ANCMA: la crisi penalizza la mobilità, bisogna intervenire

ANCMA: la crisi penalizza la mobilità, bisogna intervenire
Secondo ANCMA, l'associazione che rappresenta l'industria delle due ruote, non prevedere misure di sostegno alla mobilità per le fasce più deboli della popolazione significa condannare all'isolamento milioni di cittadini
13 ottobre 2011

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La crisi economica, oltre ad incidere negativamente sul reddito e sulla capacità d'acquisto degli italiani, manifesta i suoi effetti anche sulla domanda di mobilità dei cittadini, costringendo all'isolamento soprattutto le fasce più deboli.
Lo rileva in una nota Confindustria Ancma, l'associazione che rappresenta l'industria delle due ruote, sottolineando che in base ai dati Isfort negli ultimi tre anni gli spostamenti su ciclomotori e motocicli sono diminuiti del 17,6%, il numero medio di spostamenti giornalieri è sceso del 18,8%, i viaggi in auto sono calati del 16,6%, quelli a piedi o in bicicletta del 18,5%.
In particolare, negli ultimi 3 anni il mercato dei motocicli ha registrato un calo del 36%, quello dei ciclomotori del 46%, mentre i quadricicli hanno perso il 42%.

Da qui, secondo Ancma, "La necessità di mettere in campo, in vista delle future misure a sostegno dello sviluppo delle quali si discute in questi giorni, tutte quelle iniziative all'insegna del rilancio dell'economia, come il supporto del credito al consumo e il contenimento dei costi di gestione".

In particolare, per gli industriali delle due ruote "Sarebbe opportuno semplificare le procedure amministrative per la guida di veicoli a spiccata propensione urbana, come ciclomotori e quadricicli, per favorire quelle fasce deboli della popolazione, come gli anziani, che diversamente rischiano di restare a piedi".

Per il direttore generale di Confindustria Ancma Pier Francesco Caliari "Non prevedere misure di sostegno alla mobilità per questo importante segmento della popolazione significa condannare all'isolamento milioni di cittadini, per i quali la possibilità di spostarsi autonomamente non è un lusso ma una necessità che consente di soddisfare bisogni fondamentali".

A questo proposito si ricorda che l'Italia, dopo la Germania, è il paese con il più alto tasso di popolazione anziana in Europa, con un'età media che raggiunge i 79 anni per gli uomini e gli 84 anni per le donne.


Fonte: ANSA

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