Uno dei fattori più importanti della Fase 3 è il monitoraggio. Ecco come funziona l'App che dovrebbe prevenire o rallentare una seconda ondata di Covid-19
8 giugno 2020
Perché parlare dell'App Immuni su un sito che parla di moto e mobilità? Perché i motociclisti, come tutti, sono anche donne e uomini che hanno contatti con gli altri ed è importante ricordarci che anche se indossiamo un casco quando ci fermiamo a fare benzina, o prendiamo un caffé in cima al passo, siamo esposti esattamente come tutti gli altri.
Detto questo, tutti gli indicatori di contagio sono in discesa, molte regioni italiane si sono già gettate alle spalle il Coronavirus e quelle che ancora hanno un numero significativo di contagi hanno comunque ampiamente superato la fase più critica.
Questo però non significa che sia tutto finito, anzi, ora che conosciamo meglio il nemico lo dobbiamo combattere con strumenti ancora più efficaci.
Mascherine, igienizzazione, distanziamento e anche con un'arma in più: l'app Immuni che già da oggi entra in funzione in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia (dal 15 giugno su scala nazionale).
A cosa serve?
L'app si propone di avvertire gli utenti potenzialmente contagiati il prima possibile, anche quando sono asintomatici. Una volta che un paziente risulta positivo l'app è in grado di risalire a tutte le persone con cui ha avuto contatti nei giorni precedenti ed avvisarli tempestivamente. Così possono in tempi brevi verificare se sono anche loro positivi e in quel caso evitare complicanze.
Come funziona?
Si legge sul sito dell'App: "Il sistema è basato sulla tecnologia Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. L'app non raccoglie e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell'utente, quali nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. Immuni riesce quindi a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove si siano incontrati". Immuni genera codici casuali che vengono registrati dall'app installata da tutti quelli che entrano in contatto con noi. Insieme al codice registra anche durata e distanza del contatto. Supponendo che un utente risulti positivo, l'app carica i suoi codici personali su un server che viene poi inviato a tutti gli utenti che utilizzano Immuni. Se il codice combacia con uno di quelli memorizzati nello smartphone significa che c'è stato in contatto. Se durata e distanza di questo contatto sono potenzialmente sufficienti a un contagio l'app avviserà il proprietario dello smartphone invitandolo a fare un test.
Privacy
Ecco come Immuni non invade la privacy di chi la installa:
- L'app non raccoglie alcun dato che consentirebbe di risalire alla tua identità. Per esempio, non ti chiede e non è in grado di ottenere il tuo nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email.
- L'app non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS. I tuoi spostamenti non sono tracciati in alcun modo.
- Il codice Bluetooth Low Energy trasmesso dall'app è generato in maniera casuale e non contiene alcuna informazione riguardo al tuo smartphone, né su di te. Inoltre, questo codice cambia svariate volte ogni ora, per tutelare ancora meglio la tua privacy.
- I dati salvati sul tuo smartphone sono cifrati.
- Le connessioni tra l'app e il server sono cifrate.
- Tutti i dati, siano essi salvati sul dispositivo o sul server, saranno cancellati non appena non saranno più necessari e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020.
- È il Ministero della Salute il soggetto che raccoglie i tuoi dati. I dati verranno usati solo per contenere l'epidemia del COVID-19 o per la ricerca scientifica.
- I dati sono salvati su server in Italia e gestiti da soggetti pubblici.