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Per la seconda volta negli ultimi 11 anni non sono andato a fotografare al prima del Supercross USA ad Anaheim 1. Sono stato ingaggiato all'ultimo secondo per andare a seguire sei tappe del Dakar Rally in Cile e dunque ho dovuto dare delle precedenze: visto che non ho mai seguito prima una Dakar (lo so, lo so, quelle in Sudamerica non sono le “vere” Dakar...) non è stata una decisione molto difficile.
Con il biglietto per Santiago già in mano, dunque, sabato sera mi sono piazzato davanti alla tele per seguire A1 dal vivo. In verità mi ero già goduto la conferenza stampa del venerdì, il classico polpettone di inizio stagione in cui i piloti si perdono in un mare di ovvietà e di ringraziamento agli sponsor. Ma la diretta web, quest'anno, è stata molto gustosa. Innanzi tutto è stato bello rivedere Jamie Little, che dopo aver passato gli ultimi 12 anni ad ESPN seguendo la NASCAR è passata a FOX Sports 1 e di conseguenza è anche tornata alle origini: prima di Erin Bates, infatti, c'era lei.
Poi, proprio mentre mi stavo per addormentare davanti al computer, è arrivato il momento più bello: un giornalista di Transworld Motocross ha fatto la fatidica domanda ai piloti (non riesco nemmeno a dargli torto): "Ogni anno è un patema trascinarvi qui sul podio alla conferenza stampa, ed ogni risposta vi va tirata fuori con le pinze, come un dentista cava un dente...". Chad Reed, che in queste occasioni da il meglio di se, non ha esitato, rispondendo: "Se volete delle risposte interessanti fate delle domande interessanti". Dopo una istintiva risata mi sono subito ricordato delle ore passate ad aspettare di intervistare qualche grosso calibro (non faccio i nomi) davanti al suo bel camper, magari sotto l'acqua o nel gelo della notte a Detroit, per poi sentirmi raccontare un monte di banalità. E il sorriso mi si è cancellato dalle labbra.
Per quanto riguarda la gara vera e propria, mi ha fatto piacere vedere Roczen vincere alla grande. Ricordo verso la fine del SX lo scorso anno, quando in molti dicevano che Aldon Baker, il trainer più famoso del settore, lo stava rovinando: entro la fine dell'anno KR94 aveva già incasellato il titolo National 450 e credo che in questo 2015 ne farà vedere delle belle a tutti. E per chi fosse ancora scettico su Baker (che in carriera ha allenato e vinto con Carmichael, Stewart e Villopoto) faccio notare che sul secondo gradino del podio ad A1 c'era Jason Anderson, anche lui adesso nel gruppo di piloti allenati dal trainer australiano, assieme allo stesso Roczen, Dungey e Cianciarulo. Oops!
Per chiudere un accenno alla 250: chi è rimasto sorpreso in Europa della vittoria di Jessie Nelson forse non si ricorda che nelle prime quattro o cinque finali dello scorso anno il pilota del Team Troy Lee Designs era sempre scattato in testa o nelle prime tre posizioni, commettendo poi degli errori da rookie.
Per ora è tutto, tra poche ore salgo sull'aereo per il Cile, ci sentiamo dalla Dakar.
Pietro Ambrosioni