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L'acronimo che desta preoccupazione è CARD, ovvero Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto che si traduce nel rischio di un aumento considerevole del costo per assicurare.
E all’articolo 27 del disegno di legge Concorrenza che estende questa procedura e a cui oggi aderiscono le imprese assicurative italiane, comprese quelle operanti in Italia con sede legale in altri Paesi europei.
E su questo punto - si legge in una nota diffusa stamattina dall'associazione industriale del settore due ruote - Confindustria ANCMA vuole dare battaglia. “La novità introdotta dal provvedimento – viene detto - non solo ridurrebbe paradossalmente la concorrenza nel settore moto, ma produrrebbe un rincaro generalizzato del costo delle polizze motociclistiche, con un prevedibile rischio anche di elusione dell’obbligo assicurativo”. Una misura che penalizzerebbe un mercato motociclistico in crescita in Italia.
Il risarcimento diretto introdotto nel 2007 prevede che il conducente che subisce un incidente non venga risarcito dall’assicurazione del responsabile del sinistro, bensì dalla propria. Quest’ultima riceverà poi un rimborso forfettario dall’assicurazione del conducente che ha causato l’incidente.
E' un meccanismo che ha generato negli anni effetti positivi sui premi assicurativi e, soprattutto, sui tempi del risarcimento nel settore auto. Tuttavia, come chiaramente evidenziato da uno studio commissionato da ANCMA all’Università LUISS e dell’andamento del mercato assicurativo, la convenzione CARD genera effetti distorsivi sulle polizze per le due ruote, perché “la rigidità del meccanismo di rimborso a forfait non si adatta agli incidenti motociclistici, che presentano, tra l’altro, anche un elevato tasso di danni alla persona”.
“Proprio per queste ragioni negli ultimi anni il mercato assicurativo si è indirizzato anche verso compagnie di assicurazione estere operanti in Italia che, non essendo sottoposte al regime dell’indennizzo diretto CARD, possono garantire coperture assicurative non penalizzanti”.
Tanto che ha contribuito a calmierare i costi assicurativi “scesi del 16% negli ultimi cinque anni”.
Ma se le disposizioni del ddl Concorrenza non cambieranno, ANCMA stima che senza l’offerta “no CARD” gli aumenti dei costi saranno a doppia cifra e con una pesante ricaduta sulle polizze stipulate al Sud.
Con l’avvio delle audizioni in commissione Industria al Senato sul testo approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso novembre, ANCMA comunica che si prepara a chiedere di concedere alle compagnie straniere di continuare a vendere assicurazioni “No Card” solo per le 2 ruote, "oppure di consentire anche alle compagnie italiane di non aderire al CARD esclusivamente per le polizze motociclistiche, come già accade in Francia”.