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In Pierandrei Associati sono convinti che la maggior qualità di un progettista sia la consapevolezza della cultura contemporanea e dei suoi rapidi cambiamenti: conoscere la complessità delle dinamiche sociali, economiche e culturali ci consente di proporre modelli di utilizzo e di impresa che anticipano e promuovono nuovi rituali urbani pubblici e privati. Un atteggiamento ancora più importante nella Wiki-era nella quale viviamo e dove il ruolo dell’utente ha assunto un peso sempre più importante sin dalla fase di concepimento del progetto: una realtà che trasforma ed ispira continuamente il lavoro di Pierandrei Associati con soluzioni che non si limitano a rispondere alle necessità funzionali (user-centred design) ma coinvolgono la cultura e il contesto sociale in cui si interviene (human-centred design).
Questo è un processo creativo che indaga cultura e comportamenti delle persone come risorsa d’ispirazione: a loro volta i prodotti, i servizi e gli spazi progettati modificano i comportamenti delle persone e il loro rapporto con l’ambiente. Questo è ciò che in PA chiamiano behavioral design, un modo di generare idee con una visione differente della realtà, come l’AfterHour Hotel, un sistema prodotto che propone un nuovo modello di hospitality.
E’ possibile coniugare flessibilità, funzionalità ed economicità che spesso richiede la mobilità attuale con la necessità di qualità e benessere essenziali in qualsiasi esperienza di hospitality?
Da questa domanda nasce The Afterhour Hotel un sistema servizio-prodotto come alternativa alle strutture ricettive esistenti.
The Afterhour Hotel è una struttura sperimentale che – diffusa sul territorio - intende indagare nuove opportunità per l’industria dell’accoglienza a scala globale.
Le esigenze di mobilità del mondo contemporaneo, così come la partecipazione ad eventi su scala planetaria o più semplicemente legati alla “tribù” alla quale si appartiene, ci costringono spesso a riposare in spazi di ripiego “temporanei”: il sedile di un aereo o il sacco a pelo su una spiaggia nei migliori dei casi.
La risposta a questa esigenza è stata spesso formulata su una base puramente funzionale: è il caso dei capsule hotel giapponesi, dove cabine high-tech forniscono uno spazio attrezzato minimo per un pernottamento. Si tratta di modelli che, nonostante alcuni sviluppi recenti, non riescono ad essere paradigma al di fuori del Giappone per la mancanza di una “esperienza” appetibile, tanto che anche i clienti occidentali che li frequentano, lo fanno più per curiosità che per convinzione.
Facendo tesoro di queste esperienze e analizzando i più avanzati esempi d’edilizia prefabbricata, The Afterhour Hotel si propone come soluzione per l’ospitalità temporanea, low budget e particolarmente mirata ad un’utenza giovane, che pur promuovendo uno spazio minimo completamente attrezzato, non rinuncia alla qualità del benessere e dello spazio.
Sostituendo il concetto d’edificio con quello di “struttura diffusa” il sistema si integra perfettamente con il contesto urbano o naturale circostante.
The Afterhour Hotel è dedicato a coloro che per motivi differenti possono trovarsi nella necessità di avere una pausa anche solo per poche ore: il giovane dopo una serata di divertimento, lo spettatore di un evento sportivo in trasferta, il viaggiatore business in aeroporto, il guidatore in autostrada, il biker, il turista naturalista nei parchi.
E' una struttura “appoggiata sul territorio”. La leggerezza e la temporaneità sono le caratteristiche dell’hotel che è composto di elementi pensati per essere facilmente inseriti in ambiti molto diversi e poi rimossi quando non più necessari.
La facile trasportabilità e la rapidità d’installazione uniti al minimo impatto ambientale delle cellule favoriscono dunque la mobilità: a seconda del tipo di utenza prevista le camere potranno essere localizzate nei parchi naturali, in strutture “di passaggio” come gli aeroporti, in punti nevralgici delle reti di trasporto e persino in ambiti urbani con forti connotati ambientali (parchi, piazze, passeggiate).
Inoltre, la natura leggera e adattabile dell’Afterhour Hotel consente di spostare le strutture secondo le diverse stagioni in modo da ottimizzare l’efficienza e l’occupazione senza con questo perdere la forza comunicativa e funzionale del servizio-prodotto.
Ogni camera dell’Afterhour Hotel può essere prenotata e utilizzata in ogni momento delle 24 ore.
Il nuovo concetto dell’Afterhour Hotel è una “de-materializzazione” dell’idea stessa di albergo che punta all’abolizione degli spazi comuni e di servizio - in questo senso andando in controtendenza con le più recenti esperienze alberghiere – ma di fatto sostituendo questi ambienti con lo spazio pubblico e la sua densa carica sociale. L’elemento centrale del progetto è la “unit”: la camera doppia o singola utilizzabile in qualsiasi momento della giornata.
Il progetto include il supporto di un sistema informatico: dal sito gli utenti potranno verificare disponibilità e posizione delle cellule e prenotarle con un semplice messaggio dal cellulare ricevendo il codice per l’accesso. Gli utenti potranno inoltre interagire con il sistema fornendo e ricevendo feedback sulle singole cellule, sugli altri utenti e sulle informazioni che utili a chi soggiorna (eventi, servizi nelle vicinanze, ecc.). Il servizio genera così una comunità di utenti/prosumer che annulla la necessità di personale sul posto permettendo una riduzione dei costi di gestione e la conseguente “economicità” del servizio.
Ogni singola cellula è costituita da due elementi principali: un “contenitore esterno” e un allestimento interno.
La struttura esterna è un elemento leggero portante in materiale composito isolante costituito da GFRC (glass fibre reinforced concrete) e rivestito internamente ed esternamente in materiale ceramico che ne garantisce la durata illimitata nel tempo e la totale assenza di manutenzione.
L’allestimento interno è flessibile e può variare ed evolvere secondo le necessità. I tamponamenti laterali sono realizzati con vetri che controllano la trasparenza e la privacy secondo i desideri degli utenti.
La cellula base di circa 10mq consente di ospitare fino a 2 persone.
All’interno una serie di “dispenser” danno l’opportunità di affrontare anche le pause “impreviste” fornendo quanto necessario dallo spazzolino al love-kit.
Ogni cellula è stata concepita come un elemento energeticamente autosufficiente soprattutto per situazioni ambientali estreme. Autoefficienza resa esplicita da una serie di dispositivi che renderanno palesi agli utenti i consumi di prodotti e d’energia effettuati.