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Arriva il casco integrale che capisce quando siamo "in panne" e invia un SOS automatico a chi ci può salvare; questo nuovo prodigio della tecnica sarà in grado infatti di segnalare la posizione esatta di chi lo indossa, trasmettere dati sulle sue funzioni vitali e lanciare il segnale di "uomo a terra" in caso di incidente grave. Ideato e sviluppato interamente in Italia, dal centro ricerche “automotive” dell’autodromo lombardo, il nuovo casco è stato presentato a EICMA nel nostro stand di Moto.it e si colloca tra i progetti del DARS (Decade of Action for Road Safety, ndr.), un progetto mondiale sponsorizzato ONU con l’obiettivo di uniformare incrementandoli gli standard di sicurezza stradale sulle quattro e due ruote.
La fase di beta testing muoverà i suoi primi passi in Italia nei prossimi giorni con la collaborazione di Poste Italiane e di 150 fortunati prescelti nei centri di distribuzione del Lazio e della Campania. E proprio i postini cominceranno ad indossarlo regolarmente per un periodo di prova di un paio di mesi, verificandone il funzionamento e fornendo cosi preziosissimi risconti e dati utili agli ingegneri per la messa a punto finale. Terminata la sperimentazione, il casco intelligente potrebbe davvero scendere in strada e diventare ben presto un indispensabile accessorio salvavita per tutti quelli che, o per obbligo o per diletto se lo debbono mettere in testa ogni giorno, dai lavoratori nei cantieri ai rombanti cavalieri motorizzati dell’asfalto.
Fanno parte delle norme del Codice stradale e sono altrettante regole di buon senso e di educazione civica di base, di attenzione verso il prossimo e cura del se. Tali peculiari casistiche, ma molto più ricorrenti di quanto si pensi, si ritrovano frequentemente nella giurisprudenza, con oggetto il danno provocato dall’avventata apertura dello sportello di un veicolo. L' articolo interessato è il 157, comma 7, che recita per l’appunto: “È fatto divieto a chiunque di aprire le porte di un veicolo, di discendere dallo stesso, nonché di lasciare aperte le porte senza essersi assicurato che ciò non costituisca pericolo o intralcio per gli altri utenti della strada». La norma disciplina l'intera modalità dell’arresto e della sosta in strada, per mezzo di regole chiare e concise, nella maggior parte dei casi dimenticate o sottovalutate. Il Comma 2, seguita esplicito: "Il veicolo deve essere collocato il più vicino possibile al margine destro della carreggiata", mentre nel Comma 7 si dice: "È fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta o la fermata del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l'impianto di condizionamento d'aria del veicolo stesso".
Oltre alla nostra e altrui incolumità fisica, si rischiano contravvenzioni fino a 400 euro, una svista che a volte può costarci piuttosto cara.