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Quando scrivevo “basta piangere e iniziamo ad agire”, due settimane fa, sapevo che avrei sollevato un certo casino: tema sensibile, per noi motociclisti. Allora raccomandavo di riflettere su quello che possiamo fare per ridurre gli incidenti e le vittime, e molti di voi hanno detto va bene, è giusto, qualche volta sottovalutiamo il pericolo, serve più attenzione, e poi bisogna che ci rendiamo conto che la strada è di tutti e non è una pista. E naturalmente vorremmo anche strade più sicure, senza trappole e guard-rail assassini.
Che facciamo: ci ammazziamo o scendiamo in piazza o stracciamo la patente? No, resistiamo: pieghiamo dove si può, apriamo tutto il gas una volta ogni tanto
Altri, però, hanno protestato. Molti non accettano le limitazioni di velocità. Tanti trovano che se vendono moto da 300 all’ora non ha senso tenerle quasi ferme. Altri aggiungono che a loro piacerebbe andare a girare in pista, certo, ma le piste hanno costi esagerati. Altri ancora mettono l’accento sugli automobilisti ubriachi o delinquenti e sui magistrati che li lasciano subito liberi di circolare ancora.
So bene che tutte queste obiezioni hanno un certo senso. Un amico mi è morto sotto gli occhi per colpa di uno di quei guard-rail ed eravamo noi due soli sulla strada. Non potrò mai dimenticare. Poi la pista mi piace ed è molto cara, vorrei avere la vista che uccide per certi automobilisti, qualche volta anch’io mi interrogo sull’opportunità di limitare le potenze a 100 cavalli come fanno in Francia. L’Europa è intenzionata ad imitare i francesi, e in Giappone addirittura neanche le vendono, le supermoto che producono.
Ma non voglio rinunciare al piacere della supersportiva. E’ la moto che amo, è la più bella da guidare. E la più bella da guardare. Credo che usando l’intelligenza si possa provare a mediare tra le nostre voglie e i diritti degli altri; quelli che le leggi, sebbene molto imperfette e molto criticabili, tentano di salvaguardare. Certe piste sono carissime, certe domeniche sulle belle strade sbocciano i radar e le pattuglie, certi idioti buttano gasolio e i guard-rail restano assassini.
Che facciamo: ci ammazziamo o scendiamo in piazza o stracciamo la patente? No, resistiamo: pieghiamo dove si può, apriamo tutto il gas una volta ogni tanto, in pista ci andiamo appena possiamo, magari ci prendiamo una mezza giornata di permesso per farci un bel passo appenninico il mercoledì senza pattuglie. E quando ci beccano paghiamo pegno: è la vita amico, è la realtà.
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Nico Cereghini