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“Contro il caro assicurazioni è necessario lavorare nella direzione dell’equiparazione dei risarcimenti sui danni fisici, sul costo dei sinistri attraverso convenzioni per le riparazioni e infine sul contrasto delle frodi, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, seguendo gli esempi virtuosi degli altri Paesi europei”.
Sono le parole di Corrado Cappelli, presidente di Confindustria Ancma, che aggiunge “Quello che non si può accettare è che tutti i costi siano scaricati sugli utenti senza alcuna contropartita in termini di riduzioni significative delle tariffe RC”.
Da diversi anni l'Ancma, com'è giusto che sia visto che per statuto deve anche promuovere e difendere la diffusione delle moto e dei ciclomotori, denuncia l’anomalia delle tariffe assicurative per quel che riguarda le due ruote, individuando nelle assicurazioni il principale ostacolo all’acquisto.
In questi giorni i media stanno dando risalto ai livelli delle tariffe assicurative dell'RC auto che in Italia costano il 46% in più rispetto alla media europea per le moto e il 45% in più per le auto – si legge nel comunicato stampa dell'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori -. Il mercato di moto e scooter viene in questo modo letteralmente soffocato e penalizzato in misura maggiore rispetto a quello delle auto. Ciò è dovuto all’incidenza del costo RC sui prezzi di listino dei veicoli più economici che, in particolare nelle principali città del sud, si avvicinano al prezzo del veicolo stesso. Ad esempio su uno scooter 125, con un prezzo di listino intorno ai 2.000 euro, le offerte più competitive in città come Napoli, Bari o Palermo si aggirano sui 1.500 euro, pari al 75% del costo del veicolo. Questo vuol dire che in cinque anni si pagherà una cifra equivalente a quasi 4 volte il prezzo del mezzo nuovo. Facendo un parallelo con il mercato auto è come se per un’utilitaria con un prezzo di 10.000 euro si dovesse pagare un’assicurazione RC di 7.500 euro all’anno.
L’Ancma ribadisce la necessità di un tavolo tecnico dedicato alle due ruote che coinvolga le assicurazioni, l’autorità antitrust, il Ministero dello Sviluppo Economico e i consumatori, in modo da affrontare il problema ed indicare le possibili soluzioni. “Nel frattempo – conclude Cappelli - porteremo il tema all’attenzione della Consulta automotive, della quale Ancma fa parte, presso lo stesso Ministero e andremo avanti con il nostro progetto assicurativo esclusivamente dedicato alle moto”.
Anche per quel che riguarda le tariffe autostradali il Governo sta formulando diverse proposte per salvaguardare alcune categorie di utenti dai continui rincari.
Già da tempo Ancma ha formulato richieste per offrire tariffe differenziate agli utenti delle due ruote come già avviene in molti altri Paesi europei. Ma l’associazione si è sempre interfacciata con un muro di gomma.
In Francia, i motociclisti pagano il 40% in meno rispetto alle auto; in Austria, gli sconti sugli abbonamenti vanno dal 50% al 60%. Nel Regno Unito, dove sono previsti pedaggi, le tariffe sono circa la metà per le moto, solo per citare alcuni esempi. Non esiste spiegazione plausibile sul perché in Italia non si vogliano agevolare gli utenti delle due ruote che occupano meno spazio, non usurano le infrastrutture autostradali e soprattutto oggi ancora non ricevono servizi dedicati.