Anche l'Italia chiede di rinviare lo stop ai motori termici del 2035. Ci riuscirà?

Anche l'Italia chiede di rinviare lo stop ai motori termici del 2035. Ci riuscirà?
Il documento, presentato in vista della riunione del Consiglio ambientale UE, è sostenuto da Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia. Eccone i contenuti
24 giugno 2022

La prossima riunione del Consiglio ambientale dell'Unione Europea è fissata martedì 28 giugno.
In vista di questo appuntamento è circolato un documento promosso da alcuni paesi dell'Unione nel quale si chiede di posticipare lo stop alla vendita di nuove automobili alimentate a benzina, gasolio e GPL deciso per il 2035 al 2040.

Si chiede nel contempo una maggiore gradualità degli interventi mirati a ridurre le emissioni di CO2 del 100%.

La proposta di slittamento porta la firma di Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia e, secondo quando ha appreso e pubblicato per prima l'ANSA, l'Italia si è aggiunta puntando a modificare il testo approvato dal Parlamento europeo lo scorso 8 giugno e che dovrà essere discusso dal Consiglio e dalla Commissione della UE.

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In particolare l'Italia vorrebbe che venga modificata la parte che riguarda le produzioni di nicchia (nelle quali già rientrano Ferrari e Lamborghini per esempio), i veicoli commerciali e quelli alimentati da biocarburanti.

Nel complesso i cinque firmatari del documento chiedono entro il 2035 le emissioni di CO2 vengano ridotte del 90%, per arrivare al 100% entro il 2040. Cinque anni in più dunque.

Inoltre che le produzioni di nicchia siano tutelate oltre l'anno 2029, per arrivare almeno al 2036, che gli incentivi all'acquisto dei veicoli a basse emissioni siano prorogati dopo il 2029 e che per i veicoli commerciali leggeri il limite di riduzione delle emissioni di CO2 venga spostato al 45% (dal previsto 80%) entro il 2035 per arrivare al 100% entro il 2040.

Non si sa quali potranno essere i margini di manovra, dato che le misure approvate l'8 giugno fanno parte del piano “Fit for 55” presentato dalla Commissione europea a luglio 2021 e che si compone di tredici differenti iniziative politiche che nel complesso mirano a ridurre entro il 2030 le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 per poi raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Resta soprattutto da capire se altri Paesi si aggiungeranno, e con quali proposte, nelle prossime discussioni in termini di deroghe o rinvii. In particolare Germania e Francia che sono i maggiori produttori continentali.

La complessa filiera dell'automotive ha sollevato diverse critiche alla decisione approvata del Parlamento europeo e da più parti si chiedono una maggiore gradualità, il considerare con maggiore attenzione i carburanti alternativi quali quelli sintetici e l'idrogeno, dare maggiore spazio alla pluralità delle tecnologie durante una complessa fase di transizione.

Il ministro Roberto Cingolani ha osservato che “Non tutti hanno chiesto di rimandare la transizione e sono emerse richieste miste: c'è chi è più sull'elettrico, chi più su un certo tipo di carburante”.

fonte Ansa.it

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