Al Nürburgring con Wunderlich

Il racconto della nostra trasferta al Nordschleife con Matteo Polato, il fortunato lettore che ci ha accompagnato in questa avventura con il marchio tedesco di accessori per BMW
8 luglio 2016

L’anno scorso toccò ad Andrea Perfetti accompagnare il vincitore del concorso che Wunderlich, l’azienda tedesca specializzata nella produzione di accessori specifici per la gamma BMW, indice annualmente, e che permette al vincitore di trascorrere due giorni sul mitico tracciato del vecchio Nürburgring. Due giorni che dedicati alle moto, che possono girare in esclusiva sul saliscendi tedesco, detto anche “Green Hell”, l’inferno verde.

Quest’anno è toccato a me, fare da accompagnatore, e la cosa mi fatto un immenso piacere, primo perché non ero mai stato al “Ring”, secondo perché il tracciato era a uso esclusivo delle due ruote, fattore tutt’altro che secondario. Iniziamo dal principio, il concorso indetto da Wunderlich in collaborazione con moto.it ha visto vincere Matteo Polato da Padova, lettore fortunato, e come dice il proverbio, “lettore bagnato…lettore fortunato”. Per questo motivo la dea bendata non ci ha mollati un istante, con la conseguenza che di acqua ne abbiamo presa abbastanza, per non dire tanta. Il continuo aggiornamento dei bollettini meteo, purtroppo, non porta a essere ottimisti, la Germania è sotto attacco meteo, con un nucleo di bassa pressione che pare che pare avere il suo epicentro nella cittadina di Nurburg. Mi do appuntamento con Matteo all’aeroporto di Malpensa, e dopo i primi scambi di battute, il nostro pensiero comune è quello di controllare per l’ennesima volta le previsioni del tempo. Vogliamo essere ottimisti a tutti i costi, e leggiamo nella nuvoletta grigia con i fulmini e un sole coperto, qualcosa che nella realtà forse non esiste!

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Sbarcati in Germania sotto a un vero e proprio diluvio, raggiungiamo la sede di Wunderlich, azienda che visitiamo con grande piacere. Vista la cura e l’organizzazione di ogni singolo settore, capiamo il perché della qualità degli accessori prodotti, e i risultati si possono apprezzare sia guardando le moto in esposizione nel negozio annesso alla fabbrica, sia osservando quelle dei clienti presenti nell’officina. Terminata la visita, ci spostiamo verso il circuito, e andiamo a dare un’occhiata da fuori, a quello che è considerato uno dei tracciati più impegnativi del mondo. Veniamo colpiti, io e Matteo, dalle variazioni di pendenza del tracciato: quelle che nei video sembrano salite e discese di modesta entità dal vivo si dimostrano dei veri e propri toboga! Non per niente il giorno precedente, durante la famosa 24h, una grandinata ha letteralmente trasformato il nastro d’asfalto in una pista da sci, con la conseguenza che alcune auto si sono dovute fermare sul tracciato, mentre altre scivolavano inesorabilmente senza controllo giù dai declivi!

Il vecchio tracciato, che ricordiamo misura oltre 20 km di lunghezza, è adiacente al tracciato moderno dove corre la F1 tanto per intenderci, ed è lì che andiamo, anche perché il nostro albergo è attaccato all’ingresso della pista. Oltre alla grandissima struttura alberghiera, sono presenti anche una miriade di altre costruzioni che comprendono un centro commerciale, ristoranti, una pista indoor per i kart e un interessantissimo museo che merita davvero una visita, visti i “pezzi” presenti al suo interno. Dopo cena tutti a nanna, con un misto di tensione dovuta sia all’emozione di girare al “Ring”, sia al fatto che probabilmente lo dovremo fare con il bagnato.

Alle sette del mattino siamo già ai bordi del tracciato e seguiamo i preparativi delle prime moto che scenderanno in pista. Sia io che Matteo rimaniamo basiti osservando le moto, e in alcuni casi anche i rispettivi proprietari. Premettiamo che l’età media dei partecipanti alle sessioni odierne è decisamente elevata, e questo significa che la passione non ha davvero età, e l’entusiasmo ha poco a che vedere con i dati anagrafici. La conferma ci viene da un simpatico signore che vedendoci sogghignanti nell’osservare la sua splendida Ducati 1198 con un poco estetico manubrio alto, ci spiega che lui ama questa moto e che con i semi manubri bassi difficilmente riuscirebbe a guidarla, mentre riesce a farlo in questa configurazione. Ci confida di avere 76 anni… noi non possiamo che inchinarci salutandolo e augurandogli di continuare a divertirsi!

Tante le BMW presenti di tutti i generi, dalle GS alle S1000 RR, Boxer stradali in tutte le salse, più o meno recenti, così come numerose le moto italiane, Ducati, Aprilia e anche qualche MV Agusta. I tedeschi sembrano apprezzare davvero le due ruote nostrane. In rapporto sono molte meno le moto giapponesi, che comunque sono ampiamente rappresentate, con uno schieramento di mezzi anch'essi tra i più disparati, soprattutto per quel che riguarda l’anno d’immatricolazione!

Il nostro Francesco Paolillo, Matteo Polato e Frank Hoffmann di Wunderlich
Il nostro Francesco Paolillo, Matteo Polato e Frank Hoffmann di Wunderlich

Sotto la tenda Wunderlich incontriamo il mitico Frank Hoffmann, General Manager dell’azienda tedesca,con un passato da pilota e collaudatore, grandissimo conoscitore di questo tracciato, avendoci percorso oltre 6.000 giri! Le moto che ci sono state messe a disposizione sono tutte allineate, e per la prima presa di contatto, Matteo ed io scegliamo due moto che non potrebbero essere più diverse. Io decido per una R1200 R vitaminizzata nel motore e con sospensioni specifiche, marchiate Wunderlich, come il resto degli accessori montati. Teo inizia alla grande montando in sella alla Piranha, una naked dal look a dir poco cattivo che ha come base di partenza la S1000 RR.

Una piccola passeggiata sul rettilineo di partenza ci mette in allerta, l’asfalto gommato dalla 24 ore del giorno precedente, e a tratti ancora bagnato, ha un grip davvero minimo ed è facile scivolare anche con le scarpe da ginnastica! Il tempo è variabile, il fatto è che varia da nuvoloso a uggioso, e di sole non se ne vede. Fortunatamente c’è un filo d’aria che riesce ad asciugare in parte l’asfalto.

Scenderemo in pista dietro alla nostra guida Sebastian, che ci avverte di andare davvero piano per il primo giro, in modo da prendere le misure. Detto fatto, montiamo in sella ed entriamo. Il fatto di entrare in pista con un treno di gomme nuove, ancora con la cera, per di più fredde, mi mette in allerta, ma dopo poche curve mi trovo appeso alla moto che scivola verso il rail! Qualche anno di esperienza alle spalle, dopo aver guidato nelle condizioni meteo più disparate, pensavo che mi avrebbero preservato da incidenti di questo genere, soprattutto in sella a moto con controlli elettronici! Ma come si dice, nella vita c’è sempre da imparare qualcosa, anche che si può cadere a moto praticamente dritta, con il gas costante andando poco più forte di un ciclomotore.

Il nostro Francesco mostra i segni della scivolata. La moto, per fortuna, è praticamente illesa
Il nostro Francesco mostra i segni della scivolata. La moto, per fortuna, è praticamente illesa

Una cosa però che si evince anche dal video è che le protezioni montate sulla moto hanno fatto il loro dovere, in particolare quella che ha evitato il contatto tra l’asfalto e la testa del cilindro del motore Boxer. Senza l’accessorio specifico Wunderlich probabilmente il coperchio della testa si sarebbe bucato e i giochi si sarebbero conclusi. Invece è stato sufficiente rialzare la moto e raggiungere i miei compagni per tornare a girare. L’impegnativo tracciato tedesco nelle condizioni odierne diventa davvero una sfida, la tentazione di aprire e iniziare a spingere è prontamente mitigata dalla scarsità di grip offerta dall’asfalto, e le macchie d’umido nascoste dietro a curve cieche porta l’esperto Sebastian a viaggiare davvero “di conserva”.

Una volta rientrati alla base mestamente osservo i danni alla mia moto, che nel complesso sono limitati a pochi particolari “grattati”, ma insieme con Frank sottolineiamo l’importanza che ha avuto la protezione della testa cilindro, che non ha solo una resa estetica, ma anche funzionale. Il simpatico Frank, inoltre, mi ha offerto un posto come collaudatore dei loro componenti. Offerta che ho gentilmente rifiutato!

Piove e poi smette, per poi riprendere e smettere nuovamente, si affaccia un timido raggio di sole, ma il tutto si risolve con il risultato che la pista asciutta non riusciamo a vederla! Teo e il sottoscritto perdono la speranza, almeno per oggi, di riuscire a girare in maniera ottimale. Si confida nel secondo giorno a disposizione.

La mattina dopo ci siamo alzati entrambi baldanzosi, anche perché ha smesso di piovere durante la notte, e le strade intorno a Nurburg sono asciutte. Arriviamo in pista e ci dicono che il tracciato è quasi del tutto asciutto, quindi confidiamo nella buona sorte, o almeno in quella “discreta”!

Il tempo di cambiarci e montare in sella: stavolta il sottoscritto ha scelto una S1000 R full optional, mentre Matteo è in sella alla R1200 R con particolari alleggeriti. Alleggeriti dalla grattata sull’asfalto del giorno precedente! Il quasi asciutto che ci è stato riferito è realistico, ma non permette di guidare come vorremmo: la prudenza non è mai troppa, come ci ha detto più volte Sebastian, però rispetto a ieri la situazione sembra decisamente migliore e quindi iniziamo a prendere confidenza con il tracciato, che è davvero pazzesco e che merita una visita (prima controllate le previsioni del tempo …). La lunghezza dello stesso porta come conseguenza che se da una parte possiamo incontrare asfalto asciutto e condizioni meteo discrete, dall’altra potremmo incappare in zone d’ombra ancora umide e magari in un meteo meno clemente. Vista la nostra fortuna in questi due giorni, il meno clemente significa pioggia. Scarsa e tutt'altro che battente, ma sufficiente a farci tirare i remi in barca e a farci adottare una condotta di guida prudente.

Una volta rientrati, con Matteo ci scambiamo due impressioni sulla pista, ed entrambi siamo entusiasti di quanto abbiamo visto. Scollini, allunghi da paura, curve in sequenza, il tutto immerso in una natura bellissima. Certo il solo pensiero di girare su questa pista insieme alle auto, per non dire altro (camper e bus sono liberamente ammessi alla circolazione), ci fa rabbrividire, mentre la mancanza di veri e propri spazi di fuga, con i guardrail a pochi metri dal nastro d’asfalto, deve portarci a considerare il tracciato al pari di una strada.

Il punto di vista di Matteo

Ho vinto pochissime cose nella mia vita, le dita di una mano forse sarebbero troppe per contarle, ma credo che, quando ti capita di vincere qualcosa che ha a che fare con la tua passione, il tutto prenda un sapore diverso, un mix di adrenalina ed emozione! Ed è cosi che mi sono sentito quando Andrea Perfetti mi ha comunicato che ero stato selezionato per il viaggio al mitico Nürburgring!!

Ovviamente, nonostante lo scarso preavviso credo di aver impiegato meno di un secondo a rispondere “NO” quando mi è stato chiesto se avevo impegni per quelle date! E cosi dopo aver comunicato la notizia ad amici e parenti e aver ricevuto tsunami di “maledizioni” in tutte le lingue, è arrivato il momento di partire. La partenza non è stata delle più dolci con la sveglia alle 03:30 (c’è chi dice che era il minimo che potesse capitarmi), d’altronde era l’unico modo per essere in aeroporto a Malpensa alle 7:00 senza rischiare che le foto ricordo del viaggio mi fossero fatte dagli autovelox. Ad aspettarmi lì, Francesco Paolillo, persona squisita con cui ho condiviso questa bella esperienza e con il quale di certo non sono mancati gli argomenti di conversazione. Il tempo di qualche racconto di Francesco sulle ultime presentazioni di moto a cui ha partecipato e arriviamo a Colonia, dove ci attende un incaricato della Wunderlich. Dall’aeroporto andiamo direttamente in fabbrica, dove siamo accolti per fare un bel giro di tutti i reparti: officina, magazzino, progettazione, marketing e vendita. Incredibile come siano ben organizzati e la passione con cui lavorano questi ragazzi. Al top anche le tecnologie e gli strumenti che sono utilizzati per la realizzazione di questi accessori, alcune special da loro realizzate sono veramente dei capolavori!

Una cosa che mi ha colpito e affascinato durante questo viaggio è l’aria “racing” che si respira a Nurburg: macchine sportive ovunque, hotel e pensioni con i nomi più sportivi che possiate immaginare, bar che sembrano motorhome e distributori di carburante che, se non fosse che ti trovi lì con un banalissimo monovolume, giureresti di essere a una sosta ai box nel bel mezzo di una gara. Credo che chiunque abbia un minimo di passione per il motorsport in generale non possa non apprezzare questa atmosfera! A me è piaciuta…e molto!

Il giorno seguente sveglia all’alba, colazione da campioni e finalmente si scende subito in pista! O meglio...le intenzioni erano quelle, purtroppo il “subito” ha dovuto lasciar spazio alla pioggia che ci ha fatto un po' attendere. In realtà lì nessuno sembrava temerla più di tanto e infatti sono stati in diversi quelli che si sono presentati al via con tuta antipioggia, gomme rain e tanta voglia di girare mentre noi, in attesa che la pista si presentasse in condizioni migliori, ci siamo goduti le decine di moto che affollavano il parcheggio e c’era veramente di tutto. Più tardi, complice il vento e un timido sole, le condizioni della pista sono migliorate e cosi finalmente è arrivato il nostro turno!

Emozione a 1000, tuta, casco, guanti e si sale sulla “Piranha”, una “tranquillissima” special da 190CV su base S1000RR messa a disposizione da Wunderlich. Davanti a noi Sebastian, anche lui veterano del Nürburgring, che con la sua S1000XR ci ha fatto da guida per entrambi i giorni. Nemmeno il secondo giorno il tempo è stato dalla nostra parte ma in ogni caso siamo riusciti comunque a girare la mattina, e ovviamente non ho perso l’occasione per provare anche l’S1000R e l’R1200. Beh che dire, per uno come me abituato alle piste “classiche” capisci subito che qui stiamo parlando di tutt’altro: vie di fuga inesistenti, erba al posto della ghiaia, guardrail, cordoli alti, saliscendi degni di un parco divertimenti e punti in cui la pista si fa talmente stretta che ti chiedi come facciano auto e moto a correre assieme! Il tutto nel bel mezzo di una magnifica foresta!

Poi, man mano che ci giri, tutto comincia ad avere un senso e ti rendi conto che è proprio tutto questo che fa del 'Ring uno dei circuiti più emozionanti e impegnativi del mondo. Sì perché, affrontare una serie di curvoni a 160 km/h a un metro dall’erba, per poi imbattersi in una discesa talmente ripida da sentirsi lo stomaco in gola e subito risalire ancora non vedendo dove finisce l’asfalto, penso faccia parte di quella serie di emozioni che difficilmente si scordano. Ed è per questo che ringrazio moto.it, Wunderlich, Francesco e tutte le persone che hanno contribuito a questa indimenticabile esperienza.

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