratta, come è ovvio, di una moto pensata innanzitutto per un utilizzo prevalentemente stradale e, in secondo luogo, per un uso all-around che chiama necessariamente a scendere a patti con qualche sacrificio, per godere della massima versatilità possibile in sella a una moto.
A proposito di guida in off-road, vera manna dal cielo sono state le coperture previste per la nostra moto da Honda Italia: un set di Dunlop D908 RR, il modello più sportivo della gamma destinata all'avventura, tra gli pneumatici della Casa inglese. La loro presenza si è rivelata provvidenziale per affrontare con disinvoltura i tratti su fango che abbiamo incontrato e che hanno messo in crisi molti altri partecipanti, in sella a moto di oltre 200 Kg equipaggiate con prodotti maggiormente orientiati alla guida su asfalto.
Ottimo anche il funzionamento della coppia di l'Interphone U-COM 8R che abbiamo installato sui due Airoh Commander che abbiamo utilizzato per questa esperienza. Si tratta dell'ultimo arrivato della gamma Interphone, caratterizzato dalla presenza del solo sistema mesh per le comunicazioni pilota-pilota. Dotati di batteria integrata (al contrario degli U-COM 16, che hanno un profilo più sottile ma la cui batteria va posizionata nella parte posteriore del casco), si collegano in maniera pressoché immediata e riescono a gestire molto bene la modulazione dei volumi e la riduzione dei fruscii quando l'utente non sta effettivamente parlando.
Un'ultima parola, infine, per i completi T.UR che abbiamo impiegato: la giacca J-THREE ARM impiegata da chi vi scrive si è dimostrata molto appropriata per un utilizzo più "sportivo" di una moto come la Transalp. Idem per i pantaloni P-THREE, usati anche dalla nostra passeggera che, al contrario, ha indossato una giacca TRANSFER LADY più votata a un utilizzo turistico. Aerata e versatile, grazie all'interno, si è fatta apprezzare per la sua praticità e per l'ottimo fitting, oltre che per uno stile molto elegante. Entrambi abbiamo, inoltre, adoperato guanti T.ur G-THREE PRO specifici per l'off-road.
Anche in questa edizione 2023, quindi, Sterrare è Umano si è dimostrata all'altezza della nomea che in questo brevissimo arco di tempo è riuscita a costruire attorno a sé. Nonostante il maltempo, l'entusiasmo dei partecipanti è stato in grado di testiominare la bontà dei percorsi individuati da Simone Romano al quale, quest'anno, va il merito di aver allargato il bacino d'utenza con l'introduzione di una terza variante dedicata a un pubblico ancor più eterogeno. Insomma, se non avete mai visto l'Abruzzo, o se l'avete già fatto, se avete voglia di arrosticini e, soprattutto, se vi piace andare in moto, Sterrare è Umano si avvia a diventare una tappa imprescindibile del calendario adventouring di ogni appassionato di turismo e fuori strada.