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Andrea è un medico ortopedico di Torino (omettiamo il suo cognome). L’emergenza sanitaria Covid-19 l’ha proiettato repentinamente e tragicamente in prima linea nell’assistere i malati. Come in una guerra, in una emergenza senza fine, che mescola i turni, allunga a dismisura le giornate, sfianca gli operatori nel corpo e nella mente.
Andrea inizia ad andare in moto tra le bellissime montagne che circondano Lecco e Bergamo. E la moto diventa subito il suo strumento di lavoro. Lui, giovane guardia medica, la usa per raggiungere i piccoli borghi tra la Brianza e la Valtellina. Oggi vive e lavora a Torino, fa l’ortopedico e si sposta in moto ogni giorno. Che siano 40° o -10° non cambia: la sua BWM F700GS si ferma solo davanti alla neve.
Oggi è uno dei tanti medici impegnati nell’emergenza coronavirus. Un’emergenza che non ti molla un istante. Nemmeno quando torni a casa e cerchi il conforto dei tuoi cari. No, perché potresti infettarli e rendere tutto ancora più difficile, angosciante. Andrea ha isolato la sua compagna e sua figlia di sei mesi, che non vede e non tiene tra le braccia da tre settimane.
Il nostro medico motociclista in questo momento tanto difficile ha trovato il tempo di scriverci. Sapete perché? Per dire grazie a chi gli consente di portare avanti la sua missione nei confronti dei malati. E noi non potevamo rimanere con le mani ferme sulla tastiera. Siamo qui per fare da cassa di risonanza al suo messaggio, perché di gesti belli oggi abbiamo più bisogno che mai.
Riportiamo le parole di Andrea senza filtri:
“Ieri ho avuto un gesto di solidarietà incredibile: la mia F700GS aveva necessità urgente di un tagliando e di sistemare un paio di cose. La concessionaria Finotti di Rosta ha fornito un meccanico, che ha fatto il tagliando alla mia moto e risolto un paio di problemini. In modo tale che io possa continuare ad andare al lavoro e aiutare in questa emergenza”.
Ci uniamo anche noi di Moto.it al grazie alla concessionaria Finotti e alle sue splendide titolari, Anita Ostorero e Simonetta Finotti. Il messaggio ricevuto da Andrea, ci permette di fargli qualche domanda su questo difficilissimo momento attraversato dalla Sanità del nostro Paese.
INTERVISTA
Medici, operatori, infermieri. Siete sottoposti a uno stress enorme.
“In questo momento i ritmi stanno iniziando a salire. In Piemonte siamo in ritardo come andamento rispetto alla Lombardia. Da una parte ci fa sperare, perché forse riusciremo a contenere di più il contagio, dall'altra ci fa paura perché il picco potrebbe essere più in là e ora siamo già tirati. Gli infermieri sono degli eroi perché stanno davvero 6-8 ore almeno completamente bardati (tutina normale, sopra camice impermeabile che non fa traspirare, cuffia, mascherina, e visor cioè la visiera tipo per tagliare l'erba ed ovviamente guanti), al caldo, facendo scrupolose attenzioni, e sostenendo dei ritmi incredibili”
Che consigli ti senti di dare a tutti noi, tu che sei sul campo ogni giorno?
“Uscite solo per lo stretto necessario, e seguite tutti i consigli sull'igiene e l'isolamento sociale. Cosa importante: in questi giorni dove c'è poco traffico le strade sono libere e viene voglia di aprire il gas o schiacciare il pedale (il riferimento è rivolto a chi può per legge circolare ora, ndr). Invito fortemente a essere prudenti, rispettare come non mai i limiti, gli stop, la segnaletica e ovviamente i semafori, anche se avete la precedenza. Tanto senza traffico ci mettiamo meno del solito a spostarci. Un qualsiasi incidente, anche banale, porterebbe a stressare il sistema sanitario che è già al limite ed esporrebbe persone teoricamente sane in pronto soccorso. Bisogna essere prudenti e previdenti”.
Quei pochi minuti che trascorri in moto ti permettono di staccare dalla dramma che vivi ogni giorno?
“Sì, tantissimo. Per me la moto è la mia terapia anti depressiva. In un mondo digitale, la moto rappresenta le sensazioni vere, analogiche, vibrazioni, odori, velocità, tatto, il rumore del vento, il panorama. La libertà. Mi permette di staccare con la mente. Acquistai la moto in un momento di forte sconforto personale e solitudine e mi permise di rinascere. Il primo anno feci 20mila km, 2 tagliandi, 3 treni di gomme. All'epoca vivevo a Monza e lavoravo all'ospedale di Lecco. Ero oltre che uno specializzando in ortopedia e traumatologia anche una guardia medica e giravo in moto per le domiciliari per l'alta Brianza. Ero agile e potevo raggiungere posti isolati con la moto. Sono nato motociclisticamente tra Lecco, Monza, Bergamo, la Valtellina e la Svizzera. Panorami mozzafiato e strade fantastiche. Ho conosciuto le persone che lavorano e vivono i quei posti e che ora stanno soffrendo tantissimo. Sono convinto che sono dei grandissimi lavoratori, con un grande cuore e di grande volontà e sapranno superare un giorno questa bruttissima situazione. Oggi attraversare Torino, che è cambiata tantissimo rispetto ad anni fa che era grigia e noiosa, e vedere tutto chiuso e nessuno in giro, mi fa sentire in uno scenario post apocalittico. Quando giravo in moto per Milano avevo paura per il traffico nervoso, ma era tutto maledettamente vivo e frizzante ed affascinante. Ora deve fare impressione completamente svuotata. Ma ce la faremo. Vi ringrazio per l'impegno che mettete nella sicurezza. Guanti, paraschiena (o meglio l'airbag in cui ho fatto l'investimento), stivali e abbigliamento tecnico sono indispensabili (fidiamoci, se lo dice Andrea che è un ortopedico! Nda)”
Grazie Andrea. Da parte di tutti noi, e buon lavoro.
“ Grazie a voi. Posso aggiungere una cosa? Perché dico di fare attenzione e diciamo tutti di non usare la moto, ma proprio io la sto usando? Sì, sono un fissato, ma non uno stupido. Ho ordinato un’auto a dicembre, l'auto è arrivata in Italia a inizio febbraio, ma è ferma a Verona e non posso ritirala. Quindi moto o… moto!”.
Abbiamo interpellato direttamente la concessionaria BMW di Rosta, gestita da Anita Ostorero e Simonetta Finotti, per ringraziarli in primis del supporto al “nostro” dottore e per capire che servizio stanno dando ai clienti in queste settimane. Settimane che avrebbero dovuto dare il via alla stagione motociclistica di tutti noi, e che invece sono di grande emergenza e difficoltà anche nel settore delle due ruote.
Anita Ostorero: “Noi abbiamo deciso di chiudere, anche se le officine di riparazione moto possono rimanere aperte come da decreto. Abbiamo fatto questa scelta per tutelare noi, dipendenti e clienti; anche perché non ci sono i prerequisiti per mantenere le distanze di sicurezza, mascherine a sufficienza per gli operatori ecc. Soprattutto in fase di accettazione e riconsegna dopo un tagliando. Abbiamo comunque dato ai clienti un numero di whatsapp (ma anche mail e canali social sono sempre attivi) per rimanere in contatto per qualsiasi imprevisto e questo è proprio quello che è successo con il medico. Domani per esempio saremo in concessionaria con un nostro tecnico per la riparazione di una moto incidentata poco prima del decreto, nulla di grave in qualche ora la moto sarà pronta. Ci muoviamo solo in questi casi per sostenere chi lavora per superare l’emergenza”.