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Le provocazioni creative servono a mettere alla prova chi le concepisce e chi si trova a osservarle. Un progetto di commistione estremamente curioso in campo moto, e interessante, è quello architettato da Yamaha: coinvolgere chi si occupa di disegnare moto e strumenti musicali e provare ad invertire i ruoli. Si tratta di provocare attraverso esercizi di stile, ma dalle provocazioni possono nascere spunti innovativi. Strumenti musicali e moto sono le divisioni cardine di Yamaha, che è nata nel 1887 costruendo strumenti musicali. Attività che non ha smesso di sviluppare, e implementare con l'avvento dell'elettronica, le tastiere, gli amplificatori eccetera, anche dopo essersi occupata di motori. Che si tratti di moto, jetsky, ATV e altro ancora, tutti hanno il logo dei tre diapason in bella evidenza a ricordare l'origine musicale di Yamaha.
Il nome del progetto AH A MAY altro non è che il ribaltamento del marchio originario ne e racchiude l'idea. I designer delle divisioni moto e musica si sono scambiati i compiti, senza vincoli produttivi e commerciali, seguendo i principi di stile della propria divisione ma con l'idea di conservare una specularità, una condivisione di forme dei prodotti Yamaha.
Alla nona edizione della Biennale Internationale Design di Saint-Etienne, Francia, aperta dal 12 marzo al 12 aprile, saranno esposti i lavori che in parte vi anticipiamo nelle foto della gallery.
La concept bike Root, traduzione del simbolo grafico della radice di elevazione a potenza, è una bobber minimalista costruita sulla base della MT-07, con telaio ridotto all'osso, ruote lenticolari e una sottile sella rivestita in cuoio che diventa seduta e unico elemento puramente estetico e sovrastrutturale.
La bici a pedalata assistita si chiama 0±0, la batteria si può caricare a casa pedalando sull'apposito sostegno e facendo esercizio quando non si esce di casa.
Chi disegna moto non è stato da meno in quando a fantasia. Il Fujin, che significa dio del vento, è un marimba di forma circolare (come una ruota) e con una sella da moto al centro per far accomodare chi la suona.
Infine il Raijin, ovvero il dio del tuono. In questo caso è una batteria, anche se il termine è riduttivo, con molti pezzi in più disposti su una struttura tubolare sferica: vorrebbe offrire al batterista nuove possibilità espressive.
Chissà se dopo questo esperimento, in Yamaha avranno valutato la possibilità di scambiare di sede qualche designer delle due divisioni...