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Si chiama Lorenzo ed è un pilota ufficiale Yamaha. Ma non è quel Lorenzo lì. Basta scrivere “Trastevere73” su un qualsiasi motore di ricerca per capire che stiamo parlando di Lorenzo Daretti: pilota scelto dalla casa di Iwata per condurre la moto in livrea ufficiale nel campionato del mondo di MotoGP eSport. Un videogioco, quindi, che non si discosta però di molto dal reale. Tanto che nel prossimo fine settimana i campioni della MotoGP si sfideranno in una gara che terrà certamente incollati alle tv e alle varie dirette streaming migliaia di appassionati in “astinenza da corse di moto”.
Chi meglio di Lorenzo Daretti poteva raccontarci i retroscena o i trucchi di un videogioco destinato a sostituire, almeno per il momento, il profumo, e il sound, della benzina che brucia? Quando ci abbiamo parlato era ancora data per certa la partecipazione di Valentino Rossi, sfumata però nella serata di ieri.
Allo #StayAtHomeGP parteciperanno, invece, i fratelli Marquez, i piloti Yamaha, Vinales e Quartararo, la coppia Suzuki, Rins e Mir, quella Ktm, Leucona e Oliveira, il portacolori Aprilia, Expargarò, e, per l’Italia, il pilota Ducati Pramac, Bagnaia. “Quello dei videogame a tema sportivo, e soprattutto motoristico, è un mondo in crescita - ci ha raccontato Lorenzo Daretti - e questa scelta di far sfidare i piloti della MotoGP aiuterà certamente l’intero movimento.
Qualcosa di simile è stato già fatto per la Formula Uno. Per le quattro ruote è tutto molto più semplice da riprodurre, ma siamo su livelli altissimi, come device, anche per le moto”.
Tanto che Maverick Vinales, dopo aver accettato la sfida del prossimo fine settimana, lo ha già chiamato: “Sì, mi ha chiesto qualche consiglio per le qualifiche e la gara. Penso di avergli dato ottimi suggerimenti”.
Riguardo ai favoriti Lorenzo non si sbilancia: “Qualche valore in campo sicuramente cambierà. Tendo a ipotizzare che i piloti più giovani saranno anche quelli più competitivi. Per esempio, tra i fratelli Marquez scommetterei di più su Alex. Anche Pecco Bagnaia è fortissimo. Per quanto riguarda la scelta di far correre i piloti dopo cinque minuti di qualifiche avrei invece visto meglio la possibilità di compiere qualche giro in più, perché in cinque minuti ci si riduce a poco più del giro secco”.
Lorenzo si allena anche per quattro o cinque ore al giorno, lavorando non solo sulla concentrazione e sulle simulazioni delle gare, ma anche sul setting della moto. A cominciare da un parametro introdotto nel campionato solo di recente e che ha fortemente rivoluzionato il modo di giocare: “L’introduzione dell’usura delle gomme ha rimescolato le carte. Ora si guida in maniera totalmente diversa, perché si rischia di far spinnare la moto e compromettere la performance”.
Proprio come quando si impugna il manubrio piuttosto che la consolle, con Lorenzo che è un motociclista da “gomito quasi a terra” anche fuori dai videogiochi: “E’ una passione che ho ereditato da mio papà. Ho iniziato da piccolissimo, a cinque anni, poi una caduta mi ha tenuto lontano dalla moto fino ai 14 anni circa.
Ho ricominciato ad andare in pista con una RS a due tempi e, ora, giro con una Yamaha R6”. Yamaha per lavoro e anche per passione, quindi, per Trastevere73, in un matrimonio professionale di grandi soddisfazioni sia per lui che per la casa di Iwata. “Grazie a Yamaha - ci ha raccontato - ho potuto vivere esperienze indimenticabili. Come il confronto in pista con i cosiddetti pilotini della R3, o anche la visita al Ranch di Valentino”.