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E' lei o non è lei? Certo che è lei! Così direbbe Ezio Greggio e così esclamiamo anche noi davanti alle foto della probabile Aprilia Tuareg 660, pubblicate dalla pagina Facebook Aprilia 660 world group, che difficilmente scambia una Aprilia per un'altra moto.
Della Tuareg vi abbiamo già parlato allorché Aprilia la fece intravedere nel boschetto milanese di EICMA 2019 (vedi il video qui sotto). Qui invece la moto è stata beccata in carne e ossa, ovviamente in livrea all black come ogni prototipo che si rispetti.
La futura Tuareg 660 mostra di andare nella direzione giusta. Quella che i motociclisti stanno seguendo in questi ultimi anni, enduro stradali agili, leggere e potenti il giusto. Con una nota evidente: il richiamo alle linee dakariane, come abbiamo visto fare da Yamaha con Ténéré 700 e Honda con Africa Twin (entrambe vendutissime nel 2020).
E questo richiamo l'Aprilia può permetterselo. Nei favolosi anni 80 e 90 ha fatto sognare generazioni di ragazzi con le sue Tuareg Wind e Rally ispirate alle corse nel design e nei colori, ma anche tremendamente efficaci a livello ciclistico e di motore. I mitici motori Rotax sviluppavano spesso potenze che nemmeno le moto da cross di pari cilindrata dell'epoca potevano vantare. Che tempi!
Ma veniamo ai nostri giorni. L'Aprilia Tuareg 660 lascia in bella vista il motore bicilindrico parallelo, che in questa configurazione dovrebbe stare sotto i 100 cavalli al fine di ottimizzare la spinta ai regimi medio bassi. D'altra parte con un peso a secco tra i 175 e i 190 chili già 85/90 cavalli sarebbero più che sufficienti a garantire ottime prestazioni. La Tuareg conserva un dimensionamento contenuto, il serbatoio trova posto sopra il motore e non scende ai suoi fianchi. Possiamo ipotizzare una capacità di circa 17/18 litri, mentre la sella appare stretta, ma non bassa (almeno 86/87 cm da terra).
Il cupolino è di dimensioni contenute per non disturbare nella guida in fuoristrada e il giro dei collettori è basso, come sulle moto da rally vere. In questo modo anche le gambe del pilota non sono investite dal loro calore.
Si nota subito l'enorme silenziatore, che dimostra due cose: la moto è bella piccina e sicuramente il bicilindrico in fase di test è Euro 5. Anche il forcellone in alluminio è molto lungo, a dare grande trazione per mezzo di un mono-ammortizzatore che lavora su leveraggio progressivo. Davanti troviamo una forcella a steli rovesciati con una escursione sicuramente superiore ai 210 mm e l'immancabile doppio disco con pinze ad attacco radiale.
La Tuareg 660 strizza l'occhio all'offroad anche difficile, ma di serie avrà sicuramente il ride by wire, le mappe motore, l'ABS e il controllo di trazione (escludibili). I cerchi a raggi sono da 21 pollici davanti e 18 dietro, forse di tipo tubeless come sulla moto vista in fiera a Milano lo scorso anno.
Quando arriverà? E' presto per dirlo, ma il 2021 potrebbe riservare delle belle sorprese. La Tuareg 660 non sarà nera come questo prototipo. Già la immaginiamo con le livree che ci hanno tolto il sonno allora. E magari arriverà anche una bella Rally col serbatoione. Eh sì, sognare non costa nulla.