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La FIM ha evidenziato le problematiche legate alla circolazione in moto nella prima conferenza ministeriale sulla sicurezza stradale delle Nazioni Unite.
Si tratta di un palcoscenico importante - forse il più importante - per rendere consapevoli le autorità che gestiscono la res publica della drammaticità dei numeri (che corrispondono a vite umane perse) che coinvolgono noi motociclisti.
Il direttore generale della FIM (Federazione Internazionale di Motociclismo), Guy Maitre ha presentato un ricco dossier che, oltre ad elencare i maggiori rischi per l'incolumità dei motociclisti, propone anche l'adozione di una serie di correttivi che possano migliorare la nostra sicurezza.
A partire dal rinnovamento delle infrastrutture, perché troppo spesso gli incidenti sono provocati - o resi più drammatici nelle conseguenze - dalle pessime condizioni delle strade e da scelte urbanistiche alquanto discutibili, che non tengono in considerazione i soggetti più deboli (pedoni, ciclisti e motociclisti).
Guy Maitre ha posto in rilievo l'importanza della partecipazione della FIM alla conferenza: "La nostra famiglia ha 101 federazioni nazionali che rappresentano i motociclisti in tutto il mondo. La nostra missione va al di là dello sport, ha l'obiettivo di tutelare i motociclisti e la loro sicurezza sulle strade. "
Sappiamo già a cosa pensano molti lettori: la politica ha già speso tante parole per la nostra sicurezza, ma di fatti se ne sono visti ben pochi.
Impossibile dare loro torto, basta dare un'occhiata allo stato dei guard rail o dei marciapiedi in granito con lo spigolo vivo che vanno tanto di moda nei centri storici per capire che la sicurezza delle moto non è la priorità delle amministrazioni locali.
Ben venga quindi la presa di coscienza da parte delle Nazioni Unite e dei capi di Stato della nostra vulnerabilità, a condizione che - una volta tanto - ai fatti seguano delle azioni concrete.
I numeri in gioco fanno paura, anche più di quelli divulgati per la temuta influenza A. Eppure del vaccino non c'è traccia.
Andrea Perfetti