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Dal sito stradeeautostrade.it veniamo a sapere che ANAS, gruppo FS, sta sviluppando internamente una serie di dispositivi per migliorare la sicurezza stradale. Lo fa anche sugli indirizzi europei di sviluppo sostenibile. Tra questi dispositivi c’è il D.s.m.U, acronimo di Dispositivo salva motociclista Universale.
Scopo del progetto era “ampliare il catalogo di barriere di sicurezza aziendali testate certificate CE nelle condizioni reali della strada… con soluzioni appositamente studiate per la sicurezza di tutti gli utenti deboli, anche i più vulnerabili quali i motociclisti”.
L’idea è incentrata sullo sviluppo di un dispositivo modulare e flessibile, realizzato in gomma riciclata proveniente dai pneumatici fuori uso; una fascia applicabile sia sulle barriere stradali ANAS sia su quelle commerciali. I test avrebbero dimostrato la sua alta efficienza: “in grado di limitare le lesioni gravi del motociclista e adattarsi a stretti raggi di curvatura della barriera stessa”.
Il progetto è stato svolto in collaborazione con l’Università degli studi di Firenze, Dipartimento Ingegneria Industriale che ha ampia esperienza sui crash test; poi con la società Ecopneus (che promuove l’utilizzo della gomma riciclata) e con la Proge Plast, che è una realtà industriale che produce e ingegnerizza prodotti realizzati con polimeri e materiali gommosi.
La soluzione doveva essere innanzitutto sicura per i motociclisti, e ANAS afferma che i crash test hanno riportato ottimi risultati biomeccanici. E poi doveva adattarsi ai diversi raggi di curvatura della strada ed essere facilmente installabile e studiata per ogni barriera, non soltanto per quella ANAS.
Pare che il D.s.m.U. abbia raggiunto l’obiettivo di massima sicurezza per i motociclisti grazie al design “a sigma” e alla elasticità del materiale; è capace di impedire il contatto diretto di qualsiasi parte del corpo sul montante metallico della barriera stradale, riuscendo ad accogliere al meglio la spalla e la testa de manichino Hibrid III, e decelerare progressivamente la traiettoria del corpo. E infine non necessita di alcuna manutenzione, perché è in grado di recuperare la forma iniziale dopo gli urti senza alcun intervento.
Il compound è stato messo a disposizione da Ecopneus. E’ stata selezionata la soluzione caratterizzata da una percentuale di gomma riciclata da PFU che supera il 90% del peso totale. La gomma riciclata viene caricata in un estrusore e miscelata con una matrice legante di polimeri termoplastici.
Adesso attendiamo di sapere come e quando il dispositivo verrà installato sulla rete stradale italiana. E in che misura... Sul sito stradeeautostade.it sono riportati anche i valori dei test sperimentali eseguiti ai sensi della UNI CENT TS 17342 nel mese di maggio 2022