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Dagli scooter alle moto, il salto può essere lungo; ma diventa addirittura triplo se presenti una maxi con motore elettrico.
Evidentemente ad Allen Ko, chairman di Kymco, piacciono le sfide impegnative.
Bel personaggio, davvero, lontano anni luce dall’immagine un po’ grigia e caricaturale che noi occidentali abbiamo dei manager asiatici: al contrario, Allen Ko esibisce un fisico atletico, un sorriso che conquista ed un’eleganza all’europea.
E soprattutto, emana un forte carisma, quasi da visionario: solo un personaggio così poteva imporre una visione della mobilità lanciata nel futuro, facendo sua (e dell’azienda che guida da cinque anni) la scelta della propulsione elettrica.
Così, in un’edizione di Eicma in cui la presenza di moto elettriche è diventata addirittura esorbitante (ma quante vedranno davvero la luce?), da Kymco arriva la conferma che il prototipo SuperNEX mostrato giusto un anno fa (vedi qui) sta crescendo e maturando.
Ora ha cambiato nome: si chiama RevoNEX.
Mr Ko, la transizione verso la mobilità elettrica nelle due ruote appare più complessa rispetto alle auto: soprattutto, c’è da convincere il pubblico che con una moto a zero emissioni sia possibile comunque divertirsi...
“Ma è proprio così: una moto elettrica può davvero essere migliore rispetto ai modelli finora conosciuti anche per quanto riguarda le prestazioni e la soddisfazione di chi la guida. Nel nostro progetto puntiamo davvero a creare un’alternativa che renda concreta quella che finora è stata solo una suggestione. Guidare con gusto una moto elettrica? Sarà proprio così: la RevoNEX non a caso conserva soluzioni classiche di una moto, come il cambio a sei marce o la trasmissione a catena, ed è anche dotata di una “voce“ speciale che ricorda il sound dei veicoli termici, eliminando quindi una delle critiche spesso rivolte ai modelli elettrici, di essere troppo silenziosi“.
Nel futuro di Kymco ci saranno solo modelli full electric o state studiando soluzioni diverse, a partire dall’ibrido?
“La nostra scelta è una e ben chiara: i motori termici potranno essere sostituiti solo da propulsori elettrici. Non vediamo possibilità, per le due ruote, di adottare soluzioni ibride come quelle oggi presenti in campo automobilistico“.
Con la RevoNEX date un ulteriore impulso al cambio di immagine e sostanza del marchio Kymco, che da produttore di scooter di piccola cilindrata è ormai diventato un player globale: qual è, in tal senso, il vostro obiettivo?
“Stiamo nel bel mezzo di un importante percorso di crescita, che ci vede impegnati non solo ad offrire una gamma completa di prodotto, ma punta anche a farci identificare per le nostre caratteristiche originali rispetto ad altri marchi. Puntiamo a diventare leader “green“, associando però questo termine non solo all’aspetto di attenzione all’ambiente, ma anche perché i nostri veicoli offrono belle sensazioni a chi li guida“.
Una considerazione finale sul rapporto con la filiale italiana, con la quale esiste una relazione speciale: i prodotti Kymco sotto sotto nascondono un po’ di tricolore?
“Non è un mistero che esista una grande sinergia con l’Italia, al punto che l’ispirazione ed il design di molti modelli sono arrivati proprio grazie alla filiale italiana. Si tratta di un prezioso lavoro di interscambio e collaborazione che conferma la dimensione globale del nostro marchio“.