L’altra faccia del Motoraduno Stelvio International 2014

Un programma ufficiale, con esposizione e test ride dei nuovi modelli, esibizioni, spettacoli e molto altro, ed uno parallelo che vale la pena vedere dal vivo . Quella del motoraduno è un’esperienza che ogni appassionato dovrebbe vivere almeno una volta nella vita
1 luglio 2014
Motoraduno Stelvio 2014  (6)

Fin qui, nulla di particolare, ma se dei motoraduni avete sentito racconti relativi a fiumi di birra, confusione perenne e cose simili, sappiate che è tutto vero. Anzi, molto di più. C’è il programma ufficiale, fatto di stuntman, spettacoli, tour programmati ed iniziative proposte dalle Case partecipanti, e c’è quello unofficial messo in piedi dal pubblico. Procedendo per ordine, varcato l’accesso principale, il sottofondo musicale è quello di un propulsore sparato al limitatore che rimbomba per tutta la vallata. Raggiunto il luogo preciso, ecco lo spettacolo: una carriola con installato al suo interno un vecchio monocilindrico a quattro tempi dotato di marmitta a forma di megafono ed alimentato con un serbatoio ricavato da una tanica posticcia. La “direzione dei lavori” è affidata a due ragazzi chiaramente compiaciuti della loro opera, boccale di birra in una mano che si contendono la manopola del gas. Non contenti di strapazzare il motore a fondoscala per decine di minuti, gettano benzina nello scarico facendo fuoriuscire enormi fiammate, sotto la spinta del tifo da stadio dei presenti. Ora, se vi state chiedendo il perché di tutto questo, smettetela subito: la motivazione non esiste, se non quella, puramente fine a sé stessa, di fare quanto più baccano possibile, contribuendo così a creare il sottofondo ideale per i tre giorni di festa delle due ruote in quel della Valtellina. L’idea di costruire un motore per il solo gusto di farlo esplodere è di per sé folle vista da chiunque, ma non qui, non allo Stelvio, non ad un motoraduno. Anzi, proporre una trovata simile è quanto di meglio si possa fare per attirare le simpatie degli astanti, scatenando una “battaglia” a suon di fuorigiri con gli altri “artigiani del motore da sbiellare”. Così, al primo accenno di limitatore, ecco che poco più in là si scatenano altri due partecipanti, armati di piccoli motori da tosaerba anch’essi dotati di scarico a megafono. Lo spettacolo in questo caso è itinerante, nel senso che i due girano tra i partecipanti a gas spalancato tra gli applausi generali. Il rituale è il medesimo, bottiglia di birra d’ordinanza e sorriso stampato.

Se poi siete tra quelli che cambiano l’olio alla propria motina ogni mille chilometri, che non tirano mai le marce per paura di turbare l’equilibrio - e forse anche la sensibilità - del vostro motore e che puliscono il battistrada degli pneumatici prima di infilare l’amata due ruote nel box, sappiate che ai motoraduni gira tutto al contrario: c’è chi toglie il silenziatore e si esibisce in energiche manate di gas a fondocorsa per il solo piacere di fare casino; c’è chi regala al pubblico burnout a ruota fumante lunghi minuti interi, tanto che vien da chiedersi come diavolo farà mai a tornare a casa con quel pneumatico dilaniato.
Se raccontato così potrebbe sembrare il girone dell’Inferno dantesco della motocicletta, in realtà il tutto acquisisce ben altro gusto contestualizzato all’occasione: le moto ed i motori da guardare, da guidare e da sentire per tre giorni interi, senza soluzione di continuità. Un rituale di cui si sente parlare spesso nei racconti di chi partecipa ad eventi motociclistici, dalle gare mondiali ai raduni, che è parte fondamentale dello show ma che va vissuto dal vivo per essere compreso fino in fondo. E se un motore scoppia oppure un pneumatico alza bandiera bianca dopo i ripetuti maltrattamenti, c’è solo da festeggiare con un altro -l’ennesimo - giro di birre, tra gli applausi generali.
 

Motoraduno Stelvio 2014  (1)

Un altro frequentatore tipico del motoraduno è colui che si potrebbe definire “lo scienziato pazzo”: in questa rinomata categoria, accanto a scooter e moto modificati nei modi più improbabili, il primo posto dell’edizione 2014 di Stelvio International spetta di diritto al creatore di una vetturetta a tre ruote motorizzata Honda CBR 600F: un genio assoluto, per la qualità del lavoro e per la – supponiamo - dinamica del mezzo, potenzialmente a metà strada tra un dragster e una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Peccato non essere riusciti ad inquadrarlo per scambiare due battute, avrebbe potuto essere una chiacchierata interessante…
Quattro passi per gli stand espositivi sono sufficienti per comprendere quanto è variegata la popolazione del Motoraduno: dalle immancabili hostess scosciatissime alle famiglie con pupi e passeggini al seguito, dagli adolescenti in sella ai cinquantini fino ai motociclisti più attempati, che spesso colgono queste occasioni per far sgranchire le sospensioni alle loro “vecchie signore” a due ruote.

Da dietro l’angolo spunta una minuta signora alla guida di un – quantomeno singolare – sidecar su base BMW GS: le proporzioni tra il pilota ed il veicolo sono imbarazzanti ma la guidatrice si divincola con estrema disinvoltura negli spazi più stretti mostrando un sorriso a 32 denti. Sfoderiamo la digitale per immortalare il momento e lei ci guarda stupita, come a chiederci <cosa c’è di strano?>.
Chiediamo scusa, sa com’è, è la nostra prima volta allo Stelvio…

Leslie Scazzola

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