Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Un bosco nell'Alabama, Stati Uniti, è diventato il protagonista di un video virale che ha lasciato a bocca aperta migliaia di appassionati di moto e scooter in tutto il mondo. Pubblicato dal canale YouTube Motorcycle Rewind e condiviso anche su Instagram, il video documenta un luogo incredibile: un bosco che assomiglia molto a un “cimitero” a cielo aperto dove sono stati abbandonati più di 4.000 veicoli tra moto e scooter.
Lo spettacolo è tanto surreale quanto affascinante. Tra gli alberi si intravedono telai arrugginiti, pneumatici e pezzi di carene che spuntano come fantasmi. Ora però la domanda sorge spontanea: come sono finite lì queste moto?
La scoperta di questo luogo straordinario ha inizialmente lasciato spazio a ipotesi fantasiose. Un’indagine più approfondita ha portato poi alla luce una spiegazione più plausibile: le moto abbandonate appartengono alla Escambia Motorcycles, un’azienda locale che da quasi vent’anni si occupa di vendere pezzi di ricambio per motociclette giapponesi di alta gamma come Kawasaki, Suzuki e Yamaha. Con una superficie di oltre 20.000 metri quadrati, la proprietà ripresa in video sarebbe diventata un deposito di parti meccaniche e carrozzerie ormai in disuso, lasciate all’aperto a causa delle dimensioni ridotte dei magazzini aziendali.
Sommersi dalla vegetazione troviamo anche alcuni pezzi da 90. Tra questi, spiccano due scooter Honda Elite degli anni Ottanta, riconoscibili grazie a un dettaglio distintivo: il faro anteriore a scomparsa, un’innovazione rara per i mezzi a due ruote e caratteristica peculiare di quegli anni (si ispira alle auto sportive del tempo).
Gli Honda Elite, disponibili in cilindrate che variavano dai 50cc ai 150cc, erano noti per la loro affidabilità e per il design innovativo, che coniugava versatilità e stile. Il motore raffreddato a liquido e il cruscotto digitale erano avanguardistici per l’epoca, contribuendo a consolidare il successo del modello, prodotto prima in Giappone e successivamente in Messico fino al 2007.