Altroconsumo ancora all'attacco dei test sui caschi

Altroconsumo ancora all'attacco dei test sui caschi
L'associazione chiede maggiori controlli e migliorie alla normativa in vigore che non sarebbe abbastanza severa. I test sono stati svolti da Altronconsumo sui caschi integrali. L'ANCMA risponde all'associazione
28 febbraio 2012

Punti chiave

Una normativa da rivedere

Partiamo dalla premessa: Altroconsumo ha sottoposto a test di laboratorio dieci caschi integrali, secondo l'associazione sette di questi non garantirebbero una protezione sufficiente in caso di urto. Non entriamo nel merito del test , ma appoggiamo l'appello di Altroconsumo alla revisione della normativa sulla omologazione dei caschi.
La norma non è oggi abbastanza severa ed è, sotto alcuni aspetti, criticabile. Prevede infatti che il test di laboratorio verifichi l'impatto solo su cinque zone predefinite. Sono inoltre previsti tre diversi metodi di verifica della sicurezza della visiera, cosa che lascia margini di applicazione ai costruttori. Sarebbe meglio prevedere una sola procedura - la più rigida - come suggerito dall'associazione.


Cosa dice il test di Altroconsumo

Altroconsumo  ha sottoposto dieci caschi integrali ai test previsti dalla normativa vigente e ad altri test aggiuntivi e più severi. Di questi solo quattro avrebbero superato i test previsti dalla legge, e solo tre quelli di Altroconsumo.
Siamo favorevoli alla revisione delle procedure oggi impiegate nei test di omologazione dei caschi: più severità equivale a una maggiore sicurezza dei motociclisti.
Non condividiamo invece la posizione di Altroconsumo, che chiede il ritiro dalla vendita di una serie di prodotti che invece risultano avere superato i test previsti dalla normativa oggi in vigore in Italia.


La risposta dell'ANCMA

Abbiamo chiesto all'ANCMA (Associazione Nazionale Costruttori Moto Accessori) di spiegare qual è la sua posizione e se intende adoperarsi per rivedere l'attuale normativa.
Ecco la sua risposta:
ALTROCONSUMO: PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO
Inutile sensazionalismo da parte di chi non opera con metodi corretti, validi e trasparenti. In relazione al comunicato stampa diffuso da Altroconsumo su alcuni caschi integrali, Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, sottolinea il proprio disappunto e chiarisce elementi discordanti e sui quali è necessario non generare confusione.
Innanzitutto, vale la pena di fare un passo indietro e raccontare il precedente tentativo di Altroconsumo di sostenere una tesi inutile. Tale associazione continua a pretendere di sottoporre a vari test i caschi utilizzando una metodologia e parametri di giudizio assolutamente personali e opinabili. Ma, soprattutto, non conformi alle norme tecniche vigenti.
Come è già accaduto con l’inchiesta relativa ai caschi Jet del 2010 e conclusasi nel nulla dopo che il Ministero dei Trasporti aveva confermato la sicurezza degli stessi, Altroconsumo ha sottoposto i prodotti di diverse aziende ad una serie di test che, per loro stessa ammissione, non erano previsti dalle norme di omologazione o erano effettuati con metodi ed apparecchiature tali da invalidare in parte i risultati
ANCMA da sempre persegue l’obiettivo di tutelare la sicurezza degli utenti della strada. In proposito, collabora a tutti i livelli con gli Enti competenti al fine di aggiornare e migliorare le normative in materia. Sono in corso i lavori che porteranno a definire il nuovo standard omologativo.
Fino al definitivo recepimento internazionale, le aziende rispettano, in fase produttiva e in sede di controllo, tutti i parametri previsti nel regolamento in vigore. Auspichiamo che chiunque decida di investire le proprie risorse ed il proprio tempo, utilizzi metodologie corrette e trasparenti.


 
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