Alto Adige solo per i ciclisti. La proposta choc

Alto Adige solo per i ciclisti. La proposta choc
Durante l'incontro organizzato dal CAI "Mobilità sostenibile sulle Dolomiti, oggi e domani" sono emerse proposte radicali per un turismo esclusivamente zero emissioni
4 ottobre 2021
La proposta, decisamente radicale, è quella di chiudere i passi dolomitici ai veicoli inquinanti. Ma non è che il principio, perché, durante il convegno organizzato sabato a Bolzano dal Club alpino italiano e dall’Ordine degli ingegneri, le boutade originali non sono mancate. In particolare Michil Costa, albergatore ambientalista della Val Badia, ha proposto di introdurre anche il numero chiuso per i turisti e di chiedere loro l’impronta ecologica per far pagare in proporzione alla quantità d'inquinanti emessi. Alla conferenza dal titolo "Mobilità sostenibile sulle Dolomiti, oggi e domani" si è parlato anche di come, nel post lockdown, le strade del Trentino Alto Adige siano state super trafficate, con punte di 18 mila veicoli al giorno.

Costa è un nome conosciuto perché, oltre ad essere albergatore, è anchel' organizzatore della Maratona dles Dolomites, la gara ciclistica che richiama 9mila persone ogni anno e che ha alle spalle una tradizione trentennale. "Io soffro - ha spiegato -, perché faccio l’albergatore e la colpa è anche mia Io al green deal non credo più, da questa situazione usciremo solo con scelte radical. Gli albergatori non lo possono fare, lo deve fare la politica. Perché gli amministratori della Provincia autonoma di Bolzano non prendono una decisione?". Secondo Costa bisogna "Parlare chiaramente di emergenza climatica. Restituire all’Unesco la patacca di patrimonio dell’umanità. Attrarre turisti residenti nel raggio di 500 chilometri e non oltre, introdurre il numero chiuso settimanale o quotidiano, chiedere loro l’impronta ecologica, e chi più inquina più paga. Costruire una rete ferroviaria di qualità e, ovviamente, chiudere i passi dolomitici, puntando sul turismo della bicicletta".

L'intervento dell'albergatore, per quanto non rappresenti la posizione degli organizzatori, secondo quanto riportato dai cronisti presenti, ha trovato diversi riscontri e a più riprese è stato applaudito. Meno seguito ha raccolto Daniele Santucci, ingegnere del dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Provincia autonoma di Bolzano che ha spiegato gli obiettivi a breve e lungo termine: "Puntiamo alla decarbonizzazione attraverso la mobilità attiva. Abbiamo introdotto un sistema digitale di rilevamento, con questi dati misureremo l’impatto e condurremo le analisi sul traffico. L’obiettivo è dimezzare le emissioni nel 2030 e azzerarle nel 2050. Gli enti locali interessati hanno firmato in aprile il protocollo d’intesa, anche gli albergatori vedono la necessità di ridurre il traffico. Il nostro progetto punterà sui parcheggi in fondovalle, sul trasporto pubblico, anche collegandolo agli impianti di risalita, e sulla mobilità attiva, costruendo nuove ciclabili". 

Il vicepresidente del Cai Claudio Sartori ha chiesto all'ingeniere se si stesse valutando la possibilità di chiudere i passi nei mesi di maggior affluenza. "I passi non si possono chiudere – ha risposto Santucci - prima di farlo dobbiamo dare a tutti un’alternativa concreta".
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