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La nuova guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa rischia di colpire duramente il settore motociclistico internazionale. Le moto sono infatti tra i prodotti esplicitamente menzionati nella prima fase delle contromisure europee che scatteranno dal 1° aprile, in risposta ai dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio annunciati dal presidente Trump ed entrati in vigore ieri. Bruxelles ha annunciato che applicherà dazi doganali "forti ma proporzionati" su una serie di prodotti americani con l'intenzione di bilanciare la portata delle tariffe Usa: l'UE "si rammarica profondamente" delle misure trumpiane ha affermato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Per prima cosa verrà lasciati scadere dal primo aprile la sospensione delle contromisure che erano state lanciate nel 2018 e nel 2020, in occasione della prima guerra commerciale con Trump. Per questa fase, le tariffe “saranno applicate a prodotti che vanno dalle barche al bourbon alle moto”, spiega Bruxelles. Così si prende di mira una gamma di prodotti statunitensi che rispondono alle tariffe su acciaio e alluminio Ue che impattano su 8 miliardi di euro di export.
I marchi americani, capitanati da Harley-Davidson e Indian si trovano nuovamente nella situazione critica già vissuta durante il primo mandato Trump. Nel 2018, la più celebre delle Case americane aveva subito un duro colpo quando l'UE aveva imposto tariffe del 31% sulle sue motociclette, costringendo l'azienda a valutare il trasferimento di parte della produzione fuori dagli Stati Uniti per aggirare i dazi europei. Se non vi ricordate cosa successe, ci pensiamo noi: qui trovate tutta la "saga Trump Harley-Davidson".
Secondo gli analisti del settore, le tariffe potrebbero tradursi in un aumento di prezzo che potremmo ipotizzare tra i 1.500 e i 2.500 euro per modello sul mercato europeo, rendendo le moto americane più costose di quanto già siano.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, anche i produttori europei di motociclette non vedono con entusiasmo questa guerra commerciale. BMW, Ducati, KTM, il Gruppo Piaggio e gli altri nomi europei del settore dipendono fortemente dalle forniture globali di acciaio e alluminio, e i dazi americani del 25% hanno già iniziato a far sentire i loro effetti sui costi di produzione. Normale dunque che salga la preoccupazione per l'impatto a lungo termine perché l'aumento dei costi delle materie prime si tradurrà in prezzi più alti. Inoltre, molti componenti attraversano più volte i confini durante il processo produttivo, subendo potenzialmente dazi multipli. I produttori europei con stabilimenti negli Stati Uniti, come KTM e Ducati, dovranno inoltre rivedere le loro catene di approvvigionamento per minimizzare l'impatto delle tariffe in entrambe le direzioni.
A lanciare l'allarme è subito Confindustria ANCMA. L'associazione che riunisce i produttori del settore avverte: l'Italia è fortemente penalizzata. Il presidente Mariano Roman parla chiaro: “Dazi puniscono il Made in Italy: siamo primo produttore d’Europa, importiamo veicoli per 1,2 milioni di euro ed esportiamo per oltre 238 milioni” e aggiunge “per quanto doverosa, la reazione della Commissione rischia di aprire una dannosissima escalation per il nostro settore”.
“L’Italia – ha spiegato Roman – con oltre 420mila veicoli, è il primo produttore in Europa e vanta un significativo surplus commerciale nei confronti degli USA: importiamo, infatti, veicoli per 1,2 milioni di euro e ne esportiamo per oltre 238 milioni. Questi numeri dimostrano chiaramente che i dazi puniranno prettamente l’industria Made in Italy delle due ruote, settore trainante nel Paese con quasi 10 miliardi di fatturato e oltre 36mila addetti diretti”.
Oggi stesso (13 marzo 2025) fa sapere infine l’associazione, è stata indirizzata una lettera alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UE a Bruxelles, mentre domani il presidente Roman ribadirà la posizione del comparto durante la seduta del tavolo Automotive alla presenza del ministro del Made in Italy Adolfo Urso.
Come altra conseguenza questa guerra dei dazi potrebbe anche causare un eccesso di offerta sul mercato statunitense qualora le moto destinate all'Europa dovessero rimanere invendute a causa dell'aumento dei prezzi. Questo potrebbe portare a sconti significativi per i consumatori americani, ma metterebbe ulteriormente sotto pressione i margini dei produttori. In questa prospettiva potremmo ipotizzare una crescita di interesse delle moto americane di seconda mano, mercato sul quale già mantengono notoriamente un alto valore.
La Commissione europea però si prepara a lanciare una seconda fase di contromisure in risposta ai dazi americani che colpiscono esportazioni UE per oltre 18 miliardi di euro. Questo nuovo pacchetto previsto entro metà aprile dopo le consultazioni con gli Stati membri prenderà di mira numerosi settori dell'economia statunitense. Nel mirino finiranno sia prodotti industriali - tra cui articoli in acciaio e alluminio, tessili, pelletteria, elettrodomestici, utensili domestici, plastica e prodotti in legno - sia beni agricoli come pollame, carne bovina, frutti di mare, frutta a guscio, uova, latticini, zucchero e ortaggi. L'obiettivo è colpire esportazioni americane per un valore complessivo di 26 miliardi di euro. Come ha dichiarato il ministro dell'Industria francese Marc Ferracci: "Dobbiamo prima di tutto reagire e stabilire una posizione di forza e poi, ovviamente, avviare una trattativa per cercare di trovare vie d'uscita".
Il timore è dunque che questo diventi solo l'inizio di una spirale di ritorsioni che non gioverebbero nessuno, specialmente al consumatore finale. Se Trump decidesse di rispondere con dazi specifici sulle moto europee importate negli USA, ci troveremmo in una situazione molto pericolosa per l'intero settore.
La guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa ha preso una piega drammatica con l'introduzione dei dazi americani del 25% su acciaio e alluminio e la conseguente risposta europea con contromisure su prodotti per 26 miliardi di dollari. Il settore motociclistico si trova particolarmente esposto, con le moto americane come Harley-Davidson che saranno tra i primi prodotti colpiti dalle tariffe europee a partire dal 1° aprile. Entro metà aprile, una seconda ondata di dazi UE colpirà un'ampia gamma di prodotti industriali e agricoli americani. Nel breve termine, possiamo aspettarci un aumento dei prezzi per i consumatori, tensioni nelle catene di approvvigionamento globali e potenziali ulteriori ritorsioni da parte dell'amministrazione Trump. Con Canada, Cina e Giappone che si schierano contro le misure americane e il Messico in attesa, lo scenario commerciale internazionale appare destinato a una crescente instabilità, mentre si riduce lo spazio per soluzioni diplomatiche.