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Sono Alberto Barbaro, un “ragazzo” di 53 anni, felicemente sposato e padre di due figli (Lara, 22 anni e Roberto 17), da sempre appassionato di moto e affetto dalla nascita da una malformazione alla mano destra che, comunque, non mi ha impedito di fare qualunque cosa mi saltasse in mente.
A 14 anni mi sono comprato una Vespa 50 (per la quale allora non serviva il patentino), salvata dalla demolizione per non spendere, e rimessa a nuovo con l’aiuto di mio padre, che se ne intende di meccanica. Tengo a precisare che non ho apportato alcuna modifica al mezzo; pur con la malformazione, riesco ad accelerare, frenare e fare tutto il necessario per guidare in sicurezza.
Nel 1986 ho conseguito la patente della macchina; a quel tempo la patente per disabili era codificata con la sigla “F”.
Io continuavo nel frattempo a gironzolare con la mia bella Vespa 50, anche se non vedevo l’ora di comprarmi qualcosa di più grande.
Con l’occasione del primo rinnovo (dopo 5 anni), scoprii, con estrema disperazione, che non avrei potuto avere la patente per la moto, in quanto, secondo la Commissione Medica, non avevo una presa sufficientemente sicura sul manubrio, e non erano previsti adattamenti per i motocicli.
Ho presentato diversi ricorsi (arrivando fino al Ministero dei Trasporti): la mia “linea di difesa” era di chiedere di dimostrare che avrei superato lo stesso esame di guida di un normodotato, con la stessa moto utilizzata da un normodotato, senza pregiudizi ma anche senza chiedere delle “facilitazioni”. Tutti i ricorsi furono respinti, sempre con la stessa motivazione della presa non sufficientemente sicura.
Io però sono abbastanza testardo e ho ragionato che se non potevo guidare un motociclo avrei potuto guidare qualcosa che gli “assomigliasse”... così ho fatto fare, da un’officina autorizzata, tutti gli adattamenti previsti su una BMW 75/5 con sidecar, che risultava immatricolata come “motocarrozzetta” (quindi non motociclo).
La cosa deve aver creato abbastanza scompiglio nella routine di una tranquilla Motorizzazione di Provincia; probabilmente nessuno prima di me aveva avuto un’idea tanto “malsana”, in quanto sono andato avanti per un anno con il foglio rosa rinnovato di 3 mesi in 3 mesi in attesa di una risposta definitiva. E la risposta arrivò, purtroppo sfavorevole, in quanto, secondo la normativa, i pezzi che erano stati utilizzati per gli adattamenti non avevano le omologazioni necessarie per essere spostati da un mezzo all’altro, fine della storia.
Avevo quasi gettato la spugna quando, nel 2004, venni a conoscenza di una nuova legge che prevedeva guida con protesi e adattamenti sui motocicli.
Ovviamente mi sono dato subito da fare.
Non è stato assolutamente facile in quanto – di nuovo – ero tra i primi in Italia a sollevare il problema e tutti andavano con i piedi di piombo per paura di creare dei precedenti.
Già in sede di visita medica la prima risposta fu (di nuovo) negativa, sempre con la “tiritera” della presa sul manubrio: siccome, però, mi ero studiato la legge, dovetti far presente che la cosa poteva essere superata con apposite protesi certificate per la guida. Ottenni finalmente l’agognata autorizzazione a iniziare il percorso per conseguire la patente “A”.
Dal Centro INAIL di Budrio mi feci costruire una protesi adatta ad avere la “presa sufficientemente valida” richiesta dalla legge.
Ottenuta l’autorizzazione dalla Commissione Medica ad utilizzare la protesi, dovetti scegliere il “blocco” di modifiche richiesto: ripiegai sul cambio automatico, con lo spostamento dell’acceleratore sulla manopola sinistra e l’aggiunta di un comando a pedale della leva del freno presente sul manubrio di destra.
Il problema era l’omologazione delle modifiche perché, come già detto, ero tra i primi in Italia, e quindi non c’era un grosso mercato in questo genere di cose. Finalmente scovai un’officina di Latina che mi garantiva il collaudo degli adattamenti.
Dopo un anno e mezzo di percorso ad ostacoli, nel novembre 2006, sostenni con successo l’esame di guida, e vissero tutti felici e contenti!
Ebbi di nuovo una brutta sorpresa nel 2019, quando decisi di sostituire la moto (avevo ancora lo stesso scooter comprato nel 2006). Ho scoperto, infatti, che ogni Motorizzazione interpreta le leggi in modo diverso, e lo spostamento dei miei adattamenti (che, ricordo, erano stati omologati e collaudati nel 2006) dal vecchio al nuovo scooter, qui a Cuneo diventa irrealizzabile. Per questo mi sono rivolto alla Handytech che mi ha risolto il problema, e da qualche mese circolo su un Honda X-ADV, felice come una Pasqua!